9° Capitolo: Con gli occhi rossi

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Entrati ci sedemmo su delle sedie che si trovavano vicino ad un bancone. Le persone che erano sedute ai tavoli, appena misi piede dentro il locale, mi guardarono in modo strano, alcuni, come il giorno prima mi avevano guardato i pirati nella prigione, altri invece mi guardarono male, probabilmente perché erano tutti uomini, mentre io ero lì con il mio vestitino rosa addosso, delle scarpette e un'aria da finta innocente, come se loro credessero che io fossi una bambina che aveva perso la mamma e che si era ritrovata in quel locale di alcolizzati. Per un attimo, mi immaginai Walter e gli altri seduti con qualche bottiglia alcolica appoggiata sul tavolo a loro difronte, a ridere come matti insieme a mio padre. Era difficile immaginarmelo come uno di loro, non ci vedevo proprio la figura immaginaria di padre, che avevo sognato così tante volte, in quel bar.

"Ciao fratellino" disse un uomo che si trovava dietro un bancone.

"Ciao Zack" risposte il ragazzo che si trovava al mio fianco, accennando un sorriso.

"Cosa ci fai da queste parti?" chiese, allora, il fratello di Jack. A volte biascicava un po' le parole, mi chiedevo se avesse bevuto anche lui già a quell'ora del mattino. La sua domanda mi fece anche capire che, in realtà, Jack non passava quasi mai il suo tempo in quel locale.

"Io e la mia amica" disse indicandomi "avremmo bisogno di qualcosa da mettere sotto i denti"

"Preparo subito" credo rispose Zack. Non riuscivo molto a sentire la conversazione, uomini ubriachi ai tavoli per parlare tra di loro urlavano, creando un grande baccano.

L'uomo tornò poco dopo con due panini e una bottiglia di quella che credevo fosse acqua. Feci assaggiare prima a Jack per vedere se lo fosse veramente, non mi fidavo di nessuno, soprattutto quando a darmi del cibo era uno sconosciuto probabilmente ubriaco. Zack non era poi così diverso da Jack, ora che lo guardavo bene, i capelli biondo cenere che ricadevano in boccoli sulla fronte erano molto simili ai suoi, ma non possedevano gli stessi occhi. Zack a differenza del fratello aveva occhi marroni, ma senza sfumature verdi, forse per la luce del locale o forse perché lui li aveva ereditati da un parente differente. Il fisico era molto simile e probabilmente se li avessi incontrati per strada, avrei subito capito che fossero fratelli.

"Come mai papà ti ha fatto uscire? Non dovresti essere di turno al tuo lavoro in questo momento?" disse quasi fosse una battuta, come per prenderci gioco del fratello, ma allo stesso tempo nella sua voce potevo percepire piccole tracce di amarezza.

"No mi ha lasciato la giornata libera" risposte allora il ragazzo convinto. Il fratello maggiore fece un cenno di assenso con la testa, sembrava essersi convito di quella bugia. L'ho già detto che avrei voluto avere le sue capacità nel mentire?

Successivamente Zack spostò lo sguardo su di me e mi scrutò attentamente, mentre stavo gustando la mia colazione a base di panino al formaggio. Quando, però, iniziò a infastidirmi il suo fissarmi alzai gli occhi per ricambiarlo abbastanza indispettita.

"E invece chi è questa bella donzella che ti porti dietro?" chiese, infine, spostando continuamente lo sguardo tra suo fratello e me.

"Una mia amica, come ti ho detto prima" disse allora il ragazzo con noncuranza continuando a mangiare.

"Non credo molto alle tue parole ma io per galanteria mi presento, il mio nome è Zack bella donzella" disse lui dandomi un buffetto sotto il mento sotto lo sguardo attento del fratello.

"Lucy" dissi abbassando lo sguardo e continuando a mangiare il mio panino. Non so che cosa avrei fatto a quell'uomo se solo non fosse stato il fratello di Jack, iniziavo ad odiare il fatto che mi chiamasse "bella donzella", quelle parole parte sua non lo presi affatto come un complimento. Però cercai di mantenere la calma, anche perché non potevo iniziare a giudicare una persona senza conoscerla veramente e perché di prima mattina non mi andava di iniziare una litigata con il fratello mezzo ubriaco del mio amico.

Finimmo di mangiare e dopo i dovuti saluti e un altro "bella donzella" uscimmo finalmente da quel locale.

"Scusa mio fratello, è solo che da quando non abita più con mio padre ha dimenticato un po' le buone maniere" "Non abita più con voi?" chiesi, perché ero così curiosa da volermi intromettere negli affari degli altri non lo sapevo neanche io e avrei voluto volentieri rimangiare le mie parole in quel momento. Jack rispose con un secco "no" e dopo quello capii che forse era meglio non parlare di cose che non mi riguardavano. Aumentò il passo e lo vidi contrarre la mascella, portava in mano il giacchettino che si era tolto appena entrato in locale, adesso aveva su solo la camicia con cui l'avevo visto il giorno prima.

"Ho una domanda" disse dopo un poco lui fermandosi "Come facciamo a rientrare illegalmente nel porto se metà delle guardie di questa città ci stanno cercando anche dentro i barili? E come facciamo a trovare la nave? Non credo che chi l'ha sequestrata la tenga in bella vista"

"Avevi detto una la domanda" scherzai io "comunque non so minimamente cosa risponderti. Di solito sei tu l'intelligente del gruppo a cui vengono le idee"

"A parte che noi siamo una coppia e non un gruppo" "Ecco appunto" venne da dire. "Però penso che dovresti tirare su il cappuccio del tuo mantello e credo che dovremmo cercare di essere invisibili, ci tocca trovare un secondo passaggio, le guardie stanno cercando principalmente i pirati, quindi, non avendoli con noi, dovremmo stare tranquilli" disse lui.

In quel momento sembrò che qualcuno avesse deciso di rispondere alle domande di Jack e alle nostre richieste. Un uomo, abbastanza giovane, con un carro pieno di sacchi, trainato da un cavallo, si fermò al nostro fianco.

"Scusatemi signori, non sono di questa città e dovrei portare questi sacchi di vivande al porto per riempire la stiva di una barca, ma non so dove esso si trovi" chiese l'uomo sul carro.

"Certo, però in cambio vorremmo un favore" dissi io guardandolo da sotto il cappuccio, che mi ero messa poco prima.

"Dipende da quale questo sia" "Deve portarci anche noi lì" "Posso sapere il motivo?" rispose allora lui. Stavo per rispondere di no quando Jack iniziò a far vedere le sue abilità nel mentire, come se prima d'ora non lo avesse fatto abbastanza. "I nostri genitori sono guardie reali e noi vorremmo andare a fargli una sorpresa, però siamo a piedi e siamo stanchi, se solo lei potesse darci una mano ad arrivare prima al porto cosicché noi potremmo passare tutta la giornata con i nostri padri sarebbe d'aiuto" disse facendo anche la faccia da cucciolo per farsi credere e l'uomo, magari anche lui padre di bambini, ci credette in pieno permettendoci di salire dietro insieme ai sacchi.

Jack gli indicò la direzione che avrebbe dovuto seguire e il carro partì. Cercammo successivamente di nasconderci il più possibile tra i sacchi, ma la cosa non servì quando ai lati della strada vidi mia madre e mia sorella che in compagnia di mia cugina stavano parlando con un uomo alto.

Mia madre aveva gli occhi rossi e sembrava che avesse appena finito di piangere oppure che stava per incominciare a farlo e mia sorella cercava di mostrare all'uomo un ritratto che probabilmente doveva essere il mio, che avevo fatto pochi giorni prima quando incontrai un pittore per strada. Fu mia cugina che mi vide per prima e richiamò l'attenzione delle altre donne. Oramai noi eravamo lontani, ma non abbastanza da sentire mia madre sussurrare "Lucy".


- spazio autrice -

Cosa succederà ora che Lucy è in continua fuga? Starà facendo le scelte giuste? Cosa avreste fatto voi nella sua situazione? Preferite Lucy o Jack?

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