16° Capitolo: Curiosità e gelosie

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Tutti si misero all'opera, dovevamo partire per il nostro viaggio senza meta. I pirati iniziarono a levare il marchingegno che teneva la nave sulla terra ferma e la spostarono man a mano in acqua, ci vollero molto tempo e molto sforzo. Volevo dare un aiuto ma Walter non lo accettò. Il nuovo arrivato e Jack, invece, lavoravano duramente con gli altri pirati rimasti per aprire le vele e sistemare tutta quella roba di cui io non sapevo molto, anche qui, Jack non mi permise di aiutarli dopo lo svenimento che avevo avuto. Ancora non avevano capito come ero fatta.

Decisi perciò di entrare nell'ufficio in cui avevo parlato con Walter, per cercare qualche altro dettaglio su mio padre. Forse se mi avessero visto lì dentro si sarebbero arrabbiati, ma ero convinta che quello fosse il vecchio ufficio di mio padre e in quel caso avevo il diritto di entrarci, se non fosse stato così, invece, ne avrei avuto comunque il diritto dato il fatto che Jhon era il capitano. Ma pensando questo non mi stavo di certo vantando, ero soltanto terribilmente curiosa di saperne di più di quella storia. Dove saremmo andati?

Mi avvicinai alla libreria, si trovava alla parete destra appena entravi nella stanza, i libri mi attiravano così tanto. Sin da piccola leggevo molto più di quanto una persona si possa immaginare da una bimba di 10 anni le cui coetanee solitamente giocano con bambole o ad altro. Iniziai a cercare delle risposte che sicuramente non si potevano trovare nei libri tranne che nelle proprie biografie. Cercavo fatti su mio padre in ogni storia di guardie reali o qualsiasi altra informazione su quell'uomo che volevo tanto conoscere, costruivo su dettagli letti l'idea che volevo avere di lui. Dopo essere rimasta a lungo appoggiata alla scrivania, al centro della stanza, a fissare la libreria spostai lo sguardo intontita dai miei stessi pensieri.

Guardai la cartina e tutti i posti segnati in cui Jhon era stato cercato, mi immaginai quanta fatica avessero fatto quei pirati nel rintracciarlo senza meta e quanta ne avremmo fatta noi nei giorni successivi. Guardai anche la spada all'angolo della stanza che apparteneva, da quanto avevo capito, a Jhon. Era molto splendente nonostante gli anni che mi immaginavo avesse avuto, sulla parte centrale della lama c'era un incisione che però non riuscii a leggere, essendo questa troppo lontana e non potendo toglierla dalla teca in cui si trovava. Ritornai al centro della stanza e guardai il quadro appeso dietro la scrivania. Era la rappresentazione di una barca nel mare in tempesta, dava molte sensazioni quel, non poi così semplice, dipinto.

"Bello vero?" Disse una voce rauca a me sconosciuta alle mie spalle. Mi voltai di scatto verso la porta alle mie spalle, come colta sul fatto, e vidi il ragazzo sconosciuto, aveva un sorriso sul volto che sembrava essere sincero ma lo sguardo rimaneva sempre cupo.

"Molto" dissi io, rigirandomi verso l'opera. Lui si avvicinò a me e si mise al mio fianco. "Ho sentito dire che tu sei la figlia del capitano di questa barca" gli fui grata in quel momento poiché non disse ex capitano.

"Dicono il vero allora, io sono Lucy Jackson" dissi allungandogli una mano e staccando per un attimo lo sguardo dal quadro per guardare i suoi occhi. Avevo pianificato di non fissarli per troppo, oltre che sembrare psicopatica probabilmente non avrei più spostato lo sguardo fino a quando non avrei scoperto quale fosse il problema che lo affliggeva tanto e come mai il suo volto mi sembrava così famigliare. Sono una persona molto curiosa.

"August Walker" disse lui, tornando con lo sguardo sul quadro. Decisi di scoprire di più. Ero sempre stata una tipa curiosa ma quel suo sguardo cupo mi invogliava ancora di più a sapere cosa ci fosse nella testa e nel passato di quel ragazzo.

"Ho visto che è molto legato a Walter. È l'unico a quanto mi sembra a cui voglia bene " annunciai.

"Lui è un uomo complesso, lo capirete col tempo, per me è stato come un secondo padre" disse abbassando lo sguardo e iniziando a giocherellare con gli anelli sulle sue dita.

"Quindi lo conoscete da tanto. Conoscevate anche mio padre? Il capitano?" chiesi subito curiosa. Mi odiai per aver parlato così velocemente senza pensare e non aver tenuto a freno la lingua.

"Si" rispose spostando lo sguardo verso la porta da dove era entrato e appoggiandosi alla scrivania al mio fianco, senza fare domande sul nostro rapporto, mi piaceva la gente che rimaneva al suo posto senza farsi troppo gli affari miei, ma allo stesso tempo mi contraddicevo essendo io stessa una di quelle persone che vuole andare a fondo quando conosce una persona.

"Con lui ho parlato poche volte" riprese lui facendo passare gli occhi dal vuoto a me per un secondo.

"Capisco" risposi io muovendo la testa.

"Perché lei è qui?" dissi poi improvvisamente, me ne pentii quando vidi la sua faccia contorcersi in una smorfia non gradevole, sembrava che avessi preso proprio la domanda che lui voleva che non chiedessi.

August pov's

"Perché lei è qui?" Disse lei improvvisamente. Non mi voleva con lei? Me ne sarei dovuto andare? No, non lo avrei mai fatto.

"V-volevo dire, perché lei parte per questo v-viaggio? Non mi sembra un pirata" vidi la preoccupazione nei suoi occhi mentre diceva quella frase, sembrava che non volesse sbagliare le parole.

"In realtà sto..." mi fermai, non potevo digli il vero motivo. Scrollai la testa come per far svanire i miei pensieri e dare una risposta a Lucy che intanto aspettava guardandomi "Sono qui perché ho intenzione di restituire un favore che Walter mi ha fatto molto tempo fa" dissi io.

Si leggeva nei suoi occhi celesti la sua curiosità, ma non chiese più nulla, si limitò ad annuire e per questo ne fui felice, non sarei stato capace di mentire sotto il suo sguardo. Era come se cercasse di leggermi dentro costantemente, non sapevo più dove guardare per evitare quei due diamanti che mi scrutavano costantemente alla ricerca di qualcosa.

"E per favore, non mi dia del lei" continuai io accennando un sorriso cercando di non sembrare invadente.

"Allora non mi dia. . .volevo dire, non darmi neanche tu del lei" "Ma è diverso" risposi subito io, la vidi confusa. "Lei è una donna e per di più la figlia del capitano" dissi io. La vidi sorridere e scuotere la testa, aveva un sorriso contagioso e mi venne spontaneo alzare leggermente il lato della bocca in un ghigno nel cercare di trattenere una risata. La guardavo confuso e divertivo, non capivo il perché di questa sua reazione.

"Si vede proprio che non sei un pirata" rispose lei vedendo il mio volto dubbioso. "Cosa?" Dissi io sorpreso da quello che mi stava dicendo. "Voglio dire, sei sembri un uomo con dei valori, come la galanteria" mi venne una leggera risata a sentire quell'esclamazione, ero felice di sapere che la pensasse così.

"Ti sorprenderai, alcuni pirati non sono stati educati con dei valori, non ne hanno avuto la possibilità o hanno avuto un passato difficile ma non per questo sono brutte persone, probabilmente lo sono anche molto meno di me" dissi io poi tornando serio corrugando le sopracciglia e guardandomi le mani giocherellando con l'anello che portavo all'indice. Aveva un significato molto importante per me quel gioiello.

"Dipende tutto dal passato che abbiamo avuto e da come lo abbiamo affrontato, infatti, e questa cosa del dipendere dal passato vale per tutti, non solo per loro" continuai poi tornando a guardarla negli occhi. Incredibile quanto parlai, non ero un ragazzo dalle molte parole e avevo sempre odiato le persone curiose ma lei mi metteva a mio agio e sentivo di potermi esprimere liberamente.

"Quindi, questo vale anche per te?" disse lei accennando un sorriso. Stavo per rispondergli quando il suo amico, che scoprii chiamarsi Jack entrò nella stanza.

"Lucy..." si stoppò non appena vide che c'ero anche io, da quel poco che avevo capito mentre aiutavamo i pirati con le vele, non gli stavo molto simpatico. Era un ragazzo abbastanza forte e mi aiutava sempre ma certe volte mi tirava delle occhiate che avrebbero fatto congelare qualcuno, ma non me. "Scusate, ho interrotto qualcosa?" disse, era visibilmente irritato, forse geloso. Mi venne da ridere.

"No, no. Serve qualcosa?" rispose Lucy gentilmente, lei ci teneva a lui, si vedeva nel modo in cui lo guardava. "Volevo chiederti se ti andava di mangiare qualcosa" chiese lui. "Oh sii" esclamo lei diventando come una bambina felice. Sorrisi spontaneamente, era così bello conoscerla finalmente.


- spazio autrice -

La domanda mi sorge ora spontanea Team August o Team Jack? Cosa ne pensate dei personaggi in generale? Preferireste qualcuno misterioso come August affianco a voi in un'avventura o qualcuno dolce come Jack?

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