Eravamo arrivati alla fattoria e la testa stava incominciando a girarmi sempre di più. Durante il tragitto io e Jack avevamo pensato che sarebbe stato meglio restare al mulino per la notte, ma non avevamo ancora idea di cosa avremmo dovuto fare il giorno dopo. Quando arrivammo rimasi attonita di ciò che vedevano i miei occhi. Il mulino andava praticamente in mille pezzi e la fattoria sembrava disabitata. Dove una volta c'era il pozzo ora si trovavano solo delle mattonelle grigie ricoperte dall'edera, e nella parte esterna, dove una volta le mucche pascolavano, si trovava un campo erboso alto e bagnato da piccole goccioline dovute all'umidità. Sembrava che fosse passato un terremoto da quelle parti. La casa del nostro amico cadeva letteralmente a pezzi. Il tetto oramai era quasi spoglio dalle tegole che erano cadute a terra, mentre le finestre erano rotte, come se qualcuno avesse voluto entrare, probabilmente negli ultimi anni i ladri e i senzatetto del paese avevano iniziato ad entrare in quella vecchia casa per cercare un rifugio per la notte. Il cancello, all'ingresso, era aperto e la scena era molto triste. Mi fermai un attimo a guardarla, paragonando quella vecchia fattoria abbandonata al posto segreto in cui andavamo io e Jack da piccoli. I pirati iniziarono ad entrare, erano ancora legati e avevano imparato a fare attenzione ad ogni loro passo. Il vento incominciò ad alzarsi e i miei capelli volavano con esso, iniziava a fare freddo e io avevo ancora indosso il mio vestitino che era oramai sporco alla base di fango. Avevo i brividi, non solo per colpa del calar della notte ma anche perché la scena davanti ai miei occhi era abbastanza lugubre.
"Andiamo" disse Jack spuntando dietro di me e accarezzandomi il braccio in segno di rassicurazione.
Passare in mezzo all'erba alta fu un'impresa, ma alla fine arrivammo al nostro mulino. Questo, era meno rovinato degli altri edifici che lo circondavano, a parte il fatto che una delle pale era caduta a terra. Entrammo nel mulino e fu come un déjà-vu, in quel momento avrei voluto soltanto una tazza di latte e una delle coperte calde che Frederich ci offriva, ma chissà dove era finito lui. La gente sparisce come niente, da un giorno all'altro in questo paese, io da poco meno di un'ora, ad esempio, avevo scoperto la scomparsa di due persone.
Appena entrati Jack decise di prendere un po' di legna e provare a fare del fuoco, io avrei voluto aiutarlo ma in quel momento la mia testa non me lo permetteva, emotivamente stavo ancora realizzando la scoperta su mio padre, mentre fisicamente, la testa non smetteva di girarmi e vedevo doppio o persino triplo ogni oggetto o persona che avevo davanti.
Il mulino era ancora pieno internamente di fieno, raggruppato in forme rettangolari, così decisi di sedermi sopra uno di questi.
"Allora, ci vuoi slegare o no?" disse il solito pirata. In quel momento, non ricordavo il suo nome, forse non me lo aveva detto o forse il mio mal di testa non mi permetteva di ricordarlo. Ero ancora seduta sul fieno e tutti i pirati mi fissavano per essere liberati, ma io non li guardavo minimamente. Avevo lo sguardo fisso sul fuoco, c'era qualcosa in questo che mi attraeva. Mi piacevano i suoi colori.
"Dimmi, come ti chiami?" dissi staccando improvvisamente lo sguardo dal fuoco, scuotendo la testa come per scacciare i pensieri e fissando il pirata dritto negli occhi.
"Walter" disse lui sorpreso dalla mia domanda "ma non hai risposto alla mia domanda"
"Vuoi sapere come mi chiamo?" dissi io, stavo iniziando a biascicare le parole che uscivano dalla mia bocca senza chiedermi il permesso. Mi stavo immaginando di parlare a mio padre per un certo momento, lui vorrà sapere il mio nome? Ritornai a fissare il fuoco, mi tranquillizzava in parte, a volte mi sembrava di vederci all'interno delle figure.
"Senti ragazzo è meglio che sia tu a liberarci, la tua amica qui non sta bene" disse lui.
"Cosa?" disse Jack lasciando cadere i pezzi di legno in mano con cui stava cercando di aumentare le dimensioni di quella grossa fiamma rossastra. Ero talmente presa nei miei pensieri, in quel momento, che non avevo neanche visto dove lui aveva preso i pezzi. Quanto tempo era passato da quando eravamo lì dentro? A me sembrava un'eternità.
Walter non rispondeva alla mia domanda così decisi di digli lo stesso il mio nome. " Lucy" dissi a bassa voce, ma quello bastò per far girare tutti verso di me. Jack si stava avvicinando e tutto sembrava andare a rallentatore. I suoi lunghi passi provocavano un tonfo nella mia testa, era come se questi si univano al mio battito cardiaco scandito. Sentivo tutto rimbombare.
"Lucy tutto okay?" disse Jack, che improvvisamente trovai al mio fianco.
Tolsi nuovamente lo sguardo dal fuoco e fissai il pirata, che si trovava dietro Jack, nei suoi occhi verdi grigiastri. Dissi il mio nome nel modo in cui non avevo mai fatto.
"Lucy Jackson" dissi e poi accadde tutto lentamente. Il mio corpo si fece molle e caddi sul fieno mentre Jack urlava il mio nome. Stranamente poco prima di svenire vidi negli occhi del pirata un velo di preoccupazione.
Vidi tutto nero per un attimo ma poi mi ritrovai in un sogno, era tutto bianco intorno a me ma c'era una persona in lontananza, era mio padre, come sempre lo avevo sempre sognato, vestito da guardia. "Papà" dissi iniziando a correre verso di lui, mi sentivo così carica di energia. Ma poi sentii la sua voce, ero vicina a lui ma la sua voce sembrava lontana, come dietro un muro. "Attenta, fermati" mi disse.
Mi fermai sorpresa. Lui non mi voleva abbracciare? Ma poi vidi che in quella stanza non c'eravamo solo io e mio padre in mezzo al nulla ma tra di noi c'era una parete come fatta di ghiaccio. Andai vicino e la toccai, era fredda differentemente al fuoco che avevo visto poco prima di svenire.
Mio padre si avvicinò e mise la sua mano sulla mia dall'altra parte del vetro, e in quel momento sentii un calore, non fisico, ma sentimentale, come quello di un abbraccio.
E poi mi ricordai. Era tutto un sogno. Bisogna stare attenti con i sogni e con le illusioni perché un giorno potresti girarti e sapere che tutto ciò a cui credevi è una finzione. Forse è di questo che voleva avvisarmi mio padre e non del vetro tra di noi. Il fatto di illudersi è come una moneta a due facce: da una parte ti spinge a far meglio, a seguire i tuoi sogni, dall'altra ti fa credere a cose che poi credi siano realtà. C'è molta differenza tra l'illusione e la realtà e io vorrei vivere in un mondo di sole illusioni, perché a volte illudersi e meglio di scoprire la verità.
- spazio autrice -
Vi piace il rapporto che si sta creando tra Jack e Lucy? Cosa succederà ora che Lucy ha svelato chi è veramente? La aiuteranno oppure no?
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I'll find you - |Ti troverò|
AdventureLucy scopre di aver vissuto in un mondo di segreti, e che tutto ciò a cui aveva creduto prima era una bugia. Non comunemente a tutte le altre, lei è una ragazza forte e determinata ma fragile per il suo passato e specialmente per l'amore che ha pers...