26° Capitolo: L'erede

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"Siamo quasi arrivati" ci disse Jhenna. Avevamo percorso tutto il paesino sulla stradina a bordo del fiume, avevamo attraversato quelli che sembravano essere i magazzini del paese, quel paese non aveva bisogno di mercati o di denaro in circolazione, tutto si basava sul dare e ricevere in egual misura, tutto si basava sulla fiducia. Me l'aveva spiegato Frank. Era una cosa così assurda e lontana dalle nostre abitudini. Molto spesso in quel posto arrivavano navigatori, pirati, marnai o anche guardie reali in cerca di cibo per fare rifornimento, in cambio avrebbero dovuto dare qualcosa. Baratto. Fiducia.
Eravamo arrivati fino al centro dell'isola, eravamo completamente al buio all'ombra degli alberi che nascondevano il sole che si trovava nel punto più alto. Era mezzogiorno. Al centro dell'isola si alzava una collinetta che dovemmo salire attraverso una serie di numerosi gradini che mi stancarono e affaticarono. Sentivo il sudore cadermi dal viso in goccioline e la schiena appiccicata alla camicietta bianca, il caldo era afoso. Ad un certo punto dovetti fermarmi e appoggiarmi sulle ginocchia rimpiegandomi su me stessa per riprendere fiato, Jhenna davanti a noi sembrava così tranquilla e non stanca. Gli altri mi sorpassarono.

"Tutto ok Lucy?" disse ad un certo punto Jack che non vedendomi si era girato a controllare che tutto andasse bene. Annuii mentre ripresi il ritmo e mi avvicinai a lui. Era completamente sudato esattamente come tutti noi altri ma non sembrava dargli molto fastidio, i suoi capelli umidi gli ricadevano mossi sulla fronte e mi sorrideva gentilmente. Non potei fare a meno di ricambiare quel sorriso. Davanti a noi si trovava August, la sua camicia scura si era appiccicata alla sua pelle, i suoi muscoli e le spalle larghe erano molto più visibili, deglutii a fatica. Mi girai dall'altra parte per guardare ciò che ci circondava per evitare che i miei occhi cadessero di nuovo sul viso di Jack o su i muscoli di entrambi in evidenza. Quel caldo mi stava distruggendo veramente in tutti i modi possibili.

"Ce la fai?" sentii poi Jack dirmi. MI voltai a guardarlo stizzita ma continuando a sorridere "ma per chi mi hai preso" dissi poi. Lui si mise a ridere e vidi anche le spalle di August muoversi, segno che anche lui stava ridendo,stava ascoltando ciò che dicevamo. Ero ancora arrabbiata con lui, aveva cercato di dirmi cosa fare quando nemmeno sa chi sono. Lì cercavano tutti di farlo, di dirmi cosa fare o non fare. Figli di un epoca in cui la donna era inferiore all'uomo che doveva comandare ed essere ascoltato. Odiavo la nostra societá, trovavo assurdo come un uomo dovesse essere il padrone di casa mentre sua moglie comportarsi da schiava. Molte famiglie d'alto rango vendevano le figlie come carne da macello in matrimoni combinati nella quale avrebbero dovuto essere solo mogli e madri, essere infelici con persone che non amavano. Non tutte avevano la possibilità di lavorare, anzi praticamente nessuna. Mia sorella di trovava bene in questo ambiente, mia mamma dopo che Jhon se ne andò dovette farsi in quattro per portare a casa qualcosa, ma era difficile trovare un lavoro per una donna che non fosse della parte ovest della città, e mia mamma giustamente si era rifiutata di lavorare in quei posti anche solo come sguattera. Così aveva trovato un'anziana signora che era rimasta sola da servire e spariva per la maggior parte del giorno. Ma nemmeno quel denaro bastava, mio zio perciò si era preso la carica di mantenerci, grazie al suo lavoro da fabbro guadagnava dignitosamente, e poi avevamo ciò che ci aveva lasciato Jhon, che a sto punto sicuramente non si trattava di denaro pulito. Visto che mia sorella si stava sposando con un semi-nobile non avremmo più avuto problemi del genere, si sarebbe preso lui l'incarico di aiutarci, tutti quanti. Era veramente cotto di mia sorella e questo lo comprendevo, lei era veramente una donna stupenda.

Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi accorsi che il gruppo si era arrestato. "Lucy siamo arrivati" disse August voltandosi e sfiorandomi una spalla mentre guardavo il voto nella foresta, rabbrividii per la confidenza e mi scostai leggermente. Eravamo arrivati in cima alla collinetta dove si trovava una piattaforma con una struttura più complessa delle altre. Somigliava molto ad uno di quelle case giapponesi che vedevo nei dipinti e nei disegni dei miei libri. Ci avviammo verso l'entrata, due sontuose porte di legno molto pesanti a giudicare il fatto che Jhenna fu aiutata da Walter, probabilmente utilizzate come protezione. Ad aprire le porte ci si impiegava tanto tempo quanto quello che occorreva alla persona all'interno di scappare nel caso si trovasse sotto attacco. Oltre la porta si trovava un piccolo salottino, le pareti erano in legno ma la stanza era illuminata da enormi finestre che occupavano anche tutto il muro. Lateralmente alla stanza il livello del pavimento andava abbassandosi, si giungeva ad una piattaforma ai quali lati erano posti dei divanetti e al centro un tavolino basso.

"Sedetevi lì, vado a chiamare Jefe" disse Jhenna mostrandoci con un movimento fluido del braccio la piattaforma. Mi sedetti tra Jack e August mentre guardavo la nostra accompagnatrice dirigersi verso un'altra porta nera interamente decorata da un mosaico formato da pezzi con forme diverse di verti di colori differenti, bussò è disse parole a me incomprensibili. Dalla porta uscì una donna, poco più grande di Jhenna, portava un velo intorno al capo di un colore rosso acceso decorato con dettagli d'oro e anche il suo vestito, differentemente dagli altri che tutto il villaggio indossava risultava di un rosso luminoso e acceso. Gli altri che aveva,o incrociato per la strada avevano indosso vestiti poveri dai colori smuntati e in certi punti rattoppati, ma non mi sorprendeva, era più questa ricchezza improvvisa che mi sorprese. La donna al collo portava un serpente. Un serpente di quelli veri. Mi attichii al divanetto, non ne avevo mai visto uno da così vicino. Lei si avvicinò con passo lento vero la nostra direzione e si sedette ad uno degli angoli della piattaforma, tutti cercammo di allontanarci il più possibile.

"Jefe" disse Walter inchinando leggermente la testa in segno di rispetto. Lei rimase impassibile, il viso di una statua. "Cosa siete venuti a fare qui, derubarci nuovamente o fare altre promesse vuote e insignificanti" disse con parole avvelenate mentre il serpente si attorcigliava sul suo braccio, sembrava somigliarci. Ma dovevo farmi coraggio. Ma non sapevo nemmeno io cosa dire, avevamo bisogno di rifornimento sì ma non avrei saputo cosa fare in cambio.
"In realtá noi saremmo qui per patteggiare" non riuscii a fermarmi dal dire, lei si voltò immediatamente verso di me e anche il serpente sembrò guardarmi, abbassai la testa come avevo visto fare a Walter.
"Non ho intenzione di patteggiare di nuovo con persone sleali" disse poi lei. "Ascoltali Jefe, la ragazza non è come loro, ha cercato di salvare mio figlio mettendo in pericolo se stessa contro un suo stesso alleato" disse poi Jhenna intromettendosi.
"parla allora ragazza" disse lei guardandomi con occhi fissi sui miei, mi aveva squadrato per tutto il tempo dalla prima frase che le avevo pronunciato, "tu sei la figlia di Jhon giusto?"

Rimasi allibita, nessuno lo aveva detto. "Vi somigliate" disse come per dar risposta ai miei dubbi. "Immagino che voi lo stiate cercando, di nuovo"
"Proprio così" annunciai io annuendo con il viso "avremmo bisogno di fare rifornimento, di nuove scorte di cibo, altrimenti anche volendo non riusciremmo nemmeno a compiere un viaggio di ritorno" annunciai io facendo passare lo sguardo dal suo viso dagli occhi verdi smeraldo al serpente accanto a lei dello stesso colore.

"E cosa ci dareste in cambio?" non ero preparata a questa domanda, non avevamo praticamente nulla, guardai Walter e August negli occhi in cerca di supporto, ma nemmeno loro sapevano cosa rispondere. "Tutto l'oro che abbiamo" annunciai poi io.
Ehi scoppiò in una fragorosa risata e vidi lo sguardo di Walter incupirsi. "Voi non avete nemmeno un granello" disse poi lei, il serpente al suo collo si muoveva con lei. Non avrei saputo cosa dire. "Allora quello che prenderemo per lei" dissi riferendomi a Jefe.
Divenne improvvisamente seria. "Non mi fido, tu dovresti capirlo bene" continuò poi è io rimasi stupita, quella donna sapeva più di me che me stessa "o vuoi dirmi che nessuno ti aveva tenuto nascosta la vera identità di tuo padre, che tu non ti sei sentita vuota, ridotta a una menzogna. E adesso non ti fidi nemmeno dei tuoi compari, e fai bene" disse poi iniziando a fissare intensamente tutti ponendo alla fine lo sguardo su August, sembrava gli stesse leggendo nella mente, lui sostenne le occhiatacce. Mentre io abbassai il viso, mi sentivo esposta e odiavo esserlo, andai su tutte le furie e mi alzai di scatto dal divanetto spingendomi con le mani talmente forte che rimasero impresse le mie impronte per qualche secondo.
"Ti daremo tre quarti delle nostre armi" dissi sapendo che sarebbero state inutili su quell'isola. Walter mi guardò come se avessi appena detto qualcosa di sconvolgente, Frank anche. "Penserete che non vi serviranno ma noi siamo arrivati facilmente su quest'isola e per poco uno dei nostri non sparava a suo figlio, quindi ne avete bisogno" dissi poi indicando Jhenna e scoprendo i denti in un ruggito.
Lei si alzò lentamente e venne davanti a me, i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza dovuti alla differenza di altezza. Aveva la pelle scura e lucente e sul suo viso villeggiavano piccole rughe.
"Accetto" disse poi "ma propongo qualcosa di ancora migliore" continuò, schioccò le dita guardando Jhenna e lei capendo qualcosa a noi incomprensibile sparì dal salotto.
"Io vi darò del cibo per la scorta, vi ospiterò anche una notte qui, sulla terra ferma, per darvi vestiti migliori e rimettervi, soprattutto tu" disse indicando col mento Jack che fece un ghigno di scherno. "Ma in cambio?" annunciai io. Sapevo che le cose non si avevano mai gratuitamente.
Poi schioccando di nuovo le dita la porta del salotto si aprì, ed entrò un ragazzo estremamente simile alla donna che avevo davanti, gli stessi occhi verdi.
"Ma le armi non mi bastano, in cambio voglio un erede"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 11, 2022 ⏰

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