69 - Come un'esplosione

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EDEN

È fatta. Ormai non si torna indietro.

Il mio primo bacio. Mai avrei pensato di darlo proprio a Adam. Ma adesso lui è qui, le sue labbra sono qui e premono sulle mie con una dolcezza a me sconosciuta.

Adam odora di buono. Non mi ero mai accorta che avesse questo profumo. Odora di buono e le sue labbra sono sulle mie.

Mi impongo di chiudere gli occhi, così come ha fatto lui, perché non voglio sembrare un pesce lesso come chi non abbassa le palpebre mentre bacia. Questa del pesce lesso è qualcosa a cui avevo pensato molto prima di dare il mio primo bacio, eppure adesso non riesco a impedire a me stessa di sbirciare da una piccola fessura di visione che ho scelto di lasciare aperta.

È vero ciò che sta accadendo?

Vorrei che qualcuno mi tirasse un pizzicotto proprio ora, ma in fondo lo so: sta succedendo veramente, Adam mi sta baciando e io non mi sono ritratta. Mi sta baciando, e le sue labbra sono soffici, e calde, e umide, e sanno di buono.

Abbasso definitivamente le palpebre, cercando di imprimere nella memoria ogni piccola sensazione provata. La tenerezza, l'eccitazione, il piacere, la paura, l'incertezza. Sono un turbinio di emozioni e di pensieri che si rincorrono tanto veloci da perdersi e spandersi in mille pezzi, come un'esplosione.

Non credevo ci si potesse sentire così...

Le labbra di Adam si discostano dalle mie. Prende fiato, e me ne accorgo perché l'aria che fuoriesce dalla sua bocca scalda la mia. Apro le palpebre. Fisso le sue labbra schiuse. Ancora non ci credo, non riesco a realizzare. Faccio scorrere il mio sguardo sul suo naso fino a raggiungere i suoi occhi, che mi accorgo essere già nei miei.

Per diversi istanti rimaniamo così, a rispecchiarsi uno nelle pupille dell'altro, cercando di realizzare cosa sia realmente successo.

Le sopracciglia di Adam si inarcano, mentre distanziandosi dice: «Scusa. Io...». 

Si ferma lì, con quella frase interrotta, incapace di continuare.

Io lo guardo, attendendo che sia lui a colmare il silenzio, ma i secondi passano e noi rimaniamo lì, muti, come congelati, le mie dita intrecciate alle sue, occhi negli occhi, la mano libera di Adam a sfiorarmi il viso.

Avverto il cuore galopparmi rapido in gola. Vorrei riuscire a trovare io le parole da dire, ma ogni parola è muta, non so cosa dire, e sento che se non faccio qualcosa potrei morire qui, annientata da questa forma di dolce agitazione che non avevo mai provato prima. Così, questa volta sono io a protrarmi verso di lui. Schiaccio ogni dubbio, ogni remora, ogni paura tra le nostre labbra e lascio il cuore di nuovo libero di esplodere. E lo fa, esplode, come sento esplodere la mia testa, come sento esplodere ed espandersi ogni parte di me.

Chiudo ancora una volta gli occhi, ma questa volta le mie palpebre rimangono sigillate. Non voglio distrazioni, voglio sentire tutto.

Con un movimento, la mano di Adam si sgancia dalla mia per raggiungere l'altra e cingere il mio viso. Con entrambe le guance riscaldate dal suo tocco, tutto si fa più intenso. Un formicolio mi percorre il cuoio capelluto fino a raggiungere la schiena, mentre le dita di Adam si insinuano tra i miei capelli e vanno a fermarsi sulla mia nuca, appena sopra il collo, quasi a volermi trattenere a lui. Le nostre labbra sono impegnate in una danza che non sapevo di saper ballare, e il movimento delle mie si fa condurre e insegnare da quello delle labbra di lui che premono, si schiudono e inumidiscono le mie con movimenti lenti e vigorosi allo stesso tempo.

'Dio, non pensavo che baciare fosse così bello.

Ad un certo punto, avverto la lingua di Adam superare la barriera delle labbra e farsi spazio nella mia bocca, ed è una cosa  che quasi mi sorprende e mi stranisce allo stesso tempo. Quando con la punta mi accarezza il palato i brividi sembrano trasformarsi in solletico, trattengo a stento il riso per quell'emozione nuova.

Come il Diavolo e l'Acqua Santa [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora