52 - Edencidenze e pene da scontare

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*piccolo spazio autrice abusivo*
solo per dirvi che non sono morta e finalmente sono riuscita ad aggiornare! Scusatemi davvero se sono sparita, più giù vi spiego i motivi...

BUONA LETTURA! 💘

💘💘💘

ADAM

Siedo fra le prime file, vicino a Eden che a sua volta ha al suo fianco Rebecca, con la quale non smette di salutare chiunque si sieda nei pressi della nostra postazione, il più delle volte presentandomi e obbligandomi a insulse chiacchiere di circostanza. Sembrano tutti gentili e ben disposti nei miei confronti e, sarà che non ci sono abituato, il tutto inizia a darmi ai nervi. Mi fa sentire spaesato.

Come cazzo è successo di trovarmi qui, in una chiesa…?

Lo so come è successo: Eden e il posto in cui si sente più a suo agio. Non che non mi avesse sfiorato il pensiero che potesse essere una chiesa questo famigerato posto, ma mi sembra comunque assurdo. È anche vero, d'altronde, che il luogo in cui sono sembra tutto meno le chiese che conosco io…

Guardandomi intorno non vedo dipinti, statue o candele accese di fronte a qualche santo. A decorare i muri chiari, c'è solo una croce posta in alto, al centro della parete in prossimità del palco verso il quale le sedie sono rivolte.

Un palco. Non mi pare di averne mai visto uno in nessuna altra chiesa io abbia visto. Ok, forse non sono la fonte più autorevole per parlare di ciò che sia strano o normale trovate in una chiesa, probabilmente ne ho visto un campione troppo ristretto… ma un palco, dico io…! Un palco non mi dà di chiesa. E poi non c'è quell'insopportabile odore di incenso, a pervadere il luogo. Davvero non so che pensare.

«Allora? Qual buon vento ti ha portato qui?». È la mia ultima conoscenza a chiedermelo. Un ragazzo abbastanza alto, castano e piuttosto massiccio, sebbene non lo definirei grasso.

«Eden», comunico piatto, incerto su quale emozione scegliere di manifestare.

«È stato per un compito di fotografia», spiega lei, «Adam voleva vedermi nel posto in cui io mi sento più a mio agio, e quindi eccoci.»

Ok. È più o meno corretto quello che dice.

«Non mi aspettavo fosse una chiesa...», mi premuro di fare sapere, boffonchiando con un tono che a stento riesce a trattenere la lamentela.

«Beh, amico, vuoi un consiglio?», risponde ancora prima che io possa acconsentire o meno a quella sua domanda: «Sii aperto. A volte, sono proprio le cose più inaspettate a sorprenderci di più!»

Quella sua ultima affermazione, dopo dei brevi istanti di riflessione, mi strappa un sorriso e, d'istinto, il mio sguardo è subito alla ricerca di Eden. La sua conoscenza, non c'è dubbio, è stata un'inaspettata sorpresa, per me. Mi aspettavo una ragazza completamente diversa da quella che ho scoperto, quindi sì, credo che quel consiglio, sebbene non richiesto, sia un buon consiglio.

«Lo farò», rispondo sorridendo al tipo che subito dopo si congeda sedendosi vicino a Rebecca, che saluta con un bacio.

«Stefano è il mio ragazzo», annuncia fiera la ragazza, prima di concedere le sue attenzioni a lui.

«E così… per citare le parole della tua amica, me l'hai fatta sotto il naso…!», approfitto del momento per dire a Eden. «Potevi almeno comunicarmelo che sarebbe stata una chiesa il posto in cui mi avresti portato...»

Lei ride. Poi perentoria inizia a dire: «Uno. Non sarebbe stato divertente. Due. Se te lo avessi detto, avresti mai acconsentito a venire?»

No, ovviamente.

Come il Diavolo e l'Acqua Santa [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora