74 - Wow

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*piccolo spazio autrice abusivo*
Oh, raga, sono puntualissima.
Non è un'emozione?
😜

Volevo dirvi di non perdervi lo spazio autrice di sotto perché ho un annuncio da fare, ma per il momento...

BUONA LETTURA!
😍

❤️❤️❤️

EDEN

Non ho nemmeno il tempo di elaborare quella frase che lui si avventa con prepotenza sulle mie labbra, ribaltando la nostra posizione facendomi ruotare con un movimento abile sulla schiena. Io reagisco ai suoi baci con altrettanta passione. Adam non mi ha detto che mi ama, ma credo volesse dirlo e stupida a me che aspetto che sia lui a dirlo per primo, perché vorrei poterglielo gridare ora: "Ti amo!". Ma quella dichiarazione, non essendo capace di altra forma di espressione, esce da me sotto forma di baci voraci, e tramite carezze che disegnano sul suo corpo quelle due parole tanto brevi quanto potenti: "Ti amo", "Ti amo", "Ti amo".

Le mani di Adam sembrano fare lo stesso, mi stringono e scorrono sul mio corpo in maniera febbrile, fino a che...

«Soffitto!». Questa volta è lui a invocarlo.

Ancora una volta basta quel grido a ristabilire la "distanza di sicurezza" tra di noi.

«Se continueremo così, muoio prima dei trent'anni», osserva Adam secco, ancora con l'affanno.

Io rido.

Rimaniamo distesi sul letto a contemplare l'intonaco che ci sovrasta per diversi istanti. Sono io a interrompere il silenzio: «Dunque...», prendo a dire con tono cantilenato, «che possiamo fare per distrarci e cercare di prolungare la tua vita?».

«Non lo so», dice arreso, con gli occhi ancora puntati davanti a lui.

«Mmm», mi sforzo di pensare, «non avevi detto di avere una sorpresa per me...?», gli ricordo, sperando di aver trovato un degno diversivo.

«Sì, insomma, più o meno... diciamo più un pezzo su cui sto lavorando che volevo farti sentire», specifica.

«Ottimo! Se non vogliamo strapparci i vestiti qui e ora, direi che questo è il momento giusto!».

«Ma io voglio che ci strappiamo i vestiti di dosso!», obietta ammiccando.

«Adam», lo richiamo seria, malcelando tuttavia un mezzo sorriso. La verità è che una parte di me è compiaciuta nel sapere che mi desidera.

Per tutta risposta si rimette a sedere composto e imbraccia la chitarra, prendendo a tamburellare con le dita sulla cassa armonica con aria pensierosa.

«Devo davvero...?», chiede con tono supplichevole.

«No, se non vuoi. Insomma, nessuno ti costringe...», lo rassicuro, «Sei stato tu a dirmi che volevi farmi sentire una cosa», mi premuro di ricordargli.

Sembra davvero in difficoltà. «Mi', che presa male...», commenta, grattandosi il capo.

«Cos'è che ti imbarazza tanto?»

«Ma che ne so! Ecco, io... è la prima volta che... vabbè, al diavolo!». Così dicendo, imbraccia con determinazione la chitarra, con fare che sembra dire "o ora o mai più", e prende a effettuare degli accordi.

«Dammi solo un attimo», mi dice, prendendo tempo.

«Tutto il tempo che vuoi».

Non mi guarda nemmeno per un secondo, mentre concentrato sulla sua chitarra, continua a suonare la stessa sequenza di accordi a ripetizione. Io lo ascolto in silenzio.

Come il Diavolo e l'Acqua Santa [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora