54 - Come me

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ADAM

Sono ancora provato dalla serie di emozioni contrastanti provate tutte nell'arco di quegli ultimi minuti, quando i musicisti abbandonano il palco per lasciare spazio ad un altro ragazzo, un uomo dall'aspetto giovane ma dai capelli brizzolati, che indossa un paio di jeans e una camicia a quadri, il quale entra con un microfono in mano.

«Non è meraviglioso?», esordisce a dire, «Quanti di voi hanno sentito la presenza di Dio, in questo luogo?», diverse persone, tra cui Eden, che noto avere gli occhi lucidi, alzano la mano. «Lui è qui», dice. «Lui è qui». Effettua una breve pausa prima di ricominciare a parlare. «Sapete, è così difficile subentrare in momenti come questi, ma mi preme introdurvi un argomento che mi sta tanto a cuore – come, sono sicuro, potrebbero dire molte delle persone qui... Voi sapete che il Natale è ormai alle porte e con questa serata il nostro intento era quello di rendere omaggio al vero festeggiato di questo evento, che, no, non è Babbo Natale, per quanto simpatico possa essere, ma Gesù». Frappone un'altra pausa e io penso che il suo discorso fino a qui non fa una piega, sebbene quasi mi faccia ridere sentirne parlare. «Natale. Il Natale è la data in cui si festeggia la venuta in Terra di Colui che, letteralmente, ha spezzato a metà il tempo. Ci avete mai pensato? Esiste un prima, avanti Cristo, e un dopo Cristo! Vi sfido: citatemi un'altro personaggio storico che sia riuscito in un'impresa simile...!»

Strano a dirsi, dato il largo uso che se ne fa, specie studiando sui testi di storia, ma non ci avevo mai realmente pensato...

a.C. e d.C.
È vero, cazzo!

«Cristo ha segnato la storia che noi tutti studiamo, come segna la storia di chiunque scelga di dargli questa opportunità! L'ha fatto con me e, se mi concederete la vostra attenzione, mi piacerebbe raccontarvi com'è successo.»

È qui che inizia con il suo racconto, mentre io quasi mi sento tremare dentro, per la quantità di similitudini che rendono analoghi il mio e il vissuto dell'uomo che sta parlando.

Suo padre ha lasciato lui e sua madre quando era solo un bambino. Come me.
Una madre assente. Come me.
Una vita passata all'insegna della solitudine, riempita di qualsiasi cosa potesse servire ad alleviare il passare del tempo. Come me.
«Sesso, droga e rock'n'roll», così ha detto. Come me.
Il sentirsi sempre come su un'altalena, quando i picchi sono altissimi ma i bassi sono proprio bassi bassi. Come me.
Il senso di vuoto e nausea che non se ne va nemmeno quando sembra averlo fatto, finalmente sopita, quando esci dalle lenzuola della ragazza di turno a seguito di una notte brava e ti accorgi che non è cambiato niente. Anzi, sembra pure peggio, perché quanto la nausea torna lo fa con gli interessi. Esattamente come me.
Il desiderio di voler cambiare le cose e l'impossibilità di riuscire a farlo. Come me.

Malgrado alcune delle situazioni che racconta sono diverse da quelle in cui mi sono trovato io, com'è ovvio che sia, è inevitabile non riconoscere quante siano invece le cose che ci legano.

«Sapete, la mancanza di senso che trovavo nella vita mi aveva spinto ad un certo punto a pensare alla morte, desiderarla quasi. Perché, in fondo, vivere una vita mediocre, nella quale l'unica maniera per sentirmi felice era riuscire a stordirmi in qualche maniera – con il sesso, con la droga, con l'alcol – non era vita. Questo mi dicevo: non è vita! Non è vita agognare le notti per sopportare gli oneri del quotidiano. Non è vita sentirsi costantemente sotto pressione di giorno, nel tentativo di costruire qualcosa, che puntualmente veniva distrutto, o autodistruggevo... non è vita! Che, poi, anche ce l'avessi fatta, pensavo, la morte arriva per tutti, e magari nel momento meno indicato...»

Ho una stretta allo stomaco mentre ascolto le sue parole perché, sebbene abbia paura ad ammetterlo pure a me stesso, sono pensieri che io stesso ho avuto...

Come il Diavolo e l'Acqua Santa [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora