*piccolo spazio autrice abusivo*
Lo so, sono in ritardo e vi ho fatto attendere, ma prima di leggere, vi prego, seguite i miei consigli: procuratevi generi di conforto alimentare e qualcosa da utilizzare come pungeball, ne avrete bisogno.Detto questo,
BUONA LETTURA!
Ci si ribecca sotto! 😉
ADAM
Quando apro gli occhi, sono subito costretto a richiuderli. La luce che filtra dalle finestre socchiuse è fioca, ma troppa per i miei occhi abituati al buio.
Mi porto una mano a massaggiarmi le palpebre, prima di dischiuderle nuovamente nel tentativo di capire dove mi trovo, un obiettivo reso difficoltoso dai cerchi che sento vorticare intorno alla testa.
Subito, scorgo vicino a me un corpo femminile aggrovigliato alle lenzuola, la pelle nuda e i capelli lunghi, scuri e scompigliati a ricoprire la superficie del cuscino e gran parte viso.
Prima ancora di riuscire a individuare l'identità della ragazza stesa vicina a me, una morsa stretta - strettissima - si stringe alla bocca del mio stomaco.
No. Non può essere.
Cerco di fare mente locale, richiamando all'attenzione tutti i momenti che mi hanno condotto lì, ma ho i pensieri offuscati e il male che sento alla testa si inasprisce a ogni tentativo.
Lascio che lo sguardo indugi su ogni superficie che dà forma alla stanza che mi ospita nel tentativo di scovare qualche indizio. È un luogo che mi sembra vagamente familiare, ma non capisco perché e non lo riconosco.
Mi tiro su a sedere sul materasso e, accusata la botta di nausea derivata dal movimento, do un'occhiata più attenta al volto della ragazza sdraiata vicino a me. I capelli e il cuscino al quale è abbracciata lasciano interamente scoperti solo la punta del naso e la bocca, ma bastano questi due dettagli a intensificare la morsa che sento alla bocca dello stomaco.
No. No. Non è possibile.
La presa di consapevolezza spiega il perché della sensazione di familiarità sprigionata dal luogo in cui mi trovo: la ragazza aggrovigliata alle lenzuola è Manuela; e in quella stanza, in quello stesso letto, tra quelle stesse braccia, io c'ero già stato anni fa.
Come punto improvvisamente da uno scorpione, scatto via dal letto, rischiando di ruzzolare a terra, inciampando in ciò che riconosco essere i miei jeans malamente arrotolati. Solo ora mi accorgo di essere nudo.
Oh mio Dio. Non può essere, è solo un brutto sogno.
L'incubo peggiora, quando mi accorgo che, in compagnia dei numerosi indumenti, a terra figurano anche almeno un paio di involucri aperti di preservativi.
La morsa alla bocca dello stomaco è sempre più violenta e un magone all'altezza della gola mi impedisce di respirare.
Che cazzo ho fatto? Che cazzo è successo?
Assetato di risposte, ritorno verso il letto e scuoto senza la minima cura la spalla di Manuela, richiamando la sua attenzione in maniera secca: «Ehi, svegliati!».
Dopo diversi scrolloni, Manuela solleva di scatto il suo viso dal cuscino. «Ehi, ma che modi!», si lamenta irritata.
«Che cazzo è successo ieri notte?», ringhio.
L'ammasso di boccoli scuri vengono scostati dal suo viso e dal suo sguardo, che si rompe nel mio, capisco che, esattamente come me, anche lei non si aspettava di trovarmi lì.
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Come il Diavolo e l'Acqua Santa [COMPLETA]
Fiksi Remaja🔸𝙎𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙫𝙞𝙣𝙘𝙞𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙒𝘼𝙏𝙏𝙔𝙎 𝟮𝟬𝟭𝟵 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙖𝙩𝙚𝙜𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙔𝙤𝙪𝙣𝙜 𝘼𝙙𝙪𝙡𝙩🔸 Apparentemente sembra non ci sia nulla che accomuni Adam ed Eden. Esattamente come il Diavolo e l'Acqua Santa sembrano appartenere a due...