ADAM
Impazzirò. Se non glielo dico, impazzirò.
Questa cosa mi sta tirando matto, letteralmente. Sono alleato e nemico di me stesso. Sono tormentato da una guerra i cui fronti sono interni e dove so che non sono previsti vincitori, ma solo vittime. Sono obbligato in un campo di battaglia, nel quale sarò costretto a tirare dentro anche Eden, e questo, ancora più di tutto il resto, mi dilania dentro.
Eden ha posato la reflex e non distoglie il suo sguardo dal mio, e non voglio che lo faccia, ma nel contempo fa così male. Lei non può saperlo ma ogni secondo che passa è una lama che si spinge ancora più in profondità nel mio cuore.
Come se non bastasse, ho questa canzone a fare da eco ai miei tormenti... Demons, degli Imagine Dragon, che sto cantando e suonando per lei, anche se forse lei non ha capito l'entità delle parole che le sto pronunciando...
"When the curtain's call
Is the last of all
When the lights fade out
All the sinners crawlSo they dug your grave
And the masquerade
Will come calling out
At the mess you madeDon't want to let you down
But I am hell bound
Though this is all for you
Don't want to hide the truth"La melodia esce a fatica dalla mia bocca, perché la verità di queste parole mi squarcia l'anima.
È incredibile quanto ogni verso sia in grado di dipingere la mia realtà. Me la sbatte in faccia, in tutta la sua crudezza, quando io vorrei solo chiudere gli occhi e fingere che tutto questo non sia altro che un sogno di cattivo gusto, frutto di una mangiata pesante rimasta sullo stomaco.
Quanto vorrei che questo scherzo idiota non sia vero, che non sia mai esistita nessuna stupida scommessa fatta con i Fantastici e che non sia costretto, ora, a dover fare i conti con le mie decisioni sbagliate.
Ho consumato le dita e le orecchie per quante volte ho ascoltato o ho provato a suonare Demons, nell'ultima settimana. E, mentre lo facevo, ho pensato e ripensato a Eden; alla volta in cui l'abbiamo ballata, dopo tutto il casino che era successo; a come tutto è iniziato, in stazione con i fantastici; a quello che le sto facendo e continuo a farle lasciando che i lacci di quella trappola che ho intessuto a suo discapito si facciano sempre più stretti.
"They say it's what you make
I say it's up to fate
It's woven in my soul
I need to let you go"La mia voce è sempre più rotta mentre mi ostino a cantarle quelle parole.
Ho bisogno di lasciarti andare...
Faccio forza con tutto me stesso per impedire alle lacrime che mi pizzicano sotto gli occhi di fuoriuscire. Non voglio piangere. Non voglio farmi vedere mentre lo faccio. Non voglio che lei, o nessun altro, mi veda così.
Penso che dovrei smetterla di cantare 'sta canzone, perché sto infilando il coltello troppo in profondità nella piaga, ma non ci riesco. Non riesco a fermare le mie mani che stringono l'asta della mia chitarra, come un pugnale, e continuano a sfregare e pizzicare le sue corde, come la lama frastagliata.
Come ho potuto?
Come ho potuto guardarla negli stessi occhi che mi stanno guardando ora e raccontarle tutte quelle sciocchezze? Come ho potuto pensare fosse un prezzo accettabile lasciare che le mie ombre offuscassero la luce che Eden ha dentro e che gli occhi non riescono a celare?
"Your eyes, they shine so bright
I want to save their light
I can't escape this now
Unless you show me how"Continuo a suonare e cantare i versi di questa canzone che liberano me e cercano di raggiungere lei, per spiegarmi, farmi comprendere. Canto a lei, e spero che lei sia brava abbastanza da leggermi nel pensiero, in qualche maniera; che lei sia brava a sufficienza da essere in grado di decifrare il linguaggio della mia anima e di aiutarmi. Aiutarmi a trovare una via d'uscita ora in cui mi sembra di essere circondato da muri che mi opprimono, provocando una claustrofobia dalla quale non so emergere.
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Come il Diavolo e l'Acqua Santa [COMPLETA]
Teen Fiction🔸𝙎𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙫𝙞𝙣𝙘𝙞𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙒𝘼𝙏𝙏𝙔𝙎 𝟮𝟬𝟭𝟵 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙖𝙩𝙚𝙜𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙔𝙤𝙪𝙣𝙜 𝘼𝙙𝙪𝙡𝙩🔸 Apparentemente sembra non ci sia nulla che accomuni Adam ed Eden. Esattamente come il Diavolo e l'Acqua Santa sembrano appartenere a due...