8•Sorpresa da incubo Pt.1•

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Sono le dieci.
Il tempo è trascorso lentamente. Ho passato l'intera nottata a contemplare il soffitto o guardare il moto delle lancette dell'orologio fino a che non mi sono addormenta - quattro ore - e poi di nuovo svegliata per contare ogni minuto come un minuto di angoscia.

È la mia giornata libera, la mia prima giornata libera da quando sono in questo posto. Stavo aspettando questo momento da giorni, ma ora che ci sono dentro, mi sembra quasi di poter sentire la mancanza del mio studio. O forse è esattamente Lucifer a mancarmi...in realtà di queste cose non me ne intendo per nulla: cuore, stomaco, anima, amore e bla bla bla. So che fanno male prima di fare bene ed io sono esausta. So anche che ieri stava rischiando grosso e solo per potermi salvare la pelle. Se non avessi alzato la voce, se non me lo fossi messo contro, beh...si, probabilmente se non avessimo litigato l'attimo prima dell'ingresso di Thompson, neanche lui avrebbe rischiato così tanto. Insomma, basti pensare al suo libro e a come quel proiettile ci sia rimasto incastrato dentro, assurdo...ma gli ha salvato la vita meglio di come avrei potuto fare io.

Un rumore improvviso mi fa sussultare e scattare in piedi con una sola mossa veloce. Infilo la felpa nera - una di quelle giganti - e prendo la scopa per poter iniziare a camminare piano: scendo e mi guardo attorno col cuore che corre superando qualsiasi altro fracasso esterno. Arrivo in cucina e spalanco gli occhi tenendo comunque le braccia stese per mantenere la mazza della scopa in orizzontale
«Come sei entrato?» domando subito, alza lo sguardo verso di me sorridendo e avanza lentamente mentre mantiene ben salda una bottiglia di latte.

«Mi ha chiamato Linda» la butta lì prima di continuare a guardare l'etichetta azzurra. Riporto la scopa in verticale e la mia espressione da arrabbiata diventa quasi delusa. A volte mi dimentico della loro "storia passionale". Ho chiesto espressamente a mia cugina di non parlarmene, ma arrivati a questo punto, deduco che esprimermi le proprie idee a riguardo non possa far male. A nessuna delle due.

«Per...?» mi guarda confuso «Dico...ti ha chiamato per...insomma...» sbuffo puntando al soffitto, lo chiederei senza problemi a Linda, ma non c'è, è a lavoro e lo posso ben capire dal saluto: come ogni giorno, prima di andare via, lascia il suo biglietto sul frigo. Si sveglia sempre molto presto e non le piace fare casino. Anche quando a svegliarmi presto sono io lei è comunque in anticipo.

«Cosa? Sei una pervertita!» dice accigliandosi con tono quasi sconvolto, come se lui non avesse mai potuto neanche immaginare una cosa del genere. Cosa assolutamente non vera, visto che passa le sue nottate fra gambe e veli di ogni genere - o almeno questo è quello che si dice nei corridoi della centrale. A volte sembra di essere ritornati a scuola in quel posto.

«No, aspetta! Sei tu che non fai altro che parlarne!» preciso rabbiosa

«Io? Sai, non me lo aspettavo proprio da te!» commenta offeso lasciando la bottiglia da parte

«Ti odio!» ringhio posando a mia volta la scopa accanto alla parete destra

«E tu davvero volevi difenderti con quella cosa?» chiede abbozzando un sorriso

«Quella cosa, si chiama scopa, avrei potuto spaccartela addosso. E per tua informazione, questa è casa mia»

«E di Linda» precisa con l'aiuto di un indice obbligandomi a guardare il soffitto in cerca di aiuto. «Ah! Ti ho preparato la colazione» mi mostra la frittata, lasciata a raffreddarsi nel piatto con accanto un pezzo di pane, a Parigi questo lo usavo per pranzo ma data l'ora non posso neanche lamentarmi, dai! Chi è che preparerebbe la colazione alla donna più nervosa del pianeta? Semplice! Lucifer Morningstar.

Lo prendo ringraziandolo, ma nonostante tutto, sono costretta a posarlo sul tavolo e quindi lasciarla raffreddare ancora un po' per via del suono del citofono. Escludendo tutte le possibilità, non so di chi si possa trattare: Linda è a lavoro e l'unico che potrebbe venire qui è già dentro casa.

Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora