28•Dimmi che non mi ami•

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Perdere Linda è sentire altri pezzi di mura sgretolarsi al mio interno. Come se tutto ciò che avessi fatto per poterle issare ogni volta di più, fosse stato inutile.

Dopo più di tre ore, passate all'interno di una piccola stanza piena di computer - con la possibilità di poter uscire da questo posto con tre occhi e otto gambe per via delle numerose onde elettromagnetiche presenti - sono giunta alla verità.

Il cellulare mi squilla ad intermittenza. Lo prendo leggendo svogliatamente i messaggi da parte di Lucifer:
L: Puoi passare da me?
L: è importante. Si tratta di qualcosa di davvero importante.
L: me.
L: Detective, non ignorarmi. Grazie.

Evitando palesemente di regalargli altro tempo, continuo con le mie ultime ricerche su un certo "Johnathan Cris": un meccanico sulla cinquantina, l'unico che all'ora dell'aggressione era nello studio di Linda, e se il mio sesto senso non sbaglia e si, non sbaglia mai...devo andare a trovarlo per poter fare quatto chiacchiere alla Blake.
***
Nonostante durante il viaggio continui a ripetermi di non farlo perché potrebbe andare peggio e sono già a pezzi, decido ugualmente di raggiungere il Lux - prendendo in prestito l'auto di Linda.

Provare a far finta di nulla ogni volta è fastidioso. Odio dover passare del tempo con Lucifer sapendo che dentro brucia tutto, ma se c'è una cosa che odio ancor di più, questa è proprio lasciarmi controllare da stupide farfalle che volano nello stomaco. Da quando la mia storia col mio ex è andata fortemente a quel paese, amare qualcuno era l'ultima cosa che volevo. Lasciarmi amare, anche.

È come se volessi e voglia ancora continuare a proteggere la mia vita, ma ogni volta che c'è Lucifer tutto diventa più complicato del previsto. La situazione è insostenibile perché per quanto io provi a dividere il cuore dal lavoro, lui è ovunque...e non posso scappare.

Lascio la porta chiudersi da sola dietro le mie spalle e furtivamente mi guardo attorno, ora che tutto - almeno qui dentro - è quasi buio pur essendo soltanto le tre del pomeriggio. Silenziosamente prendo terreno e il cuore mi esplode direttamente quando dal nulla mi compare Maze ad un millimetro dal viso. Faccio un passo indietro provando a trattenere un urlo di terrore, e lei ride divertita per essere riuscita presumo nel suo intento (spaventarmi)
«Ora capisco perché Lucifer perde tempo in questo mondo.» precisa scendendo con lo sguardo sul mio seno perfettamente coperto da una maglia a collo alto mentre si lecca le labbra. «Sai? Dovremmo passare più tempo assieme.» alzo l'angolo della bocca, non sapendo bene cosa dire per non essere mandata via direttamente «Ma non ti va. Lo capisco» crea una smorfia di disapprovazione e le sorrido rigidamente.

«Non è il periodo migliore.» mi fissa scettica e improvvisamente tira il mio polso a qualche centimetro dal suo viso, scopre frettolosamente i miei bracciali toccandone uno in particolare, quello bianco. Lo stesso che fece incuriosire anche Amenadiel la prima volta che ci presentammo.

«Chi te lo ha dato?» domanda. Tiro giù il braccio comprendolo subito.

«Non mi ricordo. Ero piccola quando me lo lasciarono fra le mani.» commento a voce bassa sperando che nessun altro me lo tocchi. Non ha un vero e proprio significato per me, ma ogni volta che lo stringo è come poter sentire la presenza di mio padre un po' più vicina. Questa sensazione mi piace, mi fa stare bene. E non voglio che qualcuno me lo strappi via. Chiarendole le idee mi fa strada nella parte ovest del locale, meno illuminata del resto, e alla vista di Lucifer, immobile davanti ad un bicchiere mezzo vuoto, continuo il mio ingresso da sola:
«Mi hai chiamata?» domando con noia. Pur essendo certa di non voler essere in nessun altro posto dove non ci sia lui.

Non lo capisco, non mi capisco. Lucifer mi fa impazzire: voglio essere a due millimetro dalla sua bocca eppure, restargli lontana sento che non sarebbe una cattiva idea. Lo desidero con ogni parte di me, e con le stesse parti lo voglio lontano.

Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora