14•Quando il diavolo accarezza, vuole l'anima•

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Prima di qualsiasi altra cosa devo interrogare "Davis Davila", il nipote della vittima, colui che nel video è stato ripreso mentre parlava con Lucifer. Dalle varie indagini si è giunto al nome, all'età e persino all'indirizzo di casa sua.

È incredibile come la tecnologia mista ad un miliardo di altre cose riesca a dare tanti risultati in così poco tempo.

Senza vedere oltre ciò che ho di fronte mi dirigo decisa come un mulo nel parcheggio sul retro, pronta per appropriarmi dell'auto di Dan - presa in prestito fin quando non mi decido a comprarne un'altra tutta mia -.

Grazie alla chiave telecomando, riesco ad aprirla pur restando ancora lontana.

Una voce alle mie spalle mi fa tremare e chiudere gli occhi di colpo:
«Vai senza chiamare?» domanda con sicurezza l'unico che avrebbe potuto raggiungermi in punta di piedi, Lucifer.

«Qualcuno ha detto di non voler lavorare, o sbaglio?» mi giro così da porterlo guardare incrociando le braccia al petto, spingo la schiena alla portiera senza perdere poi altro tempo per poter completare con aria fiera la mia frase «Ah no! Aspetta! Io non sbaglio mai.» mi guarda creando un mezzo sorriso ma quando prova ad avvicinarsi e vede la mia mano alzarsi come se volessi dirgli "stop", lo fa immediatamente.

«Lo so!» ammette prima di sbuffare sonoramente «Mi dispiace.» conclude leggermente annoiato «Non volevo.» riprende dopo qualche secondo di silenzio nei quali probabilmente si aspettava un "Dai! Non ti preoccupare. Che sarà mai? In fondo hai solo lasciato le indagini come se fosse nulla. In più sei stato con la vittima e lo hai semplicemente negato. È una cosa che capita.", magari con l'aggiunta di un abbraccio caloroso - che da oggi si potrà scordare definitivamente.

«Esattamente...cosa, non volevi?» chiedo lentamente alzando un sopracciglio, scettica di tutto ciò. Soprattutto delle sue scuse che di serio non hanno nulla. Il detto è uno, ed io lo conosco bene:
"quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima.", e per uno come lui non me ne stupirei.

«Ascolta, detective...» lentamente ottiene terreno fermandosi a qualche passo scarso dal mio corpo «chi ha ucciso quel vecchio ha qualcosa di mio.» commenta con voce più bassa e tenebrosa ma tremendamente, incontenutamente e fottutamente sexy! «Quindi, si. Mi dispiace davvero. Voglio fare il mio lavoro, non mi tirerò più indietro.» lo guardo creando una smorfia quasi divertita dalle sue parole supplicanti.

«Dev'essere davvero importante ciò che ha preso.»

«Lo è.» sentenzia aspro, posandogli una mano sul petto mi alzo sulla punta dei piedi così da recuperare qualche centimetro e arrivargli all'orecchio grazie anche al suo viso leggermente abbassato.

«Cos'ha preso?» domando sussurrando trasformandomi nella creatura più femminile del pianeta in un attimo - cosa che non mi si addice per nulla. Sta giocando con me ed io gioco con lui. È così che si fa! Occhio per occhio, dente per dente.

«U...na cosa» risponde faticando, e porta solo lo sguardo verso i miei occhi - ovviamente per quanto gli è concesso data la nostra vicinanza - .

«Cosa?» rimarco spostandomi davanti alla sua bocca temendo di poter cadere nel mio stesso tranello. Non sarebbe una novità, qui l'unico che potrebbe far cadere le persone ai suoi piedi è lui. Chi voglio prendere in giro. «Allora?» continuo sensualmente per voler ottenere subito una risposta e finire questa farsa che non farà altro che peggiorare il mio stato emotivo.

«Un perno.» alla sua risposta secca e decisa, però, lo allontano con una spinta fortissima, tanto forte da riuscire a farlo indietreggiare.

«MENTI.» ringhio al limite.

Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora