Ormai è buio, fa freddo, la sabbia su cui sono stesa da più di un'ora è bagnata e i capricci del cielo non promettono bene.
Probabilmente dovrei tornare a casa, dovrei mangiare e fare una doccia. Probabilmente dovrei reagire, dovrei alzarmi e combattere per rimontare le mura. Probabilmente dovrei davvero iniziare col fare tutto ciò...ma non ci riesco. Non ho neanche la forza di alzarmi da terra, né quella di parlare. Persino piangere sta diventando faticoso.
***
Alzo lo sguardo che qualche secondo fa era fermo a delle scarpe nere, e punto agli occhi dolci di Amenadiel. Si piega sulle ginocchia e lascia una mano sul mio viso sporco e tremendamente a pezzi.
«Non puoi restare qui.» spezza il silenzio con queste quattro paroline deboli. Chiudo gli occhi e annuisco lentamente. Con molta delicatezza mi prende fra le braccia come se fossi morta. Appoggio la testa sul suo petto e lascio che mi porti a casa.La sua casa.
Il nostro viaggio è stato breve e soprattutto silenzioso, ma non cercavo altro. Non lo avrei sopportato. Odio poter essere guardata con pietà, tuttavia, so che non può fare altrimenti. Provo a non parlare perché se dovessi farlo inizierei ad urlare, provo a non fissarlo, perché se dovessi farlo, comincerei a piangere. Provo ad evitare tutto solo per poter restare ancora intatta: sono già caduta una volta, ho trovato la forza di rialzarmi...eppure, ora che mi trovo nella stessa situazione sembra anche peggio.
La cena è una semplice pizza della quale tocco solo una fetta. Ho lo stomaco chiuso da troppo, non mi sembra possibile neanche essere ancora in vita.
«Ti stai lasciando andare.» precisa con voce leggermente più dura dopo aver perso tempo a studiare la mia figura spenta «Devi fare qualcosa.» lascio tutto il cibo nello scatolo e senza neanche guardarlo in faccia mi alzo per potermi buttare sul divano in pelle. Resto ferma qui riaggomitolandomi come mio solito e fisso il vuoto provando a non piangere.
Si avvicina, prende un grande respiro e prima di potermi dire altro, la porta si spalanca e le urla di Lucifer che si scagliano direttamente contro il fratello mi fanno quasi paura.
«TU. CHE COSA HAI FATTO?» gli domanda con voce alta, dura, decisa e rugosa. Scivolo dal divano mentre Amenadiel lo raggiunge così che non possa sapere che io sono qui.«La cosa giusta.» risponde. Porto le mani sul pavimento cercando di ristabilire il respiro.
«E QUAL È LA COSA GIUSTA?»
«Lucifer, devi tornare al tuo posto»
«IL MIO POSTO È QUI. CON LA DETECTIVE. IO DEVO PROTEGGERLA. DEVO RESTARLE VICINO.»
«Ma lei non vuole più te.» precisa straziandomi.
«ED È COLPA TUA.» urla ancora più forte costringendomi a prendere coraggio. Senza neanche pensarci due volte corro e mi fermo davanti al corpo di Amenadiel come se volessi proteggerlo dall'ira di Lucifer.
«NO» grido spalancando le braccia riuscendo a percepire il suo cambio d'umore improvviso.
«...Jo» si lascia sfuggire un sospiro di sollievo quasi impercettibile «Perché...perché sei qui?» il suo viso è più bianco ma la testa inizia a girarmi per la corsa troppo veloce.
«Non puoi prendertela con Amenadiel. N-non puoi dare la colpa agli altri per quello che fai tu.» non riesco a stare neanche in piedi «Tu sei stato con lei. Io starò bene, mi rialzerò da sola. Come ho sempre fatto. Però tu devi smetterla. Devi smetterla di essere dove sono io. Devi smetterla di...cercarmi. Devi smetterla.» concludo con un filo di voce riportando a poco le braccia lungo il mio corpo instabile «perché tu mi fai male. Ogni volta che mi sei vicino mi fai male.»
«Ascoltami. Io non ho fatto niente.» giro leggermente il viso verso Amenadiel, il quale, capendo la situazione decide di lasciarci soli anche se palesemente non è ciò che vuole. «Non posso neanche mentirti, diamine. Credimi.» spinge leggermente il suo viso stanco verso di me «Io non ho toccato neanche con un solo dito quel corpo nudo.» ammette mostrandomi i suoi occhi lucidi
«Perché dovrei crederti? Il tuo unico desidero era scoparmi. Era questo ciò che volevi.» mentre lo dico la terra mi scappa da sotto i piedi e in un certo senso spero con tutta me stessa che ancora neghi. Ci credevo, lui voleva me...ma per quanto? È questo che mi ha spezzata.
«Il mio unico desiderio sei tu.» abbasso la testa impedendo alle sue parole di toccarmi ancora «Jo. Sei sempre stata tu.» sussurra quasi con sofferenza
«Menti» ringhio trovando la forza di alzare il capo «Tu menti! MENTI.» urlo scagliandomi contro il suo petto per volerlo spingere via, le lacrime offuscano la mia vista ma inizia a stringere i miei polsi, e le sue mani cambiano arrestando ogni mio movimento.
«Jo» mi chiama ancora, guardo i suoi occhi stracolmi di lacrime ma velocemente anche il colore della sua pelle cambia. Il suo viso è rosso. È bruciato. È spaventoso. «Io non posso mentire» precisa con voce bassa e disperata. «Non ho mai voluto ferirti»
«Tu...s-sei...-» il cuore mi fa male, tutto ciò che da sempre ho temuto mi si sta presentando dinanzi. Il mio peggior incubo. Le sue parole sono sempre state vere! Ed io...non ci ho mai creduto.
«Sono il Diavolo.» lascia i miei polsi che mi cadono ai fianchi senza più vita. Deglutisco sentendo le mie mani tremare e portare con sé le gambe, le labbra e persino gli occhi. Faccio qualche passo indietro sentendo un macigno sulla bocca dello stomaco. Indugia molto prima di continuare a parlare «Io sono questo.» indietreggio ancora sbattendo con la schiena alla parete. Allarga leggermente le braccia facendo qualche passo «Ho cercato di dirtelo.»
«Era tutto vero» mormoro con fatica
«Ho cercato in ogni modo di starti lontano, ma non ci riesco.» chiude gli occhi come se stesse pensando a tutto ciò che è successo «È la cosa più difficile che abbia mai fatto.» Mi abbasso sulle ginocchia chinando la testa sulle gambe che stringo al petto come se volessi creare uno scudo per ciò che sento stringermi e togliermi il respiro. Il silenzio avvolge ogni cosa e il mondo mi crolla letteralmente addosso «Ho capito.» la sua voce delusa più di ogni altra cosa, cambia nuovamente.
Rialzo lo sguardo e punto direttamente ai suoi occhi scuri, confusi, imploranti...si abbassa venendomi vicino, lascio che posi la sua mano sul mio viso tremante. Schiude le labbra e fissa interminabilmente i miei occhi «Io non smetterò mai di amarti.» sussurra con le lacrime agli occhi «Mai» lentamente posa nelle mie mani lo stesso bracciale che qualche ora fa gli ho lanciato contro. Lo guardo sentendo una lacrima solcarmi il viso.Vorrei fermarlo, vorrei fare qualcosa, qualsiasi cosa per ricordagli quanto io...sia innamorata di lui, ma le parole mi muoiono in gola ancor prima di poter diventare pensieri, tutto attorno a me perde il suo colore quando si alza spezzandoci. Spalanca le sue grandi ali bianche uccidendomi il respiro e appena mi mostra le spalle riprende con tanto dolore: «Mi scegli?» sospira amaramente «Puoi scegliermi per ciò che sono davvero?» mordo le labbra strozzando i singhiozzi.
«Lucifer...» allungo una mano come se volessi fermarlo ma senza voler sapere altro avanza piano, «Aspetta» sussurro morente lasciandomi cadere sul pavimento «Aspetta, t...ti prego» ripeto fra le lacrime, «Lu-» ma quando riesco a fare un passo in più, di lui non c'è nulla.
Né il suo buon profumo.
Né quel sorriso che odiavo tanto.
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Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×
FanficDa una parte il fuoco, dall'altra l'acqua. Impossibile, eppure forte. Lucifer, il diavolo in persona: affascinante, persuasivo, deciso, esaltato. Basta uno sguardo e il gioco è fatto. Ma cosa dovesse succedere se a fare breccia nel dipartimento fo...