30•Morta dentro•

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La porta del bagno in cui sono chiusa da più di un'ora - con lo sguardo fisso nei miei occhi stanchi -, si spalanca a poco... Dal riflesso riesco ad intravedere Linda che camminando piano arriva al mio fianco e si ferma davanti allo specchio.
Non parla.
Non mi guarda.
Non fa niente.
È qui, e questo basta.
...
«Perché?» le chiedo con un filo di voce stringendo il bordo del lavandino, poi mi faccio forza, mi giro verso il suo profilo e tutto crolla. Ancora. «Perché?» le labbra mi tremano ininterrottamente e le guance bruciano «Perché deve andare tutto così male?» urlo. Alza lo sguardo puntandolo nei miei occhi, ora più rossi, più gonfi...
Più sfiniti.

«Perché non provi a perdonarlo?» mi chiede col tono più semplice che riesce a ricreare.

«Perdonarlo?» abbozzo una piccola risata che mi fa male dentro «Ogni volta che lo faccio lui mi uccide. O-...ogni volta» preciso con un macigno sul petto che mi impedisce persino di respirare. Lui mi fa male, mi fa piangere. Mi rende maledettamente debole e dipendente dalle sue mani, dal suo profumo, dal sorriso e gli occhi, i suoi occhi!
Ammezzerei per poter essere guardata ancora come ha fatto quella notte.

La nostra stupida notte. Si è preso tutto e lo ha lasciato cadere come se fossi niente.

Abbasso il viso bagnato senza aggiungere altro e stringendo le mie braccia al corpo mi dirigo in camera per poter restare seduta sul pavimento freddo. Nello stesso angolo buio in cui sono inchiodata da circa tre settimane, a volte senza neanche mangiare, altre piangendo fino a sentirmi male...altre ancora, semplicemente stringendo le mie gambe al petto sperando che qualcosa cambi.

Qualsiasi cosa.

È bastato poco, pochissimo:
Mi sono svegliata e Lucifer non era al mio fianco: "bene", ho pensato, "sarà in cucina" mi sono detta...

Ho infilato una delle sue camice profumate, avevo voglia di stringerlo a me, la notte prima avevamo fatto l'amore, era stato bellissimo ed io non ne avevo abbastanza.
Lo sentivo fin dentro le vene: lui mi stava amando.

Raggiunsi il soggiorno, c'era silenzio, c'era pace, era tutto così perfetto che quasi non sembrava vero...

Ma poi...la mia vista cadde lì, su due corpi nudi, l'uno al fianco dell'altra.
Fu esattamente in quell'istante che sentii l'ultimo pezzo del mio cuore, quello che qualche ora prima gli avevo regalato, rompersi irriparabilmente. Una lacrima mi scivolò sulla guancia sinistra, mi sentivo come se mi avesse appena infilato una spada nel petto. Il fiato iniziò a mancare, il vuoto ad aumentare. Tutto ciò che non sentivo da un po' si è fatto strada nelle mie vene. Tutto quell'odio, quel dolore.

Lo sapevo,

Lucifer...

Lucifer non sarebbe cambiato. Una notte con me era ciò che voleva ed io l'ho accontentato sperando che il passo successivo sarebbe stato chiedere la mia mano...e invece...sono ritornata nella stanza, nella stessa stanza in cui i nostri corpi nudi erano ancora lì a giocare, a muoversi, ad amarsi...

Sono stata una stupida! E mi odio! Voleva giocare con me, ed io l'ho lasciato giocare senza pensare al dopo. Al male, alle lacrime. A tutto l'inferno che lo avrebbe seguito.

Ho preso tutte le mie cose e senza neanche salutarlo sono scappata via, ero in lacrime, non vedevo nulla, ho fermato il primo taxi e sono tornata a casa, ho aspettato Linda, le ho raccontato tutto pur sentendomi morire ogni secondo di più, ho rivissuto quel momento in ogni parola che le dicevo e mi sbagliavo, non stavo volando, o forse si...ma poi sono precipitata, e mi sono fatta così tanto male da non riuscire più a combattere. Né a trovare un motivo per rialzarmi da questo buio.

Il tempo sembrava infinito e nello stesso tempo era invisibile. Sulla mia pelle ho ancora le sue mani, e davanti a me non passa altro che "noi". Quel noi che mi sta uccidendo, che mi sta risucchiando in un vortice scuro, freddo, isolato dal resto.

L'amore fa male,
Ed io lo sapevo.

Certo che lo sapevo.

Sapevo tutto fin dall'inizio e ho lasciato che facesse di me una piccola bambolina! Lo odio. Odio tutto.
«Ti ODIOOO!» urlo lanciando il piatto pieno di penne contro il muro bianco come se fosse la mia vita. Mi alzo di colpo e senza neanche rendermene conto arrivo alla finestra bagnata da varie gocce di pioggia solo per poterla scazzottare fino a farmi male, fino a trasformare le mie urla strazianti in pianto, fino a scivolare sul pavimento e riaggomitolarmi lasciando tutto il peso sui piedi che ora bruciano.

Lui voleva me.
Lui mi amava.
Io l'ho visto nei suoi occhi.

L'ho visto!
Altre lacrime solcano il mio viso spento, le braccia di Linda ora ristringono il mio corpo distrutto. Prende con sé tutto il mio dolore senza dire nulla, accetta le urla, accetta i pianti, accetta ogni cosa pur non riuscendo a trovare il tasto giusto.

Probabilmente quello di cui solo Lucifer ne ha il controllo ed ora...

Non può più nulla.

Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora