Aumento il passo maledicendo il momento in cui sono uscita di casa e per di più senza ombrello, in pieno inverno.
Giunti a questo punto non posso far altro se non accettare le numerose goccioline d'acqua che si insinuano prepotentemente nei miei vestiti - è finita! Ormai è deciso, entrerò in ritardo e per di più come se fossi appena uscita dalla doccia, una doccia di merda!Come se non bastasse, questo posto non aiuta per niente: centinaia di edifici enormi e neanche un balcone che possa ripararmi dalle intemperie del tempo. Mi fermo allungando una mano nella speranza di poter almeno avere un passaggio, ma l'unica cosa che fa sfrecciandomi davanti, è semplicemente schizzarmi altra acqua sporca addosso.
Mi blocco di colpo con gli occhi strizzati e la bocca aperta «Perché? Perché tutto a me?» borbotto esausta prima di provare a staccare i vestiti dal mio corpo, disgustata al solo pensiero di tutte quelle malattie incurabili che potrebbero venirmi nel giro di due ore.
Tiro l'ennesimo sospiro, il quale non dovrebbe far altro che darmi forza, e riprendo il cammino verso il Lux; l'unico vero motivo per il quale sono qui è Linda.
"Dai ti aspetto!" diceva "Vedrai ci divertiremo" diceva! Ed io come una cretina le ho dato retta, lo sapevo che non dovevo uscire di casa, lo sapevo che meglio del divano con un pacco di pop corn e una serie drammatica non c'era. Lo sapevo!Un sorriso, però, nonostante tutto, mi sfugge quando a diventare padrone dei miei occhi è un edifico in stile churrigueresco situato a West Hollywood; a dir la verità non ci sono mai stata:
1-perché non ho mai avuto tempo, 2-perché non amo i night club
3-perché potrei continuare all'infinito ad elencare tutto il mio odio verso la Vida loca. Se riesco a riconoscere la facciata è solo perché Linda non ha fatto altro che ripetermelo fino allo svenimento.Mi fermo all'entrata facendo vagare il mio sguardo ovunque - opulente per non perdere l'eleganza, forte anch'esso di uno stile vagamente retrò e scintillante, donne, donne, donne...e infine altre donne.
Lasciando al caso tutto, persino le mie condizioni precarie, mi dirigo direttamente al bancone, la musica alta e le chiacchiere mischiate mi stordiscono a tal punto da farmi girare la testa, con passo lento e talvolta bloccato arrivo finalmente ad uno sgabello rosso sangue dove butto la mia intera vita in quest'esatto istante.
Nonostante il mio ritardo, di Linda sembra non esserci traccia, così mi decido a mandarle un messaggio e nell'attesa mi faccio notare dalla barista, una bella donna vestita con abiti in pelle.
«Ciao.» le sorrido anche se dentro ho un drago! Avrei voglia di sfasciare tutto.«Ciao. Cosa ti porto?»
«Qualcosa di forte...sorprendimi» le dico con aria di sfida che sembra apprezzare subito
«Mh...seratina difficile?»
«Noiosa più che altro.» sbotto burbera facendole nascere un sorrisino
«Una donna sola, nel mio locale, e che si annoia?» a questa domanda mi giro subito verso sinistra restando di pietra
«Lucifer? Questo posto è tuo?» chiedo facendo fatica a crederci
«Fantastico, vero?» dopo il suo solito sguardo malizioso butta le spalle al bancone per potersi guardare attorno, proprio come farebbe un qualsiasi artista con la propria opera.
«Non è esattamente il modo in cui lo descriverei ma...» mi interrompo appena una bella donna dalle gambe lunghe e un vestito decisamente troppo piccolo per le sue forme, si avvicina sproporzionatamente al suo corpo toccandogli le labbra con l'indice, la cosa disgustosa è che non fa niente per allontanarla da sé.
«Ciao. Tu devi essere Lucifer»
«L'unico, mia cara» afferma pavoneggiandosi mentre con un solo sguardo la divora
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Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×
Fiksi PenggemarDa una parte il fuoco, dall'altra l'acqua. Impossibile, eppure forte. Lucifer, il diavolo in persona: affascinante, persuasivo, deciso, esaltato. Basta uno sguardo e il gioco è fatto. Ma cosa dovesse succedere se a fare breccia nel dipartimento fo...