20•Il sospetto•

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Guardo i suoi occhi, il colore della stanza cambia, un leggero terremoto fa vibrare tutto; mi aggrappo con una sola mano al pianoforte e a poco sento l'aria scomparire, il calore salire, le gambe tremare. Il cuore pulsa ovunque e la vista mi si offusca.

«Lucifer...» lo chiamo con un filo di voce, ma quando riporta il suo viso verso di me, una scossa fortissima sembra colpirmi in pieno la pancia. I suoi occhi scuri, cambiano nettamente intensità, e poi colore, la sua pelle comincia a smodellarsi e dalla testa, un paio di corna nere, cominciano a spuntare fuori diventando più lunghe, più lunghe ancora fino a farmi urlare e scappare via, fino a farmi correre, agitare, e andare via. Via da questa casa, dal suo corpo, la sua coda, il mantello, via dal suo essere.

Da lui. Da ciò che vedo, da ciò che sento.

Corro, corro tanto, mi giro indietro, le lacrime solcano il mio viso rosso, la paura si ingigantisce ogni attimo di più, tutto si fa buio, non ci sono porte, né finestre. Non c'è nulla.

In questo vuoto contornato da silenzio, delle macchie di sangue sporcano l'aria e il viso bruciato di Lucifer rispunta alle mie spalle e poi davanti.

«Me lo avevi promesso» sussurra entrando fin dentro la mia anima, prima di svanire come fumo senza lasciare più tracce.
...
Finalmente, come se dopo ore interminabili passate col fiato trattenuto, e le mani strette al collo... spalanco gli occhi respirando a fatica, il petto fa su e giù instancabilmente e il sudore mi bagna il corpo caldo, mi guardo attorno con terrore passando da una parte all'altra della stanza senza riuscire a trovare pace...

Un incubo...

"È stato solo un brutto sogno"
Ripeto in mente per poter riprendere fiato.

Non esiste, non può esistere.
...
«Oh...sei sveglia» giro subito il mio viso sudato verso la voce, ma non riesco a fare altro oltre che guardarlo come se da un momento all'altro potessi assistere alla sua trasformazione «Mh...non sono uno che fa caso ai sentimenti, di solito. Ma tu sembri davvero turbata. Tutto bene?» domanda alzando un sopracciglio, sicuramente certo del mio stato d'animo tormentato. «Ti va di parlare...O...Possiamo sempre fare sesso!» conclude con cambio di tonalità improvviso

«Non ti arrenderai...vedo» rispondo stizzita dopo una lunga esitazione riportando lo sguardo alle mie mani che stavano stringendo fortissimo le coperte bianche della casa - ormai certa - di Lucifer.

Alcune volte sembra che tutto sia più grande di me, né risento molto, da quando sono a Los Angeles sento schiacciarmi ogni istante di più: non sono pronta a tutto questo. Altre volte, credo di dover partire e andare via da ciò che accade.

Altre ancora, tipo adesso, ne sono fermamente convinta.

Provo a scacciare ogni pensiero e retropensiero di fuga, io non sono così, io non scappo dai problemi.
O li creo, o mi ci butto!

Ed ora devo buttarmi.

«Lucifer?» risponde con un verso scarso mentre continua a frugare nel suo armadio «Tu non mi mentiresti mai, vero?» a questa domanda, si gira molto lentamente posando direttamente il suo sguardo nei miei occhi confusi.

«Mai» afferma con voce bassa, annuisco energicamente buttando i capelli spettinati alla parete.

«D'accordo...» sussurro chiudendo nuovamente gli occhi.
***
Dopo una doccia veloce, afferro l'asciugamano nero e lo avvolgo al mio corpo fino a raggiungere la terrazza dove trovo il padrone di casa - girato di spalle - intento a fumare una sigaretta, senza creare il minimo rumore mi limito a guardare la sua schiena. Ma proprio quando invece, provo a fare un passo indietro, ecco che vengo bloccata:
«Detective...» mi fermo sul posto posando una mano sul petto, ancora sbatte forte e ancora, temo di poter avere un infarto da un momento all'altro.

Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora