Tell me why
Ain't nothin' but a heartache
Tell me why
Ain't nothin' but a mistake
Tell me why
I never wanna hear you say
I want it that wayLe nostre voci sovrastano la radio nel cantare I want it that way dei Backstreet Boys; il vento che passa dal tettuccio abbassato di una cabriolet d'epoca; le nostre risate ad unirsi; le mani ad intrecciarsi ogni qualvolta si spostano dal cambio-marcia.
Cos'è la felicità? Harry Edward Styles che ti prende per mano, con i ricci all'aria, gli occhi chiusi, che canta i Backstreet Boys rilassato sul suo sedile.
Sorrido nel vedere il cartello Holland Park: turn off your thoughts and let yourself be lulled by nature*.
"Holland Park? Non ci sono mai stato" osserva incuriosito "Lo so, Harold. Per questo ti ci porto io" dico e sorride.
Parcheggio lì, sotto il segnale, e scendo, prendendo la mano di Harry.
Holland Park è un posto meraviglioso che ho scoperto per caso due anni fa: ha un grande lago costeggiato da costruzioni vittoriane e fiori, così tanti fiori. Si trova in un quartiere molto stimato e pieno di boutique e ristoranti di lusso, ma noi non siamo qui per quello, no.
Conduco Harry attraverso un sentiero di peschi, fino ad arrivare al lago.
Da qui si apre un parco, non più una zona di lusso, ma una confortevole.
"Wow" dice semplicemente guardandosi attorno "Ti piace?" chiedo sicuro della risposta "È qualcosa di meraviglioso Louis" infatti.
Lo porto fino alle coste del lago, dove c'è un imponente edificio, di solito chiuso alle visite ma oggi sono riuscito (pagando un bel po' di denaro) a farcelo concedere.
Il tramonto rispecchia sull'acqua e sui nostri volti, facendo risaltare il verde degli occhi di Harry.
Stessi occhi di un bambino che viene portato a Disneyland per la prima volta.
"Guarda Louis!" grida felice indicando proprio il palazzo, nel quale non è consapevole di star per entrare "Vorresti entrarci?" gli chiedo "Ma...dice che non sono ammessi visitatori" mette il muso "Andiamo amore" ribatto semplicemente.
Prendo una chiave dalla tasca e apro il grande portone.
"Lou, come...come hai fatto ad ottenere la chiave?" mi chiede stupito "Non fare domande, vieni" dico semplicemente e intreccia le nostre dita, per poi seguirmi.
Lo osservo mentre guarda ammaliato, poi si sposta a fissare una scatolina, una fottuta scatolina che non doveva essere lì prima di mezz'ora.
"Cos'è?" chiede "Smetti di fare domande oggi Harry. Non importa ora, dopo" dico inciampando sulle mie parole, leggermente in disagio e corruga le sopracciglia.
Metto una mano sul suo fianco e lo incito ad uscire sul terrazzo.
C'è un tavolo per due, con delle candele e fottutamente raffinato in marmo e oro.
La vista è mozzafiato: si vede l'intero bosco e il lago; la luce ormai rossastra ne affievolisce i troppi sfarzi, lasciando spazio ai dettagli e facendo prendere posto al piacere.
"Louis Tomlinson, non ti starai mica per proporre davvero?" dice girando su sé stesso con un sorriso "No Harold. È presto per quello" ridacchiamo.
Ci sediamo e un cameriere ci porta dello champagne, così faccio tintinnare i bicchieri.
"Questa..." inizio tirando fuori la scatolina "Aprila all'inizio dell'anno nuovo, a mezzanotte. Capirai dalla situazione in cui saremo il da farsi" concludo mettendogliela tra le mani "Cos'è?" chiede "Lo scoprirai. Spero solo che andrà tutto bene e che non me ne dovrò pentire" spiego, con un sorriso che lo rassicura "Va bene" dice infatti, ricambiando con quelle fossette fantastiche.