Capitolo 10

699 28 0
                                    

LUKE'S POV

"Cosa facciamo per il resto di questa splendida giornata?" domando alla mia ragazza, intrecciando le nostre dita e ripensando a quanto è appena successo.
"Beh, potremmo fare un mini tour della città" dice lei sorridente. "Sarebbe stupendo" concludo io e ci avviamo verso una grande piazza, con un campanile e una bella chiesa in stile italiano.

Camminiamo tranquilli per la grande fondamenta quando dei turisti ci fermano per chiedere informazioni. Alex si allontana un attimo per mostrargli la strada e non posso fare a meno di guardarla e pensare quanto stupido io sia stato per averla persa.. Ma per fortuna ora è di nuovo mia, soltanto mia e niente e nessuno potrà mai sperarci..

Indica sulla cartina del signore qualcosa per poi alzare il braccio in direzione del campanile e non smetto per un secondo di guardare la sua figura.

Sbarro gli occhi..
Ripasso almeno quattro volte lo sguardo per tutto il suo corpo.

O mio dio.

È dimagrita tantissimo, sembra quasi anoressica e potrei esser stato io la causa di tutto questo.

Torna da me e quando mi ha raggiunto il suo sguardo dolce sparisce lasciando spazio alla preoccupazione.
"Luke, ti senti bene?" mi passa una mano sulla fronte per sentire se ho la febbre. Mi salgono le lacrime agli occhi al pensiero che sono stato io a farle questo. "Sei bianco, Luke. Mi stai spaventando.." continua lei. Dal suo tono di voce posso sentire che è preoccupata e stanca.

"Io sto bene, tu piuttosto.." quasi sussurro cercando di guardarla negli occhi ma non ce la faccio, non riesco a togliere lo sguardo da quel corpo docile e magro. "Io? Io sto benissimo" mi sorride, prendendomi una mano nella sua.

"Hey.." continua con tono dolce e amorevole, accarezzandomi dolcemente la guancia con la mano libera. "Cosa succede?" si avvicina tanto da far toccare i nostri corpi. Alzo la testa portando lo sguardo dietro di lei e cercando di non far lasciare uscire le lacrime, ma fallisco nel mio tentativo.

"Luke, parlami. Se non lo fai, non so cosa ti succede e non posso aiutarti" conclude la mia ragazza in tono dispiaciuto.

"Sono io che devo aiutare te. Mi dispiace tantissimo Alex, non volevo farti questo." dico col fiato corto. Abbasso lo sguardo portandolo sulle pietre dell'asfalto. Le lacrime non vogliono fermarsi dall'uscire dagli occhi e sento il mio cuore frantumarsi in mille pezzi.

"Tesoro" asserisce amorevolmente la mia ragazza, portando due dita sotto il mio mento per poi alzarlo delicatamente facendo incrociare così i nostri sguardi. "Non è colpa tua, non pensarlo nemmeno. Io sto bene" conclude sorridendo ma con gli occhi umidi.

"Io ti amo e non vorrei mai farti del male" mi scuso guardando dritto nelle sue iridi verdi. "Lo so. Ti amo anch'io" mi risponde e la bacio. Anche se veloce, è stato uno dei baci più belli che le abbia mai dato e lei ricambiato.

"Ora andiamo, c'è ancora tanto da vedere" riprendiamo a camminare tra la gente che fino ad un attimo prima si era fermata per guardarci.

Dopo il giro turistico di Venezia arriviamo alla sua vecchia casa. Apre con le chiavi la porta e trova un biglietto. Lo appoggia sul tavolo della cucina e provo a leggerlo cercando di capire qualcosa ma il risultato è uguale a zero. Non capisco assolutamente niente di quello che c'è scritto. "Cosa c'è scritto?" domando ad Alex incuriosito. "Mia mamma non torna a casa prima dell'ora di cena" mi risponde sfogliando la posta. "E tuo padre?" forse ora mi sono spinto troppo oltre. "È via per lavoro, torna tra una settimana" conclude Alex appoggiando le chiavi di casa, con la posta, sul davanzale della cucina.

"Fai come se fossi a casa tua" mi dice allegra e sorridendomi. Mi siedo in cucina mentre Alex va in corridoio.
Troppo curioso, mi alzo e osservo le foto che trovo in giro per casa. In entrata c'è appeso un collage con tantissime foto.

Dev'essere tutta la sua famiglia. "Lucas, cosa stai facendo?" mi fa sobbalzare una voce alle mie spalle. Mi volto e trovo Alex a fissarmi divertita. "Stavo guardando un po' di foto. Questa è tutta la tua famiglia?" domando sorridendo. "Si"

Mi si avvicina e avvolgo la sua vita da dietro con la braccia mentre appoggio il mento sulla sua spalla.

"Sono tutti i viaggi che abbiamo fatto" mi avvisa. Cavolo, sono davvero tanti!!
"E questa qui sei tu?" indico una bambina su una delle tante foto. "No, lei è mia sorella Carolina. Questa sono io" risponde indicando a sua volta una bambina un po' paffutella.

"Lo so, ero cicciona da bambina" si prende in giro da sola. "Eri bellissima e lo sei anche tutt'ora" la giro delicatamente e incollo le mie labbra alle sue.

La appoggio con la schiena al muro senza mai staccare il contatto delle nostre bocche e faccio scivolare le mie dita lungo le sue braccia, fino ad arrivare alle mani, e intrecciarle con le sue.

Porto le nostre mani accanto alla sua testa e premo il mio corpo contro il suo. Sento la mia erezione indurirsi dentro i pantaloni e duole, molto.

Alex mi sorride sulle labbra a causa del rigonfiamento che le tocca il basso ventre.
Ci stacchiamo per prendere fiato ma lascio sfiorare le nostre labbra. I nostri petto si scontrano alzandosi e abbassandosi a ritmi irregolari. Mi tiro l'anellino di metallo tra i denti e accenno un mezzo sorriso.

Le maniche del suo maglioncino sono scivolate lungo l'avambraccio tirato su e con la coda dell'occhio vedo una cosa che non mi aspettavo e che non avrei mai voluto vedere.

Mi allontano preoccupato. Il suo sguardo è accigliato e il suo bel sorriso scompare.
"E questi?" domando nervoso e indicandole i polsi.

Wrapped around your finger 2 ~ 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora