Capitolo 35

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"Ci dispiace tanto" ci dicono i medici.

Quelle tre parole sono state la mia morte.
Sento le lacrime cominciare a scendere dai miei occhi e rigarmi le guance così come succede a Luke.

Il mio povero cuore cessa di battere per poi frantumarsi in miliardi di pezzi, impossibili da raccoglierli tutti così da poterlo ricomporre.
È come quando si tira un vaso contro una parete, si rompe e tutti i pezzi cadono a terra, poi si raccolgono e si buttano nella spazzatura.

Quelle parole sono state la mano che hanno strappato il mio cuore dal petto e gettato contro un ghiaccio freddo tagliente.

Luke mi prende una mano nella sua cercando di confortarmi, ma so che lui è più distrutto di me.

"I risultati delle analisi dicono che la probabilità che possa avere figli è minima, quasi inesistente. Non immagina quanto mi addolora dirle questo." ci informa dispiaciuto il dottor Smith e la dottoressa Ramires non può fare altro se non annuire con la testa bassa.

"Quanto è alta la possibilità che mia moglie possa rimanere incinta?" domanda con un filo di voce il biondino seduto accanto a me, nelle sedie poste davanti la scrivania, quando riesce a riprendere il fiato e cercando di non essere interrotto dai singhiozzi.

"Molto bassa"

"Quanto?" chiedo io rialzando lo sguardo verso il signore di fronte a me, con la vista tutta offuscata a causa delle lacrime.

"Il 4%"

Chiudo gli occhi mentre lascio che righe di acqua salata cadano libere, solcando le mie guance.

La stretta della mano di Luke aumenta e ci alziamo dalle sedie. Salutiamo i dottori ringraziandoli del loro tempo e ce ne andiamo da quell'edificio che all'improvviso sembrava crollarci addosso, con il resto del mondo.

Arriviamo all'hotel che sono le 19:30 e saliamo in camera anche se con fatica perché le fan ci trattenevano.

Appena Luke si chiude la porta alle spalle, sento le gambe non regger più il peso dal mio corpo e cado a terra, piangendo.

"Amore" mi sussurra con la voce spezzata mentre mi avvolge le spalle con un braccio e con l'altro mi accarezza i capelli dove mi lascia un leggero bacio.

Io mi corico contro il suo petto stringendo la sua maglia in un pugno mentre le mie lacrime salate la bagnano e dei singhiozzi escono involontari dalla mia bocca.

"C'è sempre una probabilità, anche se minima" cerca di tirarmi su il morale ma il suo tentativo fallisce.

"Luke, 4 possibilità su 100 che io possa avere dei bambini. È niente!" lo guardo dritto nelle sue iridi azzurre che adesso sono diventate più cupe, più scure come un mare in tempesta.

Sono tristi e amareggiate. Si può intravedere tutto il dolore che prova adesso, sapendo che uno dei suoi sogni non si realizzerà.

"Ma è sempre qualcosa" mi prende il viso tra le sue grandi mani e mi asciuga con i pollici le guance bagnate, mentre io accarezzo le sue, con un accenno di barba, e cerco di sorridere.

Sorrido perché non sto affrontando tutto da sola. Accanto a me c'è la persona che amo di più al mondo, che è la mia ancora e sempre lo sarà. Anche in situazioni come questa.

"Dobbiamo pensare positivo. Insomma, guarda la band.. Quante probabilità avevamo di diventare famosi? Eppure, eccoci qua. Non bisogna mai arrendersi se c'è anche una piccolissima possibilità che possa accadere" mi parla con sincerità e questo mi tranquillizza.

Annuisco e lo abbraccio, stringendolo forte a me, per poi lasciare un bacio sulle sue labbra morbide.

"Adesso vado a farmi una doccia, sono esausta" lo informo e mi sorride.

Mi dirigo in bagno e mi metto sotto il getto di acqua calda che mi libera da ogni pensiero, ma non questa volta.
C'è quel 4% che mi rimbomba in testa e non vuole andarsene. È una tortura.

Senza accorgermene sto di nuovo piangendo ma le mie lacrime si mescolano alle gocce del getto della doccia.

Luke entra in bagno, di corsa e col fiato corto, preoccupato. Credo mi abbia sentito urlare.

"Alex" dice agitato, cercando una risposta da parte mia per capire cosa mi sia successo.
Ma non riesco a parlare a causa del respiro che mi si spezza.

Entra in doccia, vestito, e mi avvolge in un abbraccio, mentre l'acqua bagna anche lui.
Mi sfogo, tirando dei pugni contro il suo torace poi, però, piano piano la smetto lasciandomi trasportare dalla tristezza.

Lui si lascia fare anche se non ha colpe.

LUKE'S POV

Lascio che Alex si sfoghi su di me, ne ha bisogno e anche io. È stato troppo per lei, per me, per noi tutto quello che è successo oggi.

"Mi dispiace" quasi sussurra contro il mio petto.

"Di cosa?" domando non capendo di cosa si debba dispiacere.
"Del fatto che non posso darti un figlio. Era quello che desideravi ed è tutta colpa mia" si rimprovera.

Le prendo il mento con le dita e delicatamente le alzo il mento così che mi posso guardare negli occhi.
"Non è vero che è colpa tua, non potevi farci niente e ci sono altri modi per avere un bambino, per esempio attraverso l'adozione"
le dico a fior di labbra.

Mi sorride e azzera le distanze tra le nostre bocche. Porto le mani sulla sua vita, facendole scendere sui suoi fianchi nudi mentre lei porta le sue dietro la mia nuca, tra i capelli.

Approfondisce il bacio e cerchiamo l'uno le labbra dell'altro, quasi come fosse una necessità.

Ci stacchiamo per riprendere fiato e quando sto per uscire dalla doccia, mi blocca.

"Per favore" quasi mi supplica guardandomi con occhi tristi ma desiderosi mentre appoggia le nostre fronti. Anche se il getto dell'acqua le bagna il viso, noto comunque delle lacrime rigarle le guance.

Incollo nuovamente le nostre labbra e inizio a spogliarmi con il suo aiuto.

***

Sento bussare alla porta della camera e vado ad aprire.

Alex l'ho portata a letto, dopo che si era addormentata sulle mie gambe, mentre guardavamo la tv seduti in divano, con le guance tutte bagnate.

Vederla così mi spezza il cuore, perché l'ultima cosa che voglio è che lei soffra.

"Hey, Luke, noi usciamo. Venite con noi?" mi saluta Calum mentre cinge la vita di Sarah con un braccio.

La mia vista ricade sul pancione di questa e non posso evitare di trattenere le lacrime.

"Luke, perché piangi?" mi domanda dolcemente la moglie del ragazzo di fronte a me, avvicinandomisi.

"Non è niente, sto bene" mento ma preferisco che sia Alex a dirlo alle sue migliori amiche, quando si sentirà pronta.
"Emh, no, noi restiamo in albergo, Alex sta dormendo, era stanca e preferirei non svegliarla" continuo cercando di deviare il discorso.

"Va bene, buonanotte" mi salutano titubanti e si dirigono verso l'ascensore.

Quando mi chiudo la porta alle spalle una marea di sentimenti mi assalgono.

Rabbia. Tristezza. Frustrazione.

Vado in camera da letto, dove sta dormendo tranquillamente Alex. È così bella quando dorme. Ha ancora tutti i segni rossi sul viso lasciati dai pianti fatti.
Torno in salotto e non riesco più a trattenermi. Devo sfogarmi.

Scoppio a piangere, disperato.

Wrapped around your finger 2 ~ 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora