54. Di un secondo più veloce

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Cherry sentì l'agitazione srotolarsi all'improvviso nel suo stomaco come una frusta, schioccando, asciugandole la gola. "Lo sa" Pensò, cercando di rialzarsi in fretta "Accidenti, lo sa".

«Valder, non ho fatto niente contro di voi, e l'edificio ci sta crollando addosso» Cercò di farlo ragionare, alzando le mani «Non possiamo permetterci di essere nemici, adesso dobbiamo...».

Lui non lasciò che finisse la frase. Cherry dovette scansarsi in fretta per evitare un colpo alla testa, vibrato con ferocia, e la spranga colpì il bancone dietro di lei con un fracasso infernale.

"Vuole uccidermi davvero".

La ragazza si aiutò con le mani per rimettersi in equilibrio sui talloni, ma non fu abbastanza rapida da schivare un secondo colpo che la raggiunse sulla parte alta della spalla.

Perse nuovamente l'equilibrio, ma riuscì a rotolare dietro il bancone in fretta per ripararsi e si issò aggrappandosi al bordo di metallo in un secondo, ignorando la protesta delle sue dita maltrattate.

Non aveva accusato il colpo sul momento, ma ora sentiva un dolore sordo pulsare costante nella zona offesa, come se il cilindro freddo e sottile di quel metallo fosse riuscito a crearle un vuoto tra le fibre muscolari colpite. Era una sensazione fastidiosa, oltre che dolorosa.

Valder deglutì, l'unica pupilla ridotta ad una capocchia di spillo.

«Mister Storm si era fidato di te» Le disse, con voce venata di note d'isteria, sollevando la propria arma «Tu l'hai tradito, hai tradito noi. E io ora ti spacco il cranio, hai capito?».

Cherry si preparò a difendersi, i muscoli tesi. Come aveva potuto Valder sapere del suo voltafaccia? Qualcuno dei sottoposti di Werhunter glielo aveva detto, per punirla di non essere riuscita a fermare Hawk e Anya?

Ben presto si trovò coinvolta in una sorta di danza sgraziata e fuori tempo, schivando e rifuggendo il suo avversario per la stanza sempre più distrutta, saltando mobili ed aggirando detriti; Valder non si risparmiava e menava fendenti senza esitazione o rimorso, furioso, cercando di spiccarle la testa dal corpo a sprangate.

Se solo fosse riuscita ad ipnotizzarlo avrebbe potuto concludere lo scontro in un secondo! Ma il ritmo era incalzante, e non era facile distogliere lo sguardo dalla traiettoria della sua arma e guardarlo negli occhi – o meglio, nell'occhio – abbastanza a lungo da ordinargli qualcosa con chiarezza. Nei pochi secondi di quello scontro si decideva tutto in un battito di ciglia, e aveva bisogno che quel ritmo frenetico rallentasse.

Le mani di Cherry bruciavano per i danni subiti; usò quella sensazione per ancorarsi al momento, ignorare la paura. Doveva pensare in fretta. Fuggire? Combattere?

La ragazza prese una decisione e si fiondò di nuovo al bancone in cui c'erano stati gli occhialoni anti-ipnosi. Doveva trovare un'arma. Aprì in fretta uno dei cassetti per rovistarci dentro, ma il primo non conteneva che un paio di fogli con degli sticker a tema Werhunter e dei pacchetti aperti di viti diverse.

Valder le stava alle calcagna e, ansimando come un cinghiale arrabbiato, cercò di raggiungerla saltando oltre il bancone, ma lei fece scorrere il cassetto fuori dal mobile con uno strattone e lo usò come una mazza per colpirlo al volto con tutta la forza che riuscì a convogliare all'istante, ignorando la fitta di dolore acuta ed immediata che le infiammò la spalla.

Il metallo incontrò il viso di Valder a mezz'aria, in una cascata tintinnante di viti, e lui cadde malamente di schiena contro il bancone, prima di scivolare giù dal lato di Cherry, stordito.

L'idea di Cherry era stata di trovare un'arma dentro il cassetto, ma il cambio di programma non le dispiaceva.

La ragazza si avvicinò, cercando di calmare il respiro. La mano di Valder stringeva ancora la spranga, ma non poteva permettersi di lasciargli a disposizione qualcosa di tanto pericoloso.

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora