Capitolo 11

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"Prima di dire o pensare qualsiasi cosa. Ascoltami. Lo so che sei giovane, ti sei laureata da meno di sei mesi e hai iniziato da poco a lavorare. Questo anello passa di generazione in generazione nella mia famiglia. Non è una proposta o meglio, è una promessa di proposta. Quindi prendilo, mettilo e quando sarai pronta faremo questo passo".

La voce di Rafa risuona all'interno di questa stanza.

"Io...", sono rimasta completamente spiazzata, l'uomo mi fissa cercando di decifrare il mio sguardo.

Osservo il meraviglioso gioiello.

"Io non posso", mi decido a dirgli senza ulteriori indugi.

Lui rimane pietrificato, il suo sguardo lucido si tramuta rapidamente, diventando opaco e la sua espressione è delusa.

"Ho solo ventiquattro anni", gli restituisco la scatolina con dentro il brillante, "Non adesso, è troppo presto per una promessa del genere".

Sono infastidita, infastidita per il fatto che lui non abbia pensato al fatto che io sia ancora troppo giovane per voler creare una famiglia.

"Io ti amo, Rafa. Ti amo con tutto il cuore ma non sono pronta ancora per questo", sento il mio cuore spezzarmi, non voglio che lui si senta tradito, "Cerca di capire".

"Credo che tu debba pensarci", fa una pausa, fissa la sua scatolina chiusa, "Io voglio legare la mia vita alla tua e penso che anche tu voglia farlo. Te l'ho già detto, non è una proposta ma una promessa". È rimasto completamente spiazzato, forse per la prima volta in assoluto da quando lo conosco.

"Lo so, l'ho capito ma poi ci sarebbe troppa pressione, mi sento ancora troppo giovane, non me la sento", è davvero così impensabile come cosa?

"Prova solo a pensarci", la sua voce è arrabbiata, il suo sguardo spaesato.

"Ci ho già pensato".

"No, tu hai deciso in un attimo".

"Certo perché non ti sto dicendo no, ti sto dicendo non ora", alzo la voce, sono nervosa. Perché non capisce una cosa tanto semplice?

"Ed è esattamente quello che ti sto dicendo! Un non ora! Ti sto chiedendo di pensarci, Maria. Prova a pensare alla tua vita". Fa una breve pausa, poi torna all'attacco:

"Immaginati. Dove ti vedi? Con chi ti vedi?", il suo sguardo è cristallino e speranzoso.

"Rafa io mi immagino con te, per sempre, per tutta la vita e tu lo sai", sfioro le mie mani alle sue grandi e agitate.

"E allora perché dici di no?".

"Ti ho detto che non è il momento, ti ho detto non ora, non ti ho detto NO", afferro le sue mani alle mie. "Adesso sono solo stanca voglio andare a dormire, possiamo andare a dormire e fingere che questa discussione non sia mai avvenuta? Per favore".

"No Maria, mi senti? Sono qui, stiamo parlando. Ti sto dicendo di pensarci, puoi pensarci prima?".

"Mi stai chiedendo di darti una risposta diversa da quella che ti ho appena dato", la rabbia inizia improvvisamente a farsi spazio dentro di me.

Come un malato che non accetta la sua diagnosi, lui non mi ascolta.

"Non capisco perché tu debba correre".

"Non corro, perché voglio unire le nostre vite e avere una famiglia, quello di cui abbiamo sempre parlato, puoi pensarci e darmi una risposta?", adesso anche lui ha iniziato a urlare, mi rendo conto che ha completamente perso tutta la sua capacità di autocontrollo.

"Maria ti sto solo chiedendo di prendere questo anello e pensarci".

Continua a insistere, il mio cuore batte forte in petto, la rabbia si impossessa del mio corpo, le parole mi scappano:

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