Capitolo 7

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"Allora ragazzi questo gennaio siamo stati invitati al congresso a Barcellona, ovviamente la presenza è obbligatoria", il preside del master esordisce con questa frase nella sala riunione dove ci siamo ritrovati tutti quelli del reparto.

Per noi del primo non è previsto nessun tipo di lavoro obbligatorio se non la prenotazione del viaggio e il pagamento dell'iscrizione al congresso che ammonta a circa 200 euro, più trovare l'alloggio.

"Allora ci vieni?", mi chiede Max mentre rientriamo in laboratorio per una noiosissima lezione sui materiali.

"Non mi sembra di avere scampo", penso tra me e me che potrebbe anche essere una buona occasione per stringere un po' di più con le ragazze del mio corso, non che la cosa mi entusiasmi molto. Siamo in totale cinque ragazze e cinque ragazzi, i ragazzi sono tutti abbastanza simpatici e tranquilli, così come le ragazze, anche se ognuna sembra che preferisca starsene per i fatti propri.

Max ha indetto una sorta di assemblea con tutti noi del primo anno sull'organizzazione dell'evento, ma manca ancora un mese. Si decide in fretta che faremo l'iscrizione tutti insieme e penseremo a una soluzione economica per l'alloggio, mi va bene tutto, non mi importa molto.

"Ciao dottoressa", Alejandro fa la sua entrata in sala computer mentre sono intenta a cercare qualche alloggio.

"Ciao".

"Allora come va?", mi si siede accanto, le mie narici vengono invase dall'odore di Savage.

"Bene e tu?".

"Cerchi una sistemazione per Barcellona?".

"Verrai anche tu?".

"Certo, farò lo speaker".

"Fantastico", mi rendo conto di aver iniziato inaspettatamente a sudare da quando mi si è seduto accanto, qui siamo completamente da soli. Cosa cavolo mi sta succedendo?

"Allora cosa cerchi?", taglia corto, inizia a rosicchiare una mela mentre guarda le mie finestre aperte sul pc.

"Una soluzione per noi del primo anno".

"Pensa un po'", ridacchia, "Non ti facevo una da dividere casa con qualcuno".

Non so cosa rispondere, cerco di sviare il discorso ma lui ci ritorna:

"Vivi con qualcuno?".

"Sì, con il mio ragazzo".

"Ecco, beh è verrà anche lui?".

La porta si apre nuovamente e fa il suo ingresso il preside, ci saluta e poi si porta via Alejandro: tiro un sospiro di sollievo, non che ci sia qualcosa di male ma non ho voglia di raccontare a uno sconosciuto di me e Rafa, inoltre non capisco tutto questo interesse.

La giornata volge al termine, scappo da questo edificio che ho l'impressione non faccia altro che succhiarmi via il sangue, terminerò le mie ricerche a casa, oggi Rafa tornerà abbastanza presto, solitamente i martedì è all'università ad insegnare. Mi sembra di andare avanti e lasciare indietro pezzi di me, la vita universitaria è ormai quasi diventato un vago ricordo, stare con Sam, vederla tutti i giorni e parlarle è ormai una cosa che appartiene al passato, la nostra vita ha preso pieghe e vie completamente diverse.

La casa è calda e accogliente, Rafa è già dentro probabilmente intento a lavorare all'ennesimo articolo scientifico.

"Ciao", lo saluto con un bacio veloce sulle labbra.

"Come stai?".

In realtà sono abbastanza stanca, mi siedo di fronte a lui, lo fisso e basta mentre scrive al pc, con gli occhiali che gli contornano il viso e un ciuffetto che gli cade ripetutamente sulla fronte.

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