Capitolo 20

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La giornata al master è stata intensa, la mattinata era così piena che a fatica sono riuscita ad andate in bagno, corro per non perdere la metropolitana che, puntuale come un orologio svizzero, mi lascia alla mia fermata, corro ancora per non arrivare in ritardo al lavoro.

Saluto la mia assistente Monica, una ragazza rumena che ha deciso di cercare vita migliore qui in Spagna, Monica è una ragazza solare ma anche molto attiva e pungente. Si diverte a catturare l'attenzione di tutti e ad ammiccare ai pazienti, ma si lamenta se qualcuno prova ad invitarla fuori a cena, pare che esca solamente con gente di un certo livello, l'ultima sua conquista riguarda un giocatore di basket del Real Madrid che continua a tempestarla di messaggi.

"Giuro che a questo idiota gli faccio saltare le palle se continua a scrivermi", balbetta mentre pulisce la poltrona del nostro ultimo paziente.

"E' sempre il giocatore?", mi diverto a prenderla in giro.

"E continua senza smetterla, giuro che io non so proprio che razza di problemi abbiano questi uomini", si lamenta ma in fondo lo so bene che le fa molto piacere ricevere certi apprezzamenti, insomma a chi non fa piacere?

"E' che sei troppo brava a letto", compilo la cartella clinica.

"Beh sì, in effetti è proprio vero", ridiamo divertite.

Oggi è stata una giornata abbastanza pesante anche a lavoro, non vedo l'ora di tornarmene a casa, raccolgo le mie cose rapidamente e faccio per andarmene ma vengo interrotta da Monica:

"Che ne dici di andare a prendere qualcosa da bere?", sorride.

"Ma sì, perché no? Solo che se lo avessi saputo prima mi sarei messa qualcosa di più adeguato".

Indosso una gonna verde, con una semplice maglietta gialla e delle Converse viola, le mostro la mia mise.

"Andiamo stai benissimo! Anche io non ho nulla di particolare", in effetti lei è addirittura in jeans.

Invio un messaggio rapido sia a Rafa che a Manuel.

Usciamo insieme dalla clinica e decidiamo di andarci a sedere in un bar in centro che prepara anche tapas.

"Allora doc raccontami qualcosa di te", mi chiede la mia assistente dopo aver ordinato.

"Cosa vuoi sapere?", mi imbarazza raccontare di me ad estranei.

"Se stai con qualcuno, da quanto, com'è e come si chiama, insomma tutto".

Per un attimo resto perplessa, fino a qualche settimana fa avrei tranquillamente raccontato della mia vita perfetta con Rafa, un professore dell'università, ma in fondo la nostra relazione non è mai stata così semplice e adesso con l'arrivo di Manuel nella nostra vita lo è ancora di meno, i miei pensieri vengono interrotti dall'arrivo delle due medie che abbiamo ordinato.

"Nulla di che, convivo con un uomo...", decido di restare sul vago ma la mia compagna non è per niente soddisfatta.

"Dai! Io ti racconto sempre tutto di tutti", urla quasi facendo girare alcune persone dei tavoli accanto.

"Ma io ho una vita estremamente noiosa, in effetti sono una persona estremamente noiosa", sorseggio la mia bionda.

"Maria", una voce mi chiama da lontano, non faccio in tempo a vedere di chi si tratta che il profumo di Savage mi arriva dritto alle narici, mi ritrovo di fronte Alejandro. Resto di sasso nel ritrovarmelo davanti così all'improvviso, sento il viso in fiamme, probabilmente starò arrossendo.

"Cosa ci fai qui?", riesco a malapena a dire.

Non lo vedevo praticamente da quella notte alla sua festa di addio, resto senza fiato. Dopo quella sera mi sono ripromessa che non lo avrei più né cercato né chiamato, nonostante lui ci abbia provato per qualche giorno dopodiché anche lui ha deciso di sparire nel nulla.

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