Capitolo 26

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Ho passato la notte da sola dentro questa casa grande e che non mi appartiene, dopo la nostra conversazione Rafa è andato via senza dire una sola parola ed io sono crollata nella stanchezza di questo letto. Sono ancora sotto le coperte, penso a ripenso agli ultimi due giorni, a come la mia vita sia cambiata così tanto e così spesso negli ultimi giorni, ho quasi le lacrime agli occhi perché ho così tanto la consapevolezza di me stessa e di ciò che desidero adesso che riuscire ad ottenerlo mi sembra quasi impossibile.

Vorrei che Rafa e Manuel fossero tutto per me, vorrei sentirmi sempre libera, come mi sentivo un tempo quando stavo con Rafa ed ero la sua schiava e come mi sono sempre sentita libera quando vedevo Manuel, quando sono stata fino a ieri con Alejandro.

Io sono questa.

Io voglio tutto.

Adesso che ho appreso a conoscermi non me la sento proprio di tornare indietro.

Mi alzo, scrivo un veloce messaggio alla famiglia dicendo che sto bene, mi infilo sotto la doccia.

Indosso la vestaglia di raso che mi hanno regalato i ragazzi e vado giù a fare colazione ma quando arrivo di fronte alle scale mi ritrovo una sorpresa.

Con il cuore in gola, recupero il foglio che è stato appositamente lasciato sul pavimento, ho paura che mi abbiano lasciata, forse ciò che voglio è impossibile da ottenere e loro se ne sono accorti e, stanotte, hanno deciso di abbandonarmi.

Sul foglio c'è scritta una semplice cosa: "Vieni nella camera degli ospiti".

Correndo mi dirigo verso la stanza ma non riesco ad aprirla, busso, la voce di Manuel mi dice di attendere fuori.

"Quando sei arrivato?", sto forse sognando? Cosa sta succedendo? Non ci capisco più nulla.

"Maria devi chiudere gli occhi adesso".

Sono sicuri che lo farò, io eseguo senza remore, sento la porta aprirsi e un profumo familiare avvicinarsi a me, finalmente li apro e ritrovo i miei uomini davanti a me.

Li stringo forte.

"Ma cosa ci fate qui?", sono felice, loro ricambiano l'abbraccio ma i loro sguardi sono diversi, quasi severi. È uno sguardo che conosco molto bene, è lo sguardo da dominatore che mi ha sempre attratto.

"Maria penso che tu debba spogliarti", mi dice Rafa severo.

Non aggiungo nulla, lascio scivolare a terra la vestaglia, poi la maglia del pigiama e ancora il pantalone, resto in mutandine, sono contenta di aver indossato un perizoma di pizzo color carne.

"Penso che possa bastare ma forse dovresti metterti nella posizione che più ti si addice", è crudo mentre Manuel mi ordina, senza troppi giri di parole, di inginocchiarmi.

Mi ritrovo ai loro piedi.

"Sai Maria ho come l'impressione che tu abbia dimenticato le buone maniere", Rafa si posiziona dietro di me, mi raggiunge e mi sussurra all'orecchio:

"Dovresti abbassare questo sguardo, hai dimenticato tutto ciò che ti ho insegnato?".

"Non ho dimenticato nulla...".

Rafa non mi lascia terminare la frase:

"Hai proprio dimenticato qual è il tuo ruolo, dimmi Maria, qual è il tuo ruolo? Chi sei tu?".

Rimango senza fiato, quanto tempo era che non sentivo uscire dalla sua bocca queste parole? Da quanto tempo non mi sentivo una vera schiava?

"Sono la vostra slave".

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