Steve Rogers💚

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La città è ancora vuota e si sta svegliando lentamente. Ti rechi in palestra perché devi allenarti, sei una ragazza allegra e piena di vita, lo Shield ha pensato che eri sprecata nell'FBI date le tue doti professionali ed adesso eccoti qui. Il triskelion ha sempre tutte le sale occupate, per questo ti sei alzata all'alba.

Ti fasci le nocche e fai per premere il tasto play della musica ma ti accorgi di non essere sola «Capitano» fai un cenno di saluto. Prima di questa lo avevi visto solo altre poche volte in giro per la struttura.

Lui si volta nella tua direzione «Oh, buongiorno» si avvicina «Credevo che non avrei trovato nessuno»

«Già, anch'io» rispondi.

«Beh, sei una recluta?»

«Qualcosa del genere» inizi a stiracchiarti.

Lui ti guarda «Se ti va possiamo fare un combattimento»

«Se pensi di essere al mio livello» sorridi.

Lo hai fatto ridere appena.

Vi posizionate a qualche metro di distanza «Mettiamo qualcosa in palio» proponi

«Un caffè» dice scacciando un po' di polvere che gli si era posata sulla tuta. Indossa la versione mimetica, quella blu che ti piace tanto, la trovi più elegante rispetto a quelle patriottiche.

«Beh, che vinca il migliore» sentenzi.

Vi studiate a vicenda per circa due secondi ma poi partite entrambi con una buona dose di convinzione. Corri verso di lui che subito prova a sferrare un pugno, dato che stavi solo cercando di tastare il terreno non saresti mai arrivata fino in fondo, infatti nemmeno gli permetti di sfiorarti e gli giri intorno facendo scivolare le scarpe.

Sei dietro di lui, gli dai un calcio all'altezza delle ginocchia. Spiderman è un chiacchierone, proprio l'altro giorno andava dispensando consigli ed esperienze di vita, diceva che casomai bisognasse affrontare Captain America l'ideale sarebbe colpirlo alle gambe. Non sai dove avesse sentito una cosa del genere, ma volevi provare.

Rogers si trova in ginocchio, in fretta provi a dargli un secondo calcio frontale restando alle spalle ma lui ti afferra la gamba. Ti tira, così cadi con la schiena per terra e senti un dolore allucinante. Pensi che tutto sommato eri partita bene e che puoi ancora ribaltare la situazione.

Lui si alza e ti guarda dall'alto, come se non sapesse bene con quale mossa sopraffarti. Rotoli di lato e scatti in piedi, lo guardi negli occhi sfidandolo ad avvicinarsi.

Prova a colpirti su di un fianco, ma per fortuna lo eviti, mentre riesce a prenderti dall'altro lato. Così capisci che la tua unica possibilità è non farti prendere, perché nel momento in cui lo fa, hai perso. Devi giocarti tutto sulla velocità, o perlomeno, devi evitare i suoi pugni. Ma anche per quanto riguarda la velocità non scherza.

Iniziate un rapido botta e risposta della durata di almeno un minuto, anche se li parate entrambi quasi tutti, finché non caschi di nuovo. Non demordi e lo colpisci con vari calci restando nella tua posizione, sembra funzionare ma poi inizia a replicare e per questo sei costretta a cambiare tattica.

Capisci che si adatta in fretta a qualsiasi schema di lotta ma che il suo è facile da pronosticare. Decidi che è arrivato il momento di essere imprevedibile. Gli dai un pugno sul volto che sembra accusare solo in parte. Schivi i suoi soliti tre colpi e mentre riprende fiato inizi a colpirlo all'addome, dopo circa una decina di botte ben assestate sei già stanca, e per questo ti allontani di qualche metro.

Lui carica verso di te, ma proprio nel momento in cui avrebbe dovuto colpirti poggi le mani sulle sue spalle, facendo una sorta di salto riesci a trovarti dall'altro lato grazie alla spina che ti eri data. Prima che si giri avvolgi il braccio attorno alla sua gola ed inizi a stringere. Gli avevi visto fare questa mossa tante volte in televisione.

Non vuoi fargli male, però continui.

«Allora Rogers, vogliamo arrenderci?»

«Non oggi» risponde un po' soffocato. Fa una torsione e ti ritrovi sempre con le braccia attorno al suo collo, ma stavolta siete faccia a faccia. Vi guardate negli occhi per un lungo istante, siete a pochi centimetri. Alla fine gli dai una ginocchiata a sud.

«Questo è scorretto» mormora.

Sai di aver compiuto una mossa sleale e ti senti un po' in colpa «Tutto è lecito» dici piano.

Lui prolunga la smorfia di dolore e poi punta gli occhi azzurri su di te «Sei stata brava, te lo concedo»

«Vuoi la rivincita?» chiedi prendendolo in giro.

«Magari domani, adesso abbiamo un caffè che ci aspetta»

Accenni un sorriso contenta.

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