VIII

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Poco più tardi, dopo che i Sovrani, Leysa e Trumpkin si sistemarono per la notte, Peter diede inizio ad una riunione per decidere il da farsi: <<Abbiamo l'effetto a sorpresa>> Borbottò Peter
<<potrai avere tutti gli effetti del mondo ma è da pazzi lasciare un palazzo sguarnito di guardie, specialmente ora che quelli di Telmar si sono accorti degli abitanti di Narnia>> Rispose Leysa seccata dal piano suicida di Peter. <<Cosa proponi? Restare qui a non far nulla?>> Sbottò Peter.
<<ben equipaggiati potremo resistere anche per mesi>> Rispose Susan e allora Peter: << Stare qui è rischioso>> <<Peter quello che stai proponendo è un piano suicida, non possiamo permetterci perdite inutili, ci serve un piano più strutturato. Anche se molti degli effettivi di Miraz sono a lavoro al ponte di Beruna, ti assicuro che quel castello non sarà meno presidiato, specialmente dopo la fuga di Caspian e la cattura di Trumpkin>>
<<ma loro non sanno che Trumpkin è ancora vivo>> disse un ghepardo seduto vicino all'entrata <<uno dei soldati che l'avrebbero dovuto uccidere è fuggito, ma anche se fosse ora sanno che gli abitanti di Narnia sono ancora vivi. L'effetto sorpresa sarebbe stato molto utile, ma non l'abbiamo>> continuò Leysa <<Non si aspetteranno mai un attacco al castello>> rispose Peter. <<Non sottovalutare mai il tuo nemico.>>
<<Leysa pensaci, potremmo essere noi a decimare le loro forze! Se restassimo qui ad aspettare, se sono un poco furbi aspetteranno e ci prenderanno per fame, non abbiamo tutte queste razioni per resistere qui》Edmund era dalla parte del fratello ma perdere un ingente numero di organico bellico era sicuramente pericoloso. <<Forse ti sfuge che non sono così tanti quelli che possono combattere, se perdessimo quelli sarebbe davvero la fine. Propongo sia meglio lasciare questo avamposto e attendere che valichino il confine della foresta e allora avremo un vero vantaggio rispetto a loro. Pochi come siamo è più conveniente pensare a operazioni di guerriglia che a una battalia in campo aperto dove finiremo decimati, Allo stesso modo, se non peggio se attaccassimo il castello fruttando un elemento a sorpresa che non abbiamo.>>
<<Siamo qui per rimettere gli abitanti di Narnia a governare la loro terra.>> Concluse Peter.
<<É quì che ti sbagli, siamo stati chiamati per proteggere questa gente, non per sacrificarla per un tuo capriccio, Aslan ci aiuterà sicuramente, o hai domenticato chi ha ucciso davvero la Strega Bianca>> Rispose Lucy seria sapendo di essere il punto debole del fratello maggiore.
<<Direi che Aslan si è fatto attendere abbastanza.>> Borbottò Peter guardando la piccola sorella con gli ochi di chi sapeva di non poter controbattere ulteriormente, strinse ma mano intorno al pomelo della spada e volse il suo sguardo verso Leysa: <<Cosa farai?>><<Sarò sempre pronta a seguirti Peter, ma non perché confido nella riuscita del tuo piano, ma confido nella forza degli abitanti di Narnia, se dovesse fallire sarò la prima a dirti ' te l'avevo detto '.>>

La riunione si concluse con un piano coinciso per minuti e ogni cosa sarebbe dovuta andare per il verso giusto, o sarebbero tutti morti.
Leysa allora si spostò in un luogo appartato per pulire la sua lancia ormai incrostata da chissà quale schifezza. Intanto qualcosa le passò fra le gambe. Scoprì un topo con indosso una piccola piuma rossa sulla testa e alla vita una cintura con una spada nel fodero.

<<E voi chi siete? Valoroso guerriero>> il topo si voltò e con un inchino porse i suoi saluti a Leysa.
<<è un onore fare la vostra conoscenza Comandante. Io sono Repeceep>>
<<oh è passato molto tempo da quando ho visto dei topi nell'esercito.>> Farfugliò Leysa ma Repeceep non ci fece caso.
<<Speravo di incontrarvi un giorno nelle Terre di Aslan. Conosco le vostre storie a memoria!>> Esclamò Repeceep con gli occhi luccicanti <<raccontatemene qualcuna, sono curiosa>> rispose Leysa genuinamente divertita. <<Sarò ripetitivo e forse troppo felice, ma la battaglia che vi ha resa leggenda per il popolo di Narnia e di Telmar. Quando vi siete gettata sola contro l'esercito dell'invasore telmarino e l'avete sterminato>> Sul cuore di Leysa scese un peso doloroso, si schiarì la voce e rispose: <<quasi persi la vita, sarebbe stato un ottimo pegno per il mio fallimento... giurai, prima di lanciarmi contro di loro, che avrei bevuto dal cranio del loro sovrano, se avessi tenuto fede al mio giuramento forse ora tutto questo non sarebbe accaduto e avrei saldato i miei debiti una volta per tutte...>> continuò a pulire la sua lancia meticolosamente cercando di ignorare l'interesse del cavaliere per quella battaglia che fu solo un misero fallimento.
Repeceep rimase in silenzio sentendosi forse in colpa per aver tirato fuori quella battaglia, non avrebbe mai pensato che potesse portare una persona così forte a pronunciare simili parole.
<<Perdonatemi Repeceep, perchè non mi raccontate voi una delle votre esperienze in battaglia? Sono sicura che abbiate avuto avventure molto interessanti>> Il topo annuì e iniziò uno dei suoi tanti racconti, ma Leysa non lo ascoltò particolarmente, continuò a strofinare il canovaccio sulla sua lancia per pulirla da tutta quella lordura accumulata in probabilmente 1300 anni, e pensò, pensò a ciò che le era accaduto e che forse se non era morta quel giorno un motivo c'era. Furono pensieri sconnessi, un flusso estremamente confusionario che non avrebbe mai trovato un modo per ordinarsi in qualcosa di sensato, eppure per lei aveva incredibilmente senso.
Provò a concentrarsi sui dettagli della sua lancia per evitare di seguire i pensieri che quasi le annebbiavano la mente.
L'asta era di un intenso color porpora che originariamente aveva sempre stonato con il chiaro e brillante argento della sua armatura. Attorno erano annodati dei lembi di stoffa che utilizzava per legarsi l'arma alla schiena surante il cammino o a cavallo, il tempo ormai li aveva consumati e avrebbe dovuto sostituirli. All'estremità inferiore aveva una punta affilata bagnata nell'oro che le permetteva un uso ancora più variegato dell'arma. Sull'incastonatura della lama vi era inciso il volto di Aslan, anch'esso cosparso di un fine velo d'oro e la lama era di una forma semi classica ma alla base vi erano due spuntoni rivolti verso l'asta, sul piatto vi erano incisi dei tipici motivi narniani e delle foglie di betulla. Quel dono era inestimabile per Leysa, rappresentava una sorta di libertà dal suo passato, per quanto in realà non ne fosse affatto libera, ma era un passo avanti che le alleggeriva, di poco, la vita.

𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora