"Edmund sospirò rumorosamente ancora una volta e si separò da Leysa per salire in coperta, lei lo seguì e si ritrovò dinanzi un tramonto di quelli che non vedeva da tanto. I tramonti di Narnia."
"L'aria fresca e piccantina stuzzicava le narici di tutti e gli ultimi raggi del sole, caldi e dorati incontravano il legno del veliero, i visi di tutti e li scaldava per l'ultima volta prima di lasciare il dominio del cielo alle due lune. Il mare brillava di una luce calorosa e bella, in lontananza si potevan vedere dei delfini giocare felici.
Quel tramonto di Narnia calmava il cuore di tutti e tirava su il morale, persino Leysa ne traeva benefici."
"Mentre il sole scompariva, la ciurma, in particolare la compagnia delle meraviglie, ristretta e con un estraneo in più, si addentrò nella città che non portava vessilli, né segni di vita.
Anche Leysa scese ma non seguì i suoi sovrani, rimase col nostromo e una decina di uomini di guardia, in attesa del loro ritorno.
Purtroppo per chi controllava l'isola, la ciurma non stette con le mani in mano, esplorarono la città e cercarono segni di vita o di ciò che accadeva in essa."
"Per puro caso Leysa, Dridian e altri due uomini si imbatterono in tre uomini vestiti con abiti colorati e cappelli ben adornati. Fecero irruzione in una casa e da essa portarono via una bambina."
《non osate intervenire》"Sibilò Dridian.
Leysa lo guardò storto e rubato il fodero e l'arco di uno dei suoi compagni se la sivignò.
S'arrampicò su una casa, incoccò una freccia e attese il momento giusto per spararla.
Ne uccise uno, il secondo e il terzo invece lo dovette inseguire un poco ma lo uccise comunque.
Senza farsi notare continuò la sua esplorazione da sola come faceva un tempo.
"Mentre passeggiava sui tetti si accorse del silenzio che la circondava, la città pareva morta e deserta, l'unica cosa che animava il posto era il venticello fresco di salsedine e il risuonare stonato di campane.
Continuava il suo cammino immersa nel silenzio, non vide più nessuno sulle strade, a quel punto scese dai tetti e esplorò i dintorni.
Con calma e con le mani pronte a scagliare nuove frecce, s'addentrò in un grande edificio malconcio e buio dal cui soffitto pendevano delle enormi campane.
La sala era deserta, tranne per un corridoio fatto di altissime statue che portavano a un tavolino colmo di scartoffie.
S'avvicinò pian piano osservando ogni minimo dettaglio del posto.
Un rumore sordo di ferraglia sotto i suoi piedi la fece preoccupare per trappole o cose simili; invece aveva calpestato una spada, la stessa spada che Edmund aveva portato con sé.
Prese un respiro profondo e sperò con tutta se stessa che non gli fosse accaduto nulla, non se lo sarebbe perdonato.
Per un attimo si fermò, il suo fine udito percepì un flebile rumore nei dintorni.
Incoccò una freccia e rimase in attesa e parve quasi che le sue orecchie si mossero quando sentì il sordo e sottile suono di una campana colpita.
Scagliò una freccia dentro una delle campane e un uomo cadde da essa lasciando rieccheggiare nella sala un rumore di ossa spezzate."
"Leysa gettò via l'arco sfoderò la sua lancia e in quell'istante altri dieci uomini si calarono dal soffitto e urlando l'attaccarono in massa.
Ma lei non era certo una delle prime persone capitate lì, la sua lancia cominciò a volteggiar fra le sue dita come fosse uno dei bastoni più leggeri mai visti e con due colpi netti squarciò in due quattro dei suoi avversari."
《CATTURATELA VIVA QUESTA CI FARÀ GUADAGNARE UN SACCO DI SOLDI!》
《dove sono i miei sovrani!》"Gridò Leysa lanciando la sua lancia contro colui che aveva osato pronunciate tali parole davanti a lei, l'arma spaccò e conficcò nel pavimento il suo cranio, lasciando l'eco dell'impatto in tutta la sala appena caduta nel silenzio.
Le vittime di Leysa rimasero immobili mentre la guardavano recuperare la spada di Edmund facendole fare un volteggio teatrale."
《chi è il prossimo?》
"Scrutò per bene quei quattro codardi e ne sbudellò tre, lasciando in vita il più terrorizzato.
Si avvicinò a lui, ingobbita, grondante sangue e con gli occhi iniettati di rabbia.
Barcollava e rideva con fra le mani quella spada ormai macchiata. Appena raggiunse la sua ultima vittima la prese per il colletto e assaporò per bene la sua paura per poi puntargli la spada alla gola."
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𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund Pevensie
Фанфикшн𝙇𝙚𝙮𝙨𝙖 :: 𝙋𝙧𝙤𝙩𝙚𝙩𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙪𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞 ᵈᵃˡ ᵗᵉˢᵗᵒ "𝘕𝘰𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪𝘰', 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢. 𝘚𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢, 𝘭𝘦𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯�...
