《Leysa》
"Edmund la chiamò con un tono dolce e pacato mentre lei era impegnata a sciaquarsi il viso.
Quel pomeriggio avrebbe sfidato Peter, per prepararlo al suo scontro con Miraz.
Avevano deciso di prendere tempo per Lucy, organizzando questo scontro."
《perché non mi hai mai parlato di te?》
"Domandò Edmund guardando Leysa con uno sguardo quasi triste.
Leysa si voltò confusa."
《cosa intendi?》
《io ti ho parlato di me, ma tu? Tu sai tutto di ciò che sono, ma io non so nulla su di te.》
《un giorno te ne parlerò》"Farfugliò Leysa ignorandolo.
Edmund, quasi scocciato, le si avvicinò. Fece per aprir bocca ma lei lo anticipò, sospirò profondamente e cominciò:"
《ricorderai bene quando Glenstorm mi ha chiamata "Titania", quello è il mio vero nome. Ricorderai anche che mi ha chiamata "Regina delle Fate" ma non lo sono, e non voglio nemmeno esserlo.
Io sono una fata, un ibrido in realtà, mia madre era una fata, ma mio padre un umano. Ero la primogenita della Regina, ma non pensare che venissi trattata come tale. Molte volte la mia famiglia tentò di uccidermi, mia madre specialmente, lo facevano per timore che potessi ucciderle forse; ma non era assolutamente mia intenzione.》
"Parlava senza guardare Edmund in faccia e continuava a rimuginare sul suo passato e a scavare nelle sue vecchie ferite."
《a differenza di quello che raccontano qui del Regno delle Fate, è proprio la malvagità di mia madre e delle mie sorelle. Il giorno del mio quattordicesimo compleanno, mia madre, pensò di uccidere Kozel, la mia capra, per farci un banchetto per festeggiare il mio compleanno. Qualche giorno dopo ... venni persino a scoprire della morte dell'unica fata che consideravo amica.》
"A quel punto, Leysa cominciò a piangere soffocando qualche grido, mentre teneva il viso chino sul lavamani in ferro smalto.
Edmund notò le sue lacrime ma non disse nulla, volle aiutarla in qualche modo, ma sarebbe risultato inutile in quella situazione."
《d-distrussi tutto..con ferocia uccisi mia madre...》
"La sua voce si spezzava man mano che le lacrime cadevan sul catino."
《Ley-》
"Leysa sospirò tremante e riprese:"《quando arrivai qui combattei con le unghie e con i denti per sopravvivere al freddo. Non ricordo nemmeno come sopravvissi ma riuscii a schierarmi contro la Strega Bianca...》
《Leysa..》"Sussurrò e le posò una mano sulla schiena."
《questo opprimente senso di colpa! Se solo...se solo non fossi..COSÌ!》
"S'accasciò a terra e continuò a piangere aggrappandosi in qualche modo ad Edmund.
Parlare di quell'argomento le faceva male, ma era il minimo per ciò che fece."
《so perfettamente di aver sbagliato..》
"Farfugliò fra le lacrime e i singhiozzi, gesticolò un poco mentre Edmund la guardava in silenzio."
《ma...la mia rabbia..》
"Cominciò a non respirare più, scossa dai singhiozzi."
《so di esser stata perdonata da Aslan, m-ma sento le loro vite pesarmi sulle spalle. Ho le mani macchiate di sangue! Sono un'assassina!》
"Notando il panico nei suoi occhi, Edmund la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi."
《Leysa, tutti abbiamo ucciso qualcuno qui!》"Esclamò."
《ho ucciso mia madre!》
"Edmund si zittì."
《loro non meritavano di morire...ho ucciso tutti...》
《ti maltrattavano, tua madre ti picchiava.》
《ma non meritava la morte...》
"Rispose Leysa quasi calma. I suoi occhi erano rossi e gonfi, il naso pareva ghiacciato, tremava come una foglia."
《mi sento una persona orribile...vanto tanto onore e rispetto eppure, ho macchiato il mio onore uccidendo la mia famiglia.》
"Leysa trattenne le lacrime pronte a far capolino dalla sua sclera, ma Edmund l'abbracciò, e allora pianse ancora, e ancora, e ancora."
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𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund Pevensie
Фанфикшн𝙇𝙚𝙮𝙨𝙖 :: 𝙋𝙧𝙤𝙩𝙚𝙩𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙪𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞 ᵈᵃˡ ᵗᵉˢᵗᵒ "𝘕𝘰𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪𝘰', 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢. 𝘚𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢, 𝘭𝘦𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯�...
