[consiglio di leggere questo capitolo ascoltando: "Landscape With a Fairy"]
"La ciurma del Veliero dell'Alba, dopo essersi rifocillata, risistemata e fatto provviste salpò alla volta della Stella Azzurra e di Ramandù.
Oltre l'isola di Coriakin avrebbero percorso una rotta per diritto sperando di riuscir a veder la stella.
Pian piano la nave proseguiva fra le placide onde e il vento calmo.
Intanto, sul ponte la ciurma assisteva a un nuovo duello, Leysa e Edmund sfidarono il poco spazio a bordo e esibirono uno dei loro migliori duelli.
A tale tutta al ciurma assistiva, Lucy e Gael dal timone, affiancate da Caspian seduto sul parapetto.
Ripiceep penzolante da una fune organizzava una delle sue, in silenzio, mentre i suoi occhietti cercavano Eustace che era ancora una volta rannicchiato dietro i barili.""Leysa sembrava incredibilmente di buon umore e, nonostante le spade non fossero il suo forte, riusciva a metter alle strette Edmund che si distraeva fra i ricordi.
In particolare richiamava quello che accadde qualche settimana prima della sua scomparsa da Narnia.
Mancava qualche ora all'alba quando rientrò a palazzo insieme a Philip, era uscito intorno alle tre del mattino e rientrava al sorger del sole, ma era ancora buio.
Insieme raggiunsero la stalla e Philip aiutò il suo caro amico a smontare, nonostante fosse vecchio e acciaccato, sapeva per certo che Edmund era abituato a ciò, non farlo lo avrebbe sicuramente fatto cadere.
Edmund lo ringraziò, gli diede qualche carezza e lo sistemò nella sua stalla.
Si dileguò quatto quatto dentro il palazzo, sperando di esser solo ma, aveva dimenticato delle ronde notturne di Leysa.
Camminava nel silenzio, rotto dai suoi soli passi e dal tintinnare della sua spada, in punta di piedi si dirigeva verso la sua stanza ma, varcato l'arco che portava all'ingresso principale, cominciò a sentir dei passi in più e un tintinnio metallico.
Nel buio non vedeva nulla e preoccupato pose la mano sulla spada, pronto a estrarla in caso di bisogno.Non fu necessario.
Nella flebile luce azzurra delle lune, proveniente dalle finestre, Edmund intravide un'alta sagoma percorrer l'atrio zoppicante.
Non capiva bene cosa stesse facendo, dove si stesse dirigendo ma sapeva fosse Leysa.
La seguì.Lei barcollante camminava verso il suo ufficio, mugugnava cose vaghe, che lui non comprendeva.
Appena raggiunse la porta interessata la aprì malamente e la chiuse allo stesso modo.
Ancora zoppicante, raggiunse la sedia della scrivania e ci si gettò sopra, emettendo un gemito.
Sganciò l'armatura di cuoio che indossava, strappò via la cotta di maglia e si lasciò andare, come uno straccio su quella sedia di legno.
Qualcuno bussò.
Domandò chi fosse alla porta, sistemandosi per bene sulla sedia prima di far entrare Edmund nell'ufficio.
<<a cosa devo questa visita, altezza?>> Domandò Leysa accendendo una candela con un fiammifero.
Edmund notò subito la cotta di maglia slabrata e l'armatura di cuoio per terra.
Appena ci fu un poco più di luce, riuscì a vedere del sangue sul pavimento e sull'armatura di cuoio.
Vedeva poi il viso stanco di Leysa, coperto di terra e macchiato di sangue, aveva i capelli scompigliati con qualche ago di pino in mezzo.
Era seduta a schiena dritta, le braccia posate sui braccioli della sedia e osservava il suo Re con un espressione che non riusciva a controllare, pareva disprezzo, non riusciva a capire, era strana.
Indossava una camicia azzurra completamente sbottonata, era stropicciata sudata, col colletto e le maniche sporche di sangue.
Aveva il seno legato fra strette fasce mezze sgualcite e sporche anch'esse di sangue.
<<volevo scambiare due chiacchiere, se non disturbo.>>
Edmund era in verità sicuro di disturbare ma anche curioso di saper cosa le fosse accaduto.
<<tutte le chiacchiere che desiderate, non disturbate.>> Leysa emise una smorfia simile a un sorriso invitando il suo Re a sedersi su una delle due sedie che gli erano accanto, ma lui sembrò ignorarle e si sedette sulla scrivania.
<<cosa vi porta sveglio a quest'ora della notte?>>
<<ciò che porta anche te a star sveglia>>
<<difficoltoso esplorare le foreste la notte per chi non vede al buio.>>
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𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund Pevensie
Fanfiction𝙇𝙚𝙮𝙨𝙖 :: 𝙋𝙧𝙤𝙩𝙚𝙩𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙪𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞 ᵈᵃˡ ᵗᵉˢᵗᵒ "𝘕𝘰𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪𝘰', 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢. 𝘚𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢, 𝘭𝘦𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯�...