"Mentre Eustace tornava nel suo esile corpo umano, la paura di Edmund aquistava ancor più ferocia e forza.
Quella creatura cominciò a brillare di una forte luce verde e parve assorbir le paure di coloro che eran già stati là.
Gridò.
E il suo corpo s'aprì mostrando milioni di esili zampe acuminate e frenetiche.
Fu una vista orribile che a Leysa non fece alcun effetto, nulla l'avrebbe fermata. Nemmeno quegli artigli melmosi."
《ARCIERI INCOCCARE!》
"Lucy l'ascoltò, seguì le indicazioni di Leysa, fidandosi ciecamente delle sue scelte in battaglia.
Sfoderò una di quelle frecce dal piumaggio cremisi e attese il succesivo ordine mentre quell'arco continuava a far scorrer la sua magia nei polpastrelli, navigando fra le braccia fino al cervello."
《SPARATE!》
"Una flebile nube di frecce si scagliò contro quella bestia che gridò ancora con quel velenoso suono per il dolore."
《BALESTRE RICARICARE!》
"V'era qualcosa di strano in quella bestia, era ferma nello stesso punto da qualche secondo. A Leysa non piacque affatto.
Esaminò lo sguardo oscuro di quel serpente e notò ciò a cui stava dando la caccia.
Non aveva perso le speranze su Edmund, voleva ancora ucciderlo.
In quel momento lui, frastornato per la caduta si rialzava barcollante, ignaro dello sguardo di quella bestia assetata del suo sangue, in particolare.
Leysa comprese.
La bestia lo guardava immaginando il suo sapore, scattò in avanti a fauci spalancate.
Appena Leysa lo vide scattare si gettò addosso al suo Re, spingendolo poco prima che quelle fauci se lo portassero via."
"Sulla nave cadde improvvisamente un sinistro silenzio, spezzato da un rimbombante e amaro urlo.
Tutti rimasero a guardar quella bestia che assaporava della carne dolce con un forte tocco di piccante nel succulento liquido color del vino, denso e squisito.
Si poteva udire lo stridente suono del metallo dell'armatura nera di fattura telmarina, e il suono del sangue grondante dalle fauci di quella bestia.
I gemiti di dolore e rabbia.
Eran i pochi suoni udibili in quel momento.
Terrore attanagliava la gola di Edmund mentre quella cosa: frutto della sua paura, sua colpa; assaporava la carne di quella donna prima che lui potesse immaginarla.
Il terrore non fermava la furia di quella donna indistruttibile. In preda alle convulsioni del dolore, con la sua lancia fu capace di cacciar quella bestia dalle sue membra e riprendere a respirare.
Non appena quel serpente fu lontano da lei, si sorresse su quella lancia compagna di battaglie memorabili.
Osservò il suo ventre: l'armatura lacerata, il sangue grondante da una ferita che mai si sarebbe immaginata di vedere, non sul suo corpo almeno. La pelle del suo addome era diventata pasto per quel serpente, strappata via. Poteva veder parte dei suoi muscoli e nervi. Il sangue gorgogliante in quello squarcio nel suo corpo portava un saturo odore di ruggine, melmoso come quelle acque putride in cui navigavano.
Fu sul punto di vomitar ogni cosa ingerita nelle ultime ore ma la battaglia era ancora in corso.
Finché quella bestia non sarebbe morta, i suoi sovrani non erano ancora al sicuro.
Fece qualche passo ma cominciò a tossire e rigurgitò del sangue.
Aveva ricevuto un grosso colpo contro il parapetto in legno massiccio, doveva aver colpito qualcosa di importante dentro di sé."
"Lucy la raggiunse in preda al panico, prese il suo infuso del fiore di fuoco con le mani tremanti, ne versò più di una goccia nella bocca di Leysa che ingerì quel liquido piccante mischiato al suo sangue, di malavoglia.
Volse poi lo sguardo verso Edmund il cui volto la fece sentir male, gli occhi luminosi di lacrime e la fronte graffiata dalla caduta di poco prima.
Lo sguardo pregno di colpevolezza. Che cambiò in determinazione.
Guardò Caspian deciso a porre fine alla vita di quella bestia malsana."
《DEVE ESSERE PIÙ VICINO.》"Decretò mentre Caspian colse il suo intento come se condividessero i neuroni.
Edmund scattò e prese a salire sulla coffa, Leysa invece prese uno dei teli gettati sui barili e tentò di arrestare lo scorrer del sangue legandoselo strettamente attorno alla ferita.
Rimise la lancia nel fodero e seguì Edmund, contro le parole preoccupate di Lucy.
Caspian diede l'ordine di prender gli arpioni.
Avrebbero posto fine a quella cosa."
"Il tepore della luce solare su Ramandù fece risvegliare il povero Eustace sul letto di foglie ove Aslan l'aveva lasciato.
Schiuse gli occhi lentamente mettendosi poi seduto osservò i suoi dintorni.
La spada di Lord Rhoop era accanto a lui, adagiata sulle foglie secche e scricchiolanti. Intorno solo pietra e qualche arbusto sgangherato.
S'alzò tremolante dopo quasi un mese di vita da drago, prese la spada e andò a esplorare il posto, insicuro sul dove fosse.
Spostando rami e rovi qua e là si ritrovò dalla parte opposta del ponte per raggiunger la Tavola di Aslan.
Corse.
Corse per raggiungere quelle altre spada e posar l'ultima lì perché eliminasse quella bestia che attaccava i suoi... compagni."
《LEYSA PERCHÈ SEI QUI?!》
《NON COMBATTERAI QUELLA COSA DA SOLO!》
《Leysa ti prego... sei ferita!》
"Gridò raggiungendo finalmente la coffa dopo una lunga scalata.
Aiutò Leysa a salire perché non restasse a penzoloni sull'albero maestro."
"Fece per parlare ma comprese che nessuna parola avrebbe spiegato ciò che la sua anima provava.
Posò la sua fronte graffiata contro quella fradicia di Leysa che gli accarezzò il viso con la mano coperta di sangue.
Lui fece lo stesso mentre una strana lacrima gli scivolò sulla guancia. Aveva più paura di quanto credesse.
Veder Leysa ferita, per colpa di quel serpente frutto della sua paura, sua colpa, lo faceva sentir male. Non poteva sopportarlo, avrebbe desiderato fosse stato lui quello colpito da quel serpente.
Non sarebbe stato in grado di sopportare quell'opprimente peso che già conosceva da tempo, non quello della sua morte.
Come poteva solo immaginar di tornare nel loro mondo senza di lei.
La amava."
《finiamo questa bestia, insieme.》"Mormorò Leysa che percependo quella lacrima smise di parlare.
Le parole bloccate nell'esofago e il retrogusto di sangue nella sua bocca.
Una fitta alle tempie.
Fu come esser trapassati da parte a parte con una freccia da guerra.
La peggiore mai sentita fino a quel momento.
La ferita all'addome ancora pulsava e l'infuso di Lucy sembrò non far effetto.
Allora capì e si pentì delle sue scelte.
Sciolse quel contatto con Edmund e lo guardò negli occhi: colmi di dolore e lacrime.
Quelle calde pietre che la guardavan sempre dolcemente. Quelle mani che amava sentire su di sé... quella voce che la rassicurava ogni qualvolta ve ne fosse bisogno.
Forse se ne sarebbe dovuta accorgere prima, forse quel mattino avrebbero dovuto lasciarsi guidare entrambi dai loro cuori... forse non avrebbero dovuto sfidare il destino.
E allora, quando vide quel volto dilaniato dal dolore e dalla paura comprese quella strana calma che provava al suo fianco.
Si pentì di tutto.
Era giunta quella parte del suo giuramento che nel profondo sperava non arrivasse mai e ora, sperava non avesse stretto quella promessa con Aslan.
Era ancora troppo presto.
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Lisa~
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𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund Pevensie
Фанфикшн𝙇𝙚𝙮𝙨𝙖 :: 𝙋𝙧𝙤𝙩𝙚𝙩𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙪𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞 ᵈᵃˡ ᵗᵉˢᵗᵒ "𝘕𝘰𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪𝘰', 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢. 𝘚𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢, 𝘭𝘦𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯�...
