XIX

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"Quella mattina Leysa avrebbe pulito lo sgabuzzino fuori casa, luogo lurido e in putrefazione.
Si svegliò qualche minuto dopo essersi riaddormentata, fu un sonno alquanto agitato tanto che non servì a nulla e l'immagine del suo viso putrefatto non le abbandonava la mentre.
Infondo è quello che desiderava le accadesse. Ogni quando guardava il suo viso vedeva il riflesso della madre, lo odiava con tutta se stessa, per questo era solita sciaquarsi il viso con forza nella speranza che quel suo volto scivolasse via insieme all'acqua.
In parte, erano i suoi sensi di colpa a permettere questi comportamenti impulsivi verso il suo corpo, un modo per togliersi la vita? Un modo per cancellare via le sue colpe?
Leysa probabilmente ne era consapevole ma era ormai dipendente da tale atto."

"Schiuse gli occhi e sollevò il suo corpo per poi andare in bagno.
L'aspettava una mattina dura ma, ancora turbata, dimenticò di metter qualcosa sotto i denti.
Leysa infilò degli abiti vecchi, si coprì il viso con un fazzoletto e scese le scale, pronta a fronteggiare il più grande nemico di quella casa; lo sgabuzzino."

"Aprì la porta in legno ma le rimase in mano, ripensò a quando aprirono la porta della sala del tesoro l'anno precedente e quasi sorrise.
Si mise all'opera e svuotò quello stanzino angusto e putrido da ogni tipo di cianfrusaglia e scatola.
Sollevò tanta polvere da farci un cuscino.
Fra le cose appena trovate, diede un'occhiata per qualcosa di utile e ancora intero: un orologio, un nano da giardino talmente sporco che Leysa non seppe dire se fosse grigio di proposito o semplicemente sporco, due libri che avrebbe dovuto pulire dai pesciolini d'argento e un bellissimo vaso della collezione reale.
Cominciò a pulire e sistemare quell'orologio tanto elegante che le prese un'ora bella e buona."

"Intanto, Eustace e la madre uscirono insieme di casa. La signora Scrubb lanciò un occhiataccia verso Leysa.
Alberta Scrubb odiava quella ragazza, non sopportava la sua presenza in casa e soprattutto, odiava gli scatti di rabbia che la caratterizzavano.
Ogni qualvolta che Leysa perdeva le staffe, qualcosa finiva in frantumi.l, in parte Alberta ne era colpevole, se solo non avesse caricato di lavoro quella ragazza, forse sarebbe riuscita a volerle del bene e a calmare la sua rabbia; come riusciva la Signora Pevensie.
Per Leysa, quella donna era una vera madre, l'unica figura materna che mai aveva avuto, la trattava con amore, lo stesso amore che dava ai figli, persino il Sigmor Pevensie, con il poco che lo vide, riuscì a essere il padre che Leysa mai conobbe.
Eppure per Alberta era uno strazio dover mantenere anche quella pazza, irrispettosa e malata.
L'influenza che aveva sul nipote, la urtava parecchio, avrebbe desiderato vietarle di uscire dalla sua stanza purché non vedesse Edmund, ma sapeva avrebbe peggiorato le cose.

《Lisa! Se oserai rompere qualcosa, dormirai sul tetto, a quanto pare ti piace parecchio.》

"Leysa sollevò il viso leggermente e guardò la donna con la coda dell'occhio. Alberta sentì quello sguardo sul corpo, per errore incontrò quegli occhi di ghiaccio e se ne pentì. Sentì quello sguardo addosso finché non cambiò via."

"Una volta sparita la vecchia, Leysa prese un respiro profondo e continuò il suo lavoro particolarmente scocciata."

《Eustace non dovresti seguire tua madre?》

《mi ha detto di controllarti.》

"Eustace era seduto sul muretto di casa e guardava fisso Leysa.
Il suo sguardo era impertinente e fastidioso."

"Leysa continuò il suo lavoro ancora più scocciata che ruppe una delle lancette."
《hai intenzione di restare a fissarmi per tutto il giorno?》
《si》
《devo essere interessante allora》

"Irritata e stanca, Leysa finì di sistemare l'orologio e prese a pulire il nano da giardino.
Imbevette un fazzoletto in dell'acqua e con delicatezza sfregò via la sporcizia incrostata sulla ceramica. Terminò in poco tempo e si sdraiò sull'erba fresca per riposare la sua schiena dolorante."

《non battere la fiacca!》"Esclamò Eustace."

《vattene o ti spacco un bastone in testa》
"Eustace le rispose facendole la linguaccia e rimase sconvolta da tale obbrobrio."
《Non mi fai paura》
《vuoi provare? Insieme al bastone rompo anche la tua testa ti va?》
"Eustace la guardò leggermente titubante sul risponderle si per sfotterla o sul rifiutare l'offerta; non rispose.
Leysa lo ignorò e continuò a lavorare.
Con una scopa cercò di raccogliere tutte le ragnatele possibili e di buttarle via."

《che schifo!》 "Esclamò Eustace."
《se non vuoi star a guardare perché non torni dendro a scrivere quel diario dove ci insulti tutti!?》
《io non ho un diario!》
《chi vuoi prendere in giro?! Io e Lucy puliamo questa casa, credi che non lo sappiamo?! So persino dove lo nascondi.》

"Eustace non rispose e Leysa lo ignorò, ormai stanca della sua voce è di tutte le sue battute poco divertenti.
Intanto smontò uno scaffale ormai marcio e un dolore alla testa la fece traballare.
Tentò di sedersi per alleviare il dolore ma peggiorò. Si sentì il sangue mancare alla testa e attorno a sé il mondo s'agitava con lei."

《Eustace-》"Mormorò tentando di vincere il dolore del suo corpo."
《cosa vuoi?》"Rispose lui senza nemmeno guardarla, lei tentò di alzarsi ma cadde di nuovo sul prato. S'avvicinò al ragazzo strisciando e maledicendo i suoi nemici."

《Eustace-!》
"Si voltò finalmente e la vide accasciata a terra, pallida come un cadavere."
《che cosa ti prende?! Sei orribile!》"Esclamò tentando di allontanarsi da Leysa."
《le...p-pastiglie-》
"Eustace la guardò storto, come se avesse parlato una strana lingua a lui sconosciuta.
Allora Leysa s'aggrappo al suo maglione e si tirò sù combattendo il suo corpo.
Aveva passato decisamente di peggio."
《dove vai!?》

"Leysa lo ignorò e barcollante raggiunse il salotto e rovinò a terra appena raggiunse il tavolino dove teneva le pastiglie.
Le prese con le mani tremanti e ne ingoiò una, s'alzò e ancora tremante raggiunse la cucina e cominciò a mangiare del pane a grandi morsi.
Pareva un animale.
Non aveva fatto colazione."

..

"Una volta calma, Leysa uscì di nuovo, sistemò quella ferraglia che stava pulendo dentro lo sgabuzzino, chiuse la porta sbilenca e tornò in camera sua. Crollò sul letto e ancora una volta si chiuse su se stessa in posizione fetale e fissò il vuoto per un lungo periodo."

...

"Passò forse un'ora e Leysa s'alzò di nuovo, raccolse la posta, la posò sul tavolino all'ingresso e tornò nella sua stanza.
Salendo le scale incontrò Eustace e Leysa desiderò picchiarlo ma stanca com'era a malapena camminava."

《cosa ci fai qui? Devi pulire lo sgabuzzino》

"Non gli rispose e proseguì per le scale."

《cosa stai facendo?! Sei ospite qui solo perché sei stata adottata da quei pazzi dei miei zii, se non fosse per loro ti avremmo sbattuta fuori da questa casa! Lavo-》

"Un rumore sordo rieccheggiò per tutta la casa, il viso di Eustace diventò color porpora in poco tempo."

《tu non sai niente Eustace》
"Lo sguardo di Leysa lo trapassò da parte a parte, disintegrando ogni briciolo di spavalderia."

《ho passato cose che nemmeno immagini. Se solo avessi visto un briciolo della mia vita avresti uno sputo d'umiltà.》

《la mamm-》

"Quelle parole svegliarono Leysa che lo prese per i capelli e gli spose la testa oltre il parapetto delle scale."
《LA MAMMA QUESTO! LA MAMMA QUELLO! LA MAMMA QUELL'ALTRO! TUA MADRE È UNA PAZZA, MERITEREBBE DI PATIRE LE MIE PENE! SEMBRI NON COMPRENDERE, POTREI GETTARTI DALLA CIMA DELLE SCALE E RENDERTI UN BAMBINO STORPIO! MA NON CAPIRESTI COMUNQUE.》

《PAPÀ! PAPÀ! PAPÀ!》

《TUO PADRE, RIESCE AD ESSERE PIÙ ASSENTE DEL MIO, PENSA CHE IL MIO È MORTO! IL TUO PROBABILMENTE NON SA NEMMENO DI AVERTI! SEI PATETICO EUSTACE! SII GRATO STOLTO!》

"Leysa si chinò accanto al suo orecchio."
《osa ripetere qualcosa del genere e giuro che l'ultima cosa che vedrai sarà il mio viso ricoperto del tuo sangue.》"Sussurrò."

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Lisa~

𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora