III

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Passarono quasi tre anni per gli amici di Narnia e molte cose cambiarono specialmente per Leysa; si trovò catapultata in un mondo ricco di cose nuove mai viste, luce dentro delle gocce di vetro, scatole di latta volanti e carrozze senza cavalli. I signori Pevensie l'avevano presa sotto la loro custodia, la credevano una dodicenne la prima volta che la videro, il professor Kirke fu propenso ad adottarla ma Lucy insistette perché vivesse con loro. Andò persino a scuola, cosa che apprezzava vivamente, trovò la storia del mondo dei suoi sovrani intrigante ed estremamente lunga. Con gli anni conobbe la guerra che dilaniava quel mondo: la riteneva insulsa e senza onore.

Leysa, Susan e Lucy si diressero verso la stazione per prendere il treno verso la scuola ma vennero fermate da una calca sulle scale, vennero bloccate da una rissa a cui partecipava anche Peter che non faceva che esser lanciato da un muro all'altro. Poco dopo accorse il fratello che si fiondò in suo aiuto. Susan guardò entrambi con disgusto attendendo che qualcuno mettesse fine a quella caciara.
Per fortuna dei due fratelli intervenne Leysa che reagì come folgore vedendo uno di quei ragazzini sputare su Peter.
Scagliò un pugno in pieno volto al biondino che aveva sputato sul suo Re. <<Come osi puttana?!>> Lei storse il naso e schivò un colpo agilmente, il secondo lo bloccò prendendo il ragazzo per il braccio e scaraventandolo a terra. Fece in tempo a voltarsi per vedere Edmund sganciare un cartone in viso a uno dei tre ragazzi che avanzava verso di lei, schivò un colpo spostandosi spingendo il terzo ragazzo contro Leysa; lei lo prese per la testa e lo spinse faccia al pavimento. <<Potrei farti esplodere le cervella sul pavimento>> disse Leysa al suo orecchio, fu per alzarsi ma le arrivó un calcio all'addome che non la scalfí, non badó all'avversario che aveva al fianco e fermó Peter dal cadere. <<Lasciate fare a me sire>> Peter si spostó per lasciar fare la Comandante che schivó un calcio abbassandosi e sferró una stangata alla gamba piantata a terra dell'avversario e lo fece crollare a terra come un sacco di patate. <<Leysa, tutto tuo>> esclamó Edmund spingendo l'ultimo ancora impiedi verso di lei che lo prese per le spalle e lo scaraventó oltre le scale. I tre tirarono un sospiro di sollievo e fecero per avviarsi a delle panchine per attendere il treno. Il ragazzo a cui Leysa aveva spalmato il cranio al pavimento le saltó addosso con tutto il peso del suo corpo gettandola a terra. <<Non ti é bastato?!>> <<Leysa!>> Esclamarono Susan e Peter in coro preoccupati, ma a intervenire questa volta furono i soldati che lo spostarono da sopra la Comandante che potè rialzarsi. <<Tutto bene signorina?>> Leysa annuì spostando una treccia dietro la testa. <<Alla tua etá?! Colpire una donna?!>> Lo sgridó uno dei soldati che lo teneva.
<<Tutto bene?>> <<Si, ma i miei capelli non credo lo siano, Susan puoi dargli una sistemata per favore?>> Rispose avvicinandosi alle ragazze che s'erano appena sedute, Susan aiutó l'altra a sistemare i capelli che avevano perso la bella forma. <<Per essere ritornata una ragazzina te la cavi ancora>> farfuglió Peter posando una mano sulla sua spalla.
<<Cos'é successo sta volta?>> Domandó la sorella più grande a Peter che s'alzó dalla panchina decisamente su di giri: <<Uno spintone>> <<devi sempre finire in queste situazioni? Se Leysa non fosse intervenuta vi avrebbero pestato>> <<Prego eh>> brontoló Edmund che s'era lanciato per primo in aiuto del fratello. <<Dopo avermi spinto, pretendeva delle scuse, allora l'ho colpito- Susan alzó gli occhi al cielo infastidita e stanca della solita solfa del fratello -Non siete stanchi di farvi trattare come ragazzini?!>> <<Noi siamo ragazzini>> ribatté Edmund
<<Sono passati quasi tre anni, quanto ancora dovremo aspettare?>> Domandó Peter con uno sbuffo sedendosi di nuovo. <<Credo sia ora di rassegnarsi, la nostra vita ora é qui>> disse Susan continuando ad aggiustare i capelli di Leysa: <<non la mia peró, io non appartengo a questo mondo>> <<eppure sei qui, se non possiamo fare ritorno noi nemmeno tu potrai, Susan ha ragione sotto un certo punto di vista>> <<solo i miei occhi spaventano la gente comune, come posso integrarmi? Prima ho dovuto frenarmi per evitare di uccidere quei ragazzini>> <<preferisci Narnia perché non corri rischi se uccidi qualcuno a mani nude?>> Sibiló Susan tirandole una ciocca di capelli, Leysa rispose con tono sicuro: <<Preferisco Narnia perché qui sono cavia da laboratorio, io non sono nata in questo mondo e non ne potró mai far parte>> <<Narnia manca a tutti, dobbiamo solo attendere>> disse Lucy <<finché non crepiamo magari>> borbottó Peter in risposta controllando l'orologio. <<Manca poco al treno, iniziamo a prendere le valigie?>> Propose il maggiore dei fratelli alzandosi. <<AHI! Peter!>> Esclamó Lucy scattando impiedi, anche Leysa espresse del dolore ma non fu Susan a tirarle i capelli, <<AU!>> Anche Susan si sentí pizzicare la pelle, anche gli altri due percepirono lo stesso e poco dopo all'interno della stazione s'alzó un forte vento, il treno s'avvicinó e portó con sé le travi della stazione, il pavimento, i muri, le piastrelle... lasciandosi dietro: Narnia.

𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora