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Adesso era il turno di Namjoon di essere ignorato, ma Seokjin aveva scelto un metodo diverso rispetto a quello del minore. Jinn continuava a vivere tranquillamente la sua vita, usciva da camera sua, andava in bagno, cucina, salotto, stava nella stessa stanza del coinquilino, ma non ci parlava, si comportava come se in quella casa ci fosse solo lui. Preparava da mangiare solo per lui, faceva la lavatrice solo per lui, agiva come prima che arrivasse il minore.

Dal canto suo Namjoon stava veramente di merda, ma non si pentiva di quello che aveva detto, aveva le sue ragioni, lo sapeva, ma questo non gli impediva di stare di merda. Il minore osservava di tanto in tanto il ragazzo per cui aveva una cotta, vedeva che le sue parole lo avevano ferito, ma continuava a ripetersi che lo facev per il suo bene, ma non capiva se lo diceva per convincere se stesso o perché era la verità...

"Namjoon, perché sei diventato così coglione tutto d'un tratto?" Domandarono Hoseok e Jackson.
"Sarà la quarantena che ti ha dato alla testa." Disse Hoseok.
"Lo fai per quello?" Chiese serio Jackson.
"Ovvio." Rispose il diretto interessato tristemente.
"Quello, cosa?" Domandò Hobi confuso, il cinese sospirò per poi spiegargli tutto.
"Ah, adesso ha più o meno un senso." Disse dopo aver ascoltato tutta la faccenda. "Però lo sai vero che non è detto che sia lo stesso per lui." Continuò.
"Lo so-"
"Ma vuoi comunque rischiare?" Lo interrompè Jackson.
"Non mi importa se mi odierà, non me ne pento." Rispose Nam, perché lui sapeva che lo faceva con le migliore intenzioni.
"Ripeto, qualche volta subito del tuo QI." Disse il rosso sbuffando.
"Non sei divertente."
"Però ha ragione." Li diede corda l'altro ragazzo.
"Fate schifo, addio." Disse semplicemente Namjoon chiudendo la chiamata.

Hoseok sospirò, perché Namjoon a volte doveva essere così scemo?
"Cosa cazzo ha fatto il tuo migliore amico a Seokjin hyung!" Esclamò infuriato Yoongi entrando nella loro stanza.
"Come lo sai?" Chiese il rosso confuso.
"Seokjin mi ha appena chiamato." Rispose semplicemente.
"Non potrà sembrare... Ma ha i suoi motivi." Sussurrò sbuffand. "Certo, non l'ha fatto nel modo giusto, su questo sono d'accordo io, ma ha le sue ragioni." Continuò sussurrando, adesso era anche lui in mezzo a tutto questo casino.
"Giuro che se non fossimo in piena pandemia uscirei e lo picchierei a morte." Disse Yoongi.
"Yoongie~ non dire così. Su vieni qua." Disse aprendo le braccia, il maggiore si avvicinò verso di lui, sedendosi poi sulle sue gambe.
"Diamogli una settimana e mezza, okay? Se entro questo tempo non risolvono entriamo in gioco noi, okay?" Sussurrò accarezzandoli leggermente i capelli, il maggiore annuì beandosi del tocco del suo ragazzo.
"Dio, sei così carino, sembri un gatto." Esclamò a bassa voce il rosso accarezzando il viso del suo ragazzo. Nonostante Yoongi odiasse quando le persone li davano del gatto, oltrepassò e si concentrò solo sulle coccole che li stava dando il minore.

Era notte fonda e Namjoon si era appena svegliato di colpo da un incubo. Era convinto di essersene liberato, ne era convintissimo, ed invece eccoci ancora qua. Sospirò, si alzò ed andò in cucina a bere un bicchiere d'acqua, si sentiva la bolla secca, come se le urla che aveva tirato nel sogno lo avesse fatto nella vita reale. Si passò una mano in faccia e sui capelli, era tutto sudato. "Che schifo..." Sussurrò, appoggiò il bicchiere sul tavolo ed andò a lavarsi la faccia in bagno, odiava la sua figura. Dopo essersi svegliato da quel genere di incubi aveva una cera orribile, faceva pena a se stesso, prese un bel respiro e ritornò in camera sua. Guardò l'ora, cinque dl mattino, neanche male si ritrovò a pensare. Prese il quadernino che usava per mettere per scritto i suoi pensieri e cominciò a scrivere, ne aveva bisogno.

[🤍] 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐞 ❲𝐧𝐚𝐦𝐣𝐢𝐧❳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora