Nonostante io mi faccia problemi per tutto e paranoie ogni secondo, posso giurare di non aver mai provato un'ansia così invasiva ed intensa come la sto provando ora. Nemmeno quando la prof di matematica mi chiamava per svolgere gli esercizi ero così agitata e vi assicuro che matematica non è mai entrata nella classifica delle mie materie preferite. Per fortuna però quella tortura è terminata qualche mese fa; devo ammettere che gli ultimi anni di scuola sono stati davvero stancanti e parecchio problematici.
Fisso lo schermo del mio cellulare e mi concentro sugli ultimi messaggi a cui posso rispondere prima di partire, soffermandomi in particolare su quelli di Elisa. Non so come riuscirò a viverla e a superarla, sinceramente credo che ancora io non abbia del tutto realizzato quello che sto per fare. Una cosa però è certa: mi mancherà da morire.
Non siamo mai state abituate a stare lontane per così tanto tempo; le uniche volte che non potevamo vederci si trattava di qualche settimana perchè andavamo in vacanza con le nostre famiglie separatamente. Anche se in realtà nemmeno loro sono mai state separate; le nostri madri si conoscono da parecchi anni e considero sua mamma come la seconda donna che mi ha cresciuta e che mi ha sempre dato da mangiare.
Mi mancheranno le notti insieme passate a guardare film e spettegolare, i giri in centro a Milano fatti solo per scordarci i problemi, i festini a casa sua per divertirci e mi mancheranno anche le cose più banali come fumare una sigaretta prima di entrare a scuola. Decisamente, la mia migliore amica che ormai sopporto da più di quindici anni mi mancherà parecchio.
Chiaramente ora la situazione non mi pesa, ma devo godermi questi momenti di pace e tranquillità perché sono certa che appena atterrerò a New York mi pentirò di tutto e scoppierò a piangere pensando a quanto sentirò la sua mancanza.
«Cleofe, è ora.» mia mamma interrompe i miei pensieri e mi ricorda che non c'è più tempo per guardare il cellulare.
«Vuoi che ti aiuto con il borsone?» chiedo facendo un cenno e indicandolo.
«Grazie amore» mi sorride, «dobbiamo sbrigarci però.»
Annuisco.
Mi prendo un attimo per alzare la testa e osservare la marea di gente che c'è in questo aereoporto: chi aspetta pazientemente seduto leggendo un libro, chi invece cerca di gestire i figli piccoli che hanno ogni intenzione fuorché quella di rimanere fermi, chi guarda il biglietto stranito, chi invece torna e riabbraccia i propri cari. Solo da queste piccole azioni si può dedurre quanto caos ci sia e quanto mi mancherà il caos di Milano.
Per chi vive a Milano però, il caos è ordinario.
Mi tiro su i jeans che puntualmente mi cadono sempre un po', trascino la valigia e prendo il borsone cercando di seguire quella matta di mia madre che sembra sfrecciare tra le persone, come se fosse una gara.
Ho sempre invidiato mia madre perchè ha sempre fatto qualsiasi cosa con estrema scioglievolezza e sicurezza, tutto il mio contrario. Anche ora lei è qua che si dà da fare e non vede l'ora di partire mentre io cerco di stare più nel mio, dato che questa esperienza mi spaventa da morire e mi fa sentire già tremendamente nostalgica.
Dall'altro lato, in compenso, posso dire di essere abbastanza entusiasta di incominciare questo nuovo ed enorme capitolo della mia vita per il semplice fatto che a Milano non ho mai avuto la possibilità e la motivazione di riscattarmi in nulla. Si può dire che ho vissuto diciannove anni in quasi totale fallimento? Sì, decisamente. Ma non si può dire che continuerà così.
Non ho mai preso un aereo, per questo sono abbastanza ansiosa in questo momento.
«Ti conosco, non preoccuparti, il viaggio durerà qualche ora e sono sicura che dormirai come tuo solito.» mi sorride mia madre mentre ci sistemiamo sui sedili.
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Unbelievable
Teen FictionCleofe ha un passato lungo e difficoltoso alle spalle; pieno di violenza, sofferenze ed estrema timidezza che l'hanno portata a provare un'odio rancoroso verso ciò che ha sempre avuto attorno. All'età di diciannove anni vede la sua vita capovolgersi...