Capitolo 23

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Michael's POV

Quella ragazza sta iniziando a stravolgere tutta la mia intera routine, ieri sera sarei dovuto andare dai Bloodyx e fargli capire chi sono veramente, invece sono stato tutto il giorno con lei.
Mi dispiace davvero tanto averle fatto passare tutto ciò che è successo ieri pomeriggio, ma non avrei mai pensato che quei figli di puttana sarebbero arrivati proprio in quel momento, a quel pranzo.

Il tempo é grigio, nebbioso e cupo.

Stringo di più il volante dell'auto con la mano destra mentre percorro le solite strade che ormai conosco a memoria, per filo e per segno. Il rumore della pioggia boccheggia nell'aria e io sto attento a non andare addosso alle macchine davanti alla mia.

Cleofe ha qualcosa.

Ha qualcosa che ancora non sono riuscito bene ad identificare e ad inquadrare, ma ha qualcosa che la rende così diversa dal resto delle altre persone, indipendentemente dal loro sesso. Sarà pure una bugiarda diffidente, ma con me sembra essere totalmente il contrario e questa cosa mi piace tremendamente. Mi piace il fatto che con me sia davvero se stessa e questo mi intriga ancora di più.

Parcheggio di fianco all'auto di Edoardo.

«Siamo pronti?» gli domando scendendo dalla macchina.

«Come sta Cleofe?» chiede lui ignorando la mia domanda.

Lo osservo un attimo e noto il suo sguardo preoccupato e pensieroso.

«Sta bene.» affermo secco.

Cammino velocemente fino alla tettoia più vicina per ripararmi dalla pioggia, seguito da Edoardo.
Porto una sigaretta alla bocca e con le mani tremanti dal freddo la accendo.

«Ti ha detto qualcosa?» mi domanda nuovamente.

«Cosa avrebbe dovuto dirmi?» rispondo agitato, «è ovvio che si è spaventata mentre c'era la sparatoria, ma una volta a casa poi si è ripresa totalmente.»

«E te che cosa le hai detto?» chiede guardandomi coi suoi occhi verdi.

«Non le ho detto un cazzo di noi, di loro e di ciò in cui siamo immischiati. Solo qualche frase fatta per farla stare tranquilla.» lo rassicuro.

Passa qualche secondo e il silenzio cala tra di noi, interrotto solo dal rumore della pioggia che con insistenza cade sull'asfalto.

«Sai, non credo che tu sia il ragazzo che faccia per lei.» afferma Edoardo.

Un'espressione glaciale compare sul mio viso.

«Cosa intendi?» gli domando voltandomi verso di lui.

«Che preferirei tu stessi lontano da quella ragazza. Micheal credi che davvero lei si meriti di vivere tutto questo? La sparatoria di ieri è stato il segno evidente che lei con te non centra niente e che forse non dovresti lasciarla entrare nella tua dannata vita.»

«Chiudi quella bocca perché non sai minimamente cosa stai dicendo.» rispondo scocciato mentre getto a terra il mozzicone.

«Ah non so cosa sto dicendo? Chiaro, quando probabilmente anche lei si beccherà una pallottola per colpa tua forse capirai tu cosa sto dicendo io.» alza la voce lui.

Mi avvicino di più alla sua faccia.

«Non azzardarti mai più a rivolgerti a me con questo tono. Ti ricordo che sono stato io a farti avere tutto ciò che hai ora.»

I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e i miei occhi feroci osservano i suoi in modo freddo e severo.

«Cazzate, Micheal!» urla spingendomi indietro.

«Ma che cazzo ti sta succedendo? Ti rendi conto che io e te siamo qua per recuperare quei soldi e tu stai facendo una scenata per Cleofe?» esclamo aprendo le braccia.

Edoardo scuote la testa e porta una mano sulla sua fronte.

«Semplicemente sono preoccupato per lei, quando l'ho conosciuta mi sono promesso di non introdurla in queste cose, come del resto ho fatto con le altre mie amicizie. Perché tu hai dovuto farlo?»

Un'espressione disgustata e confusa contorna il mio volto, mentre la mia mente elabora l'unica domanda che non avrei mai voluto elaborare.

«Ti piace?» domando alzando la voce.

Il suo volto sbianca totalmente e rimane immobile.

«No cazzo, non mi interessa lei. Micheal non pensare male, semplicemente non voglio che viva ciò che viviamo.» risponde prontamente.

«Perchè cazzo devo allontarmi io da lei se poi tu sei tale e quale a me? Se non vuoi che "viva" ciò che viviamo noi, devi farla allontare anche da te. Non ha un fottuto senso, Edoardo.» affermo agitato.

«No cazzo, lo conosco bene quello sguardo» prosegue lui, «so cosa stai pensando e posso assicurarti che io la voglio solamente come amica, Micheal! E che da amico, voglio proteggerla.»

I toni sembrano abbassarsi e proprio nel momento in cui sto per replicare, Simba e Jackson si piazzano davanti a noi per cercare di capire cosa stia succedendo. Il loro outfit nero e la borsa che porta Simba mi fa subito intuire che stiamo per farlo davvero, una volta per tutte.

«Non c'è tempo per le stronzate strappalacrime, prendete le vostre armi.» risponde quest'ultimo.

Mi porge una glock che non esito a impugnare, caricare i colpi e prepararla per il fuoco che tra poco ci sarà dentro quel magazzino.

I Bloodyx sono un gruppo di tre ragazzi principali, ma che poi si ramifica in chissà quanti altri. Parecchi anni fa andavamo tutti nella stessa scuola superiore, in realtà oserei dire che eravamo tutti ottimi amici e che abbiamo iniziato a fare tutto insieme un po' per gioco. Le cose verso gli ultimi due anni però hanno iniziato a cambiare notevolmente quando per forza di cose siamo cresciuti e abbiamo continuato a fare le prime cazzate, che qualsiasi ragazzo fa; solo che forse noi eravamo un po' più diversi dagli altri.
Mentre le altre persone iniziavano a fumare e a bere, noi iniziavamo a rubare e a rivendere armi nel mercato nero che si era affermato a New York proprio in quegli anni; sono stati proprio i Bloodyx a introdurci. Inizialmente infatti il nostro gruppo era formato da sette persone, senza contare chi lavorava per noi,  e andavamo alla grande.

Cazzo, finalmente i soldi iniziavano ad arrivare. Ma i soldi non sempre sono una cosa positiva per degli amici.

Sono sempre stata la figura più spiccata nel gruppo; quella che lavorava di più, che ne sapeva di più e che forse non aveva davvero niente da perdere. È così che fui eletto capo, insieme a Max.
Max é stata la nostra rovina.
I soldi gli hanno dato alla testa e ha iniziato a nasconderci degli affari importanti e a ricavarne profitto solo lui, dividendoci totalmente e conquistando la fiducia dei nostri clienti. Da lì in poi le nostre strade si divisero; Max, Axel e Blanco da una parte, mentre Micheal, Simba, Jackson ed Edoardo dall'altra.

Da quel giorno in poi le nostre faide sono scoppiate puramente per interessi economici e mai personali, per lo meno da parte mia. Da parte loro non direi lo stesso, dato che hanno sempre provato interesse nel colpire noi e tutto ciò che avevamo attorno solo perché non siamo rimasti uniti e non abbiamo più fatto soldi con loro.
La verità è che non sono in grado di gestire proprio un cazzo senza di me. Sono persi e odiano il fatto che io mi sia creato una rete internazionale di clienti che non aspettano altro che i miei pacchi con dentro le loro belle armi.

«Micheal, sai già come procederemo?»

La voce di Jackson interrompe i miei pensieri.

«Simba ed Edoardo dal retro, mentre io e te dal portone principale.» affermo caricando la mia arma.

«Dobbiamo recuperare tutte le informazioni e gli agganci dei nostri clienti che ci hanno portato via. Non esitate a essere un po' "cattivi" nel farlo.» sorride ironicamente Edoardo mentre si accinge a spalancare il portone.

Una volta pronti, procediamo con lo show e con particolare attenzione proviamo ad entrare nel magazzino dove solitamente i Bloodyx sono sempre riuniti per lavorare alle loro cazzate.

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