Michael's POV
Non capisco perché Edoardo abbia avuto la malsana idea di portare Cleofe qui, facendole già scoprire qualche pezzo in più del puzzle.
Voglio dire; non ho intenzione di farla entrare neanche un minimo nella mia vita e ancora meno di farle assistere a ciò che faccio per vivere, dato che sono fatti miei e di pochissime altre persone soltanto. Siamo riusciti in queste settimane a vederci solamente in università senza passare altro tempo fuori tra di noi, proprio perché non ho voglia di farle vedere chi sono veramente.
L'ultima cosa di cui ho bisogno é di una ragazza che si intrometta nei nostri affari, ed Edoardo sa benissimo quanto tengo alla nostra privacy, per il bene degli affari e del nostro team. A questo punto non sono neanche più sicuro che sia riuscito a tenere la bocca chiusa e a trattenersi nel raccontarle tutto.
Mi auguro però che non l'abbia fatto, perché sennò sarebbe un enorme problema e non ho intenzione di allontanare il mio migliore amico da me e dal team.Io, Cleofe ed Edoardo ci siamo spostati dal centro del parcheggio e siamo andati verso il bordo, dove ad aspettarci ci sono Simba e Jackson.
Quest'ultimo mi guarda seriamente e mi fulmina con lo sguardo appena si accorge anche della presenza della ragazza.«E lei chi sarebbe?» domanda Jackson, scrutandola da capo a piedi.
«Una nostra amica, non preoccuparti.» risponde Edoardo.
«Da quando in qua voi avete delle "amiche"?» chiede Simba mimando l'ultima parola.
«Da quando l'ho deciso io.» rispondo guardandolo negli occhi e facendogli capire che non è il momento di fare casino.
«Allora piacere, Simba.» si avvicina a Cleofe e le stringe la mano, mentre lei minuta pronuncia il suo nome.
Simba l'ho conosciuto qualche anno fa e ci ha impiegato parecchio tempo ad avere la mia fiducia più totale, ma ormai mi fido di lui ciecamente. Anche perché se non lo facessi, non sarebbe mio amico e non mi aiuterebbe negli affari che gestiamo ogni giorno, che ci riempiono di merda.
Essendo marocchino, é inoltre un ottimo mediatore tra noi e i clienti europei con cui trattiamo solitamente.«Io sono Jackson.» si presenta l'altro ragazzo, non facendo trasparire alcuna emozione.
Jackson é mio fratello.
Non di sangue, ma per me è come se lo fosse.
Ci siamo conosciuti alle scuole elementari e da lì in poi non abbiamo fatto altro che passare ogni giorno insieme e crescere sempre di più, uno affianco all'altro. É la mia spalla destra per tutto, non solo per gli affari ma anche per la mia vita privata, so che posso fare affidamento a di lui.«Quindi, mh, vi conoscete da tanto voi?» chiede Cleofe un po' titubante.
La sua innocenza che traspare di tanto in tanto mi fa sorridere e provare compassione.
È evidente che c'entra niente con me.«Sì, così pare.» risponde Simba, continuando ad esaminarla.
«E come vi siete conosciuti?» continua a domandare, esitando un po' prima di chiederlo.
La osservo.
Sta sera é vestita anche fin troppo bene per stare in questo posto.«Siamo amici di vecchia data, ci conosciamo tutti da parecchi anni e ci sopportiamo da ormai fin troppo tempo.» le rispondo, sorridendole.
L'aria è tesa e cerco il più possibile di metterla a suo agio, anche un minimo, perché so cosa si prova a sentirsi totalmente fuori luogo e fuori posto.
«E invece voi come vi siete conosciuti?» chiede Jackson in modo autoritario.
«Umh, frequentiamo tutti e tre lo stesso corso all'università e ci siamo conosciuti poco più di un mese fa. Io sono nuova qua, prima abitavo in Italia.» afferma la ragazza.
«Vi conoscete da così poco tempo e voi vi azzardate a portarla qui?» esclama Jackson, pieno di rabbia e preoccupazione indicando me ed Edoardo.
«Non vedo quale sia il tuo problema, Jackson.» risponde a tono quest'ultimo.
«Il mio problema? Vorrai dire il nostro problema, cazzo! Lo sai benissimo chi può stare qui e chi no, e sai bene anche cosa ci facciamo noi qui.» sbraita, gesticolando.
Vedo lo sguardo di Cleofe cercare disperatamente il mio e una volta incontrati i suoi occhi neri, le do un'occhiata rassicurante.
Le sue mani si sfregano a vicenda e si stringono tra di loro; lo fa sempre quando è nevosa.«Credo che sia io qua a decidere chi portare e chi non portare, dato che le auto sono mie e sono io a farmi il culo la notte. Quindi, smettila e andiamo a fare questa cazzo di gara, c'è gente che ha scommesso soldi su di noi.»
Decido di chiudere io il discorso e di voltarmi per andare verso le auto, seguito poi dagli altri dietro di me che hanno deciso di non controbattere.
Cleofe é accanto a me e decido di posare la mia mano sulla sua vita, portandola vicino a me, fianco contro fianco mentre continuaiamo a camminare. Voglio cercare di tranquillizzarla, anche se maledico Edoardo per averla portata qua questa sera.
«Devi scusarli, non amano gli sconosciuti.» le dico poi, togliendo il mio braccio dalla sua schiena.
Per quanto possa aver odiato la reazione di Jackson in quel momento, ammetto che l'avrei avuta anche io e che non posso troppo prendermela con lui. Alla fine, vuole solo proteggerci.
«Vi assomigliate un po', sai?» mi dice lei, come se mi avesse letto nella mente.
«Sì, può darsi.» rispondo vagamente.

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Unbelievable
Teen FictionCleofe ha un passato lungo e difficoltoso alle spalle; pieno di violenza, sofferenze ed estrema timidezza che l'hanno portata a provare un'odio rancoroso verso ciò che ha sempre avuto attorno. All'età di diciannove anni vede la sua vita capovolgersi...