Capitolo 15

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Cleofe's POV

I miei amici mi hanno lasciato da sola insieme a Simba e Jackson, mentre loro si sono diretti alle due automobili, acclamati e incoraggiati dai fischi della folla.
Nonostante io sappia che questi due omoni affianco a me mi odiano, Micheal mi ha detto che non proferiranno parola se non per socializzare amichevolmente con me e che non mi succederà nulla con loro due vicino.

Mi giro dall'altro lato e osservo meglio la situazione in cui mi trovo e devo dire che sto iniziando a guardarla in modo differente rispetto a prima. Ora come ora mi sento più piccola e fuoriluogo; do un'occhiata veloce e noto che ci sono solo tre ragazze in tutto, e io sono una di quelle.

L'atmosfera non è più spensierata come prima.

Le persone iniziano ad essere frenetiche e scorbutiche, mentre aspettano impazienti che la ragazza muova la bandierina verso il basso, segno di partenza per le due automobili.
Una fila di persone davanti a Simba e Jackson tirano fuori dalle tasche centinai di dollari, consegnandoli proprio a questi due puntando sul "cavallo" vincente. O meglio dire, sui cavalli vincenti dell'auto che hanno deciso di puntare.

Osservo la scena in disparte che si ripete da ormai decine e decine di minuti; tutti i presenti passano a Simba e Jackson centinaia di dollari con un passaggio di mano ben veloce, accompagnato dal nome del fantomatico vincitore.
Un senso di sporcizia e imbarazzo mi attraversa la testa da inizio a fine di queste scommesse. Ora credo proprio di iniziare a capire come mai Micheal è riuscito a permettersi quella terrazza, come mai è riuscito a permettersi la sua auto e come mai sembra non avere nessun limite in tutto ciò che fa.

Dopo parecchi minuti passati tra fischi, rumori di motori e soldi sporchi girati e rigirati, le due auto sgasano e partono a tutto gas.

Nonostante io sia a debita distanza da loro, faccio comunque un passo indietro spaventata e presa alla sprovvista dalla loro partenza.
I miei occhi si concentrano su entrambe le macchine, quella viola di Micheal e quella verde di Edoardo, che sembra essere in testa.
Il cuore mi va in gola quando li vedo entrambi fare una curva e far sbandare totalmente le automobili, quasi pronti a scontrarsi l'una contro l'altra.

«Oh, cara, non preoccuparti, è normale. Stanno andando alla grande.» proferisce Simba, vedendomi preoccupata.

«Sì, è normale.» rispondo io con un tono ironico.

«Fidati che è la cosa più normale che potresti vedere fare da loro due.» mi risponde, guardandomi coi suoi grandi occhi scuri.

È parecchio alto e snello, con una carnagione mulatta e una pelle liscia che farebbe invidia a qualsiasi altro ragazzo e ragazza al mondo. Non credo che abbia più di ventuno anni, anche se i baffi ben curati lo fanno sembrare qualche anno più grande.

Dopo lunghi minuti sembrati interminabili, la gara si svolge al termine con Micheal che riesce a tagliare il traguardo qualche secondo prima di Edoardo. Un boato formato da urla e fischi si innalza nel grande parcheggio, creato dalle persone che hanno scommesso sulla Mercedes Viola.

Un ragazzo poco distante da me inizia ad esultare in modo fin troppo acceso, tant'è che decide di sua spontanea volontà di afferrarmi e tirarmi su di peso in mezzo secondo.

«Lasciami andare!» urlo mentre cerco di dimenarmi.

Il ragazzo non curante sembra non aver sentito neanche le mie urla, la folla si fa sempre più stretta e mi vedo svanire in essa. Mi fa veramente schifo ciò che sta succedendo.

Cleofe; pensa a come agire.

Cerco di togliermi in qualche modo la scarpa col tacco per poi sbatterla contro la sua schiena e farlo finalmente allentare la presa su di me, dolorante per i colpi che sono riuscita ad infliggergli.

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