Capitolo 16

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"Cosa vuoi da noi?" urla mia madre dal salotto, con strazio e angoscia.

Rimango nascosta sotto il letto mentre ascolto il loro dialogo e immagino dalle loro parole la scena a cui mia madre si trova davanti.

"Vuoi dei soldi?" si arrende mia madre e gli domanda ciò, mentre singhiozza e respira a fatica.

"Stai zitta o ti pianto una pallottola in gola!" la sovrasta la voce maschile.

Sento il rumore che fa la sicura della pistola una volta disattivata e d'istinto mi copro la bocca con la mano, per evitare di fare rumore e farmi scoprire. Una lacrima mi riga il viso mentre cerco di pensare a cosa fare e come agire per aiutare mia madre, ma purtroppo la paura prende il sopravvento su di me e non riesco a far altro che fissare il pavimento con sguardo assente.

"Dimmi immediatamente dove si trovano tutti i beni preziosi che possedete in casa." ordina la voce maschile.

"Qua...non c'è molto...ho qualche collanina d'oro, ma niente di più." afferma con piccole pause mia madre, singhiozzando.

"Ora andiamo insieme a prenderle allora, non ti azzardare a urlare a fare cazzate, hai capito?" chiede duramente l'uomo, mentre fa alzare mia madre dalla sedia.

Sento i loro passi avvicinarsi sempre di più a me, finché non li ritrovo in camera mia.
Mi tappo ancora di più la bocca per non fare il minimo rumore, poi chiudo gli occhi, non volendo vedere nemmeno le scarpe di questo schifoso essere inumano. Sì, lo chiamerei proprio così.

"Che cazzo stai aspettando? Prendi quelle dannate collane." afferma l'uomo appena nota che mia madre non prende posizione.

"Sono le collane di mia figlia, le conserviamo da quando è nata, la prego non ci facc-"

Un rumore secco e acuto blocca la frase di mia madre e appena realizzo che si tratta di uno schiaffo, apro gli occhi sgranandoli. Piango, eccome se piango.
Il mondo mi crolla addosso e vorrei tanto che mi crollasse anche addosso il soffitto, per interrompere questo incubo il prima possibile.

"Se non vuoi morire in questo momento ti consiglio di non perdere ulteriore tempo." risponde con cattiveria l'uomo.

"É tutto quello che ho qua in casa..." balbetta mia madre, aprendo i cassetti della credenza e dandogli le collane.

Un altro rumore si fa spazio in casa: il pianto di mia sorella che si è appena svegliata.

"Andiamo da lei, credo che potrà essere un'ottima merce di scambio." ordina l'uomo strattonando mia madre fuori da camera mia, che cerca di opporsi fino alla fine.

A quelle parole, le lacrime smettono di uscire dai miei occhi e il mio sguardo diventa tutto d'un tratto cupo e impassibile, tant'è che le lacrime sembrano ghiacciarsi.
Appena mi assicuro che in camera mia non ci sia più nessuno, esco velocemente da sotto il letto e con lo sguardo cerco qualsiasi cosa che mi possa difendere e far attaccare allo stesso tempo. Scorro gli occhi per tutti gli angoli della mia camera, mentre sento di sottofondo le urla di mia madre che sembrano non cessarsi.

Riesco a inquadrare il vaso di vetro che contiene i fiori. Mi ci fiondo immediatamente e tolgo quelle stupide rose, afferro il vaso e lo svuoto a terra dall'acqua.

"Ti prego no, non puoi farlo!" esclama mia madre, "io ti ammazzo!" urla isterica, mentre corre per inseguire l'uomo.

Non ci metto molto a capire cosa stia succedendo là fuori.

I miei occhi pieni di rabbia e il mio stato d'animo tutto tranne che tranquillo e spaventato, si scaraventano fuori da camera mia e si avvicinano sempre di più verso l'uomo che tiene in braccio mia sorella e che sta tentando di scappare da casa mia.

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