Nuova casa.
Nuova vita.
Nuovi amici.
Nuova lingua.
Ma a quanto pare stesse abitudini; sono in ritardo.
Non riuscirò mai a cambiare su queste piccole banalità.
Credo che i miei quattro nuovi amici siano qua fuori ad aspettarmi in macchina già da dieci minuti buoni e io come una demente, che ancora devo decidere che scarpe indossare.
Ho optato per un vestito aderente nero in latex; sono letteralmente ossessionata da questo materiale così sexy e sgargiante che di certo non passa inosservato. Credo che nonostante io sia molto bassa e abbia qualche chiletto in più questo vestito valorizzi davvero bene le mie forme.
Chiaramente, mi sono anche truccata molto, ma non ho esagerato col rossetto dato che ho messo un bel colore nude. Ho anche lisciato i miei capelli mori che ormai mi arrivano quasi al seno.
Ho sempre tenuto i capelli davvero lunghi, sin da piccola, ma è già da ormai un anno che mi sono stufata di curarli. E poi insomma, essendo bassa quei capelli chilometrici certamente non slanciavano per niente la mia figura. Qualche mese fa infatti mi sono convinta e li ho tagliati alle spalle, ma a quanto pare stanno già ricrescendo e ciò significa che il prima possibile dovrò andare da una parrucchiera per darci di nuovo un bel taglio.
Infilo dei tacchi non troppo alti nude e indosso una giacchetta di pelle, saluto i miei genitori e mi precipito nell'auto di Wilson.
«Ciao ragazzi, scusatemi davvero per il ritardo, non sono riuscita a gestirmi bene il tempo. So che non è il modo migliore di iniziare la nostra prima uscita, ma voi siete stati dannatamente puntuali!» mi dimostro dispiaciuta mentre mi siedo nei sedili posteriori accanto a Rose.
«Non preoccuparti Cleofe, per dieci minuti non è mai morto nessuno.» mi sorridono le due ragazze.
Credo di star iniziando ad amarle per quanto gentili e genuine siano.
«Effettivamente però ha ragione, in Italia è tutto diverso, fare ritardo è normale. Anzi, sei strano se arrivi puntuale.» proferisce Edoardo sorridendo.
«Esatto, dovrò iniziare a dimenticare l'Italia però sotto questo punto di vista.» ammetto.
Dopo qualche minuto arriviamo davanti a una villetta a due piani non troppo grande. Ancora prima di scendere dalla macchina riesco però a sentire la musica ad alto volume che proviene dalla casa e spontaneamente mi domando: ma quando mi avevano detto che non sarebbe stato nulla di eclatante, cosa intendevano precisamente? Perché a me questa sembra tutto tranne che una festa tranquilla. Non so se riuscirò mai ad abituarmi all'esagerazione degli americani.
Io e i ragazzi scendiamo dall'auto ed entriamo in casa accolti da un ragazzo sulla ventina, parecchio barcollante, che però non sembra molto lucido ed interessato a domandarci se facciamo parte della lista. Iniziamo bene.
Una volta entrata noto che ci sono davvero tante persone, ma che nonostante tutto c'è parecchio spazio libero e poche persone ammassate; questo è decisamente un punto in più che do alla serata.
«Cleofe cosa ti piace bere? Qua abbiamo tutto.» mi chiede Michelle prendendomi per mano e portandomi al bancone della cucina, che è totalmente occupato da alcolici.
«Umh, in realtà a me non piace molto bere, ma questa sera farò un'eccezione. A me va benissimo ciò che prendi tu.» le confesso mentre la guardo mischiare vodka e lemon soda.
Mi sono ubriacata solo tre volte nella mia vita e se sbagliando si impara ho capito da quelle serate che io e l'alcool dobbiamo stare il più lontani possibile.

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Unbelievable
Teen FictionCleofe ha un passato lungo e difficoltoso alle spalle; pieno di violenza, sofferenze ed estrema timidezza che l'hanno portata a provare un'odio rancoroso verso ciò che ha sempre avuto attorno. All'età di diciannove anni vede la sua vita capovolgersi...