Ascoltare la musica é terapeutico.
Terapeutico tanto quanto conscio.
È da ormai mezz'ora che sono sdraiata sul mio letto con davanti agli occhi il PC, che riproduce le canzoni che più amo e che più mi fanno stare bene. Ho deciso di ascoltare qualche canzone italiana, è da tanto che non sento musica italiana e che in generale non sento più la mia lingua madre.
Sì, in casa mia parliamo solo italiano, ma tra studio e amici non ho molti momenti da poter dedicare ai miei genitori.Ascoltare la musica é terapeutico, perché entri in un mondo totalmente parallelo a quello in cui vivi e puoi sognare ad occhi aperti senza che nessuno possa giudicarti o puntarti contro il dito.
Ascoltare la musica è pur sempre un modo di rimembrare ricordi e sensazioni, quindi rivivere emozioni e sentimenti che forse prima non abbiamo vissuto abbastanza, o che abbiamo vissuto troppo. E questo fa veramente male.Il cellulare squilla e vedo il nome di Micheal comparire sullo schermo. Dubito qualche secondo, ma poi la mia parte sentimentale sovrasta quella razionale e clicco sull'icona verde.
«Si?» accetto la chiamata.
«Affacciati alla finestra.» risponde lui, come se non fosse un'affermazione ma più un ordine.
Un'espressione sorpresa e confusa si solleva sul mio viso e, curiosa, mi alzo immediatamente dal letto per andare a guardare fuori dalla finestra di camera mia.
Trovo davanti al vialetto di casa mia la sua auto sportiva con gli interni viola che aveva usato al raduno qualche tempo fa.
«Perché sei qua?»
«Ti do dieci minuti per prepararti e scendere, non un minuto in più.» afferma prima di staccare e buttare giù la chiamata.
Sospiro rumorosamente prima di tirare un leggero pugno alla finestra e appoggiarci sopra la mia testa. Amo le sorprese, ma mi mettono un sacco fretta e mi scombussolano tutti i piani.
Mi vesto velocemente e mi passo solamente uno strato di mascara, poi scendo le scale e mi imbatto nella bestia di mio padre che inizia subito a farmi l'interrogatorio.
«Sbaglio o avevi detto di dover studiare oggi?» mi domanda sorseggiando il suo caffè.
«Cambio di piani.» gli sorrido.
Cammino fino alla scarpiera e cerco le mie Air Force bianche.
«Con chi esci?»
«Col mio fidanzato, mi sembra ovvio.» lo prendo in giro.
«E quando me lo presenti?» chiede con tono autoritario.
«Papà, sto scherzando. Esco con degli amici.» affermo velocemente.
Infilo le mie adorate scarpe e poi mi sbrigo ad andare davanti la porta di casa.
«Oh non mi stupirei se fosse la verità. Sei bellissima figlia mia.» risponde con naturalezza.
Lo osservo e gli rivolgo un tenero sorriso prima di uscire di casa e chiudere la porta d'ingresso. Mio padre è sempre stato dolce e gentile con me, le poche volte che sono riuscita e che riesco a vederlo.
Lui é sempre stata un'incognita nella mia vita; non sapevo mai quando tornasse a casa da lavoro, quanto tempo stesse e quando dovessi preparargli la cena o il pranzo. L'unica cosa che ho sempre saputo bene è che posso contare su di lui, qualsiasi cosa accada. So che anche se fisicamente non c'è spesso, col cuore é sempre a fianco a me e pronto per stare dalla mia parte.Mi avvicino verso l'auto di Micheal e apro la portiera per poi sedermi sul posto del passeggero, al suo fianco.
Mi volto verso di lui per salutarlo e sgrano gli occhi quando noto il piccolo mazzo di rose di color bianco che ha in mano e che piano piano, avvicina a me. Mi mordo il labbro inconsciamente e continuo a fissarlo quasi incredula.

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Unbelievable
ספרות נוערCleofe ha un passato lungo e difficoltoso alle spalle; pieno di violenza, sofferenze ed estrema timidezza che l'hanno portata a provare un'odio rancoroso verso ciò che ha sempre avuto attorno. All'età di diciannove anni vede la sua vita capovolgersi...