Capitolo 31 - Uxton

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«Ma guarda un po' cosa abbiamo qui!» esclama Matt con voce eccitata, sollevando delicatamente la custodia di un disco in vinile, sulla cui copertina dorata campeggia in nero la parte superiore di uno scheletro.

«Pensi di prenderlo? O lo rimetterai a posto come hai fatto con gli altri?» ridacchio in risposta, riprendendo a far scorrere lo sguardo lungo lo scaffale pieno di CD che ho di fronte.

«Se avessi i soldi comprerei mezzo negozio» sospira Matt, «ma sai cosa ti dico? Fanculo l'avarizia, questo qui vale la spesa». Dopodichè si dirige verso la cassa di gran fretta, prima che possa rispondergli in qualunque modo, così continuo a cercare con gli occhi qualcosa che catturi la mia attenzione.

Non è una ricerca difficile, in realtà: questo posto è davvero come l'aveva descritto Matt; non è molto grande, ma ogni singolo angolo è strapieno di dischi, che si tratti di CD o di vinili, e lo spazio libero è appena sufficiente a spostarsi da una parte all'altra del negozio. C'è davvero di tutto: dischi di alcuni tra i miei gruppi preferiti, altri di cui avevo solo sentito parlare, e una marea di roba di cui ignoravo l'esistenza.

Non è per niente facile scegliere, e infatti fino a pochi secondi fa nessuno dei due aveva ancora comprato niente, nonostante siamo qui da...quanto, un'ora? Forse qualcosa di più, ho perso la cognizione del tempo. L'unica cosa che so è che dopo i primi venti minuti Liz, Chris e Zack ci hanno lasciati: preferivano andare a fare una passeggiata, così ci siamo accordati per chiamarli quando avremo finito qui. Non prima che Zack comprasse un bel po' di CD: al contrario di me e Matt, non ha perso tempo.

«Ehi, Blake» sussurra improvvisamente la voce di Matt a pochi centimetri dal mio orecchio, facendomi trasalire.

«Cazzo, Matt! Vuoi farmi venire un infarto?» sbuffo, girandomi verso di lui dopo aver fatto un balzo di lato.

«Pensavo mi avessi sentito arrivare» risponde lui, alzando entrambe le mani in segno di scusa.

«No, ero...sovrappensiero» scuoto la testa, tirando un respiro profondo. Un attimo dopo essermi ripreso dallo spavento, noto una cosa strana nel modo in cui si comporta. Beh, due cose strane, in realtà.

«Perchè parli a bassa voce? E perchè all'improvviso hai deciso di chiamarmi per nome?» chiedo, inarcando un sopracciglio. Non mi ha chiamato Raggionero, è...strano: in genere lo fa quando qualcosa non va. Considerando anche che ora si comporta come se volesse nascondersi da qualcuno, inizio a preoccuparmi.

«Ricordi la tizia che per poco non mi ammazzava?» sussurra lui, facendosi più vicino.

«Sì, certo» annuisco, guardandomi rapidamente intorno alla ricerca di...beh, neanche io so bene di cosa. Che c'entra Liliane con questo posto?

«Aveva un simbolo sull'armatura, una specie di occhio, vero?» chiede Matt, abbassando ancora di più la voce, al punto che faccio fatica a sentirlo. Senza dire una parola, mi limito ad annuire e rimango in attesa che Matt mi dica che sta succedendo.

«Il proprietario del negozio, quello alla cassa» inizia finalmente a spiegare, «non ci avevo fatto caso l'ultima volta che sono stato qui, ma...ha un tatuaggio uguale, sul polso».

«Cosa...? Sei sicuro?» sussurro, sgranando gli occhi.

«Sì, credo. Non lo so, mi sembra lo stesso ma...vieni a vedere» risponde rapidamente Matt, dirigendosi verso la cassa prima che possa dirgli qualunque cosa. Non mi resta che seguirlo.

In pochi passi siamo arrivati, e davanti a me trovo un uomo dal fisico robusto, non molto alto, con i capelli rasati e un folto pizzetto scuro, intento a dare il resto a una coppia che ha appena comprato dei dischi.

Il Sogno di ArdarionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora