Capitolo 24 - I Cancelli di Aranus

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«Non ci posso credere, hai ancora fame?» scoppia a ridere Liz quando inizio a mangiare la seconda fetta di crostata. Abbiamo finito di pranzare circa mezz'ora fa: quando i genitori di Liz hanno saputo che sarei venuto qui, hanno deciso di invitare i miei a pranzo, così sono venuti anche loro; poco dopo aver finito di mangiare, io e Liz ci siamo ritirati nella sua stanza e li abbiamo lasciati in sala da pranzo, assicurandoci di portare con noi qualche fetta della squisita crostata che i genitori di Liz hanno preparato. Dopo averne presa una seconda fetta dal piatto poggiato sulla scrivania, sono tornato a sedermi sul letto, di fronte a lei.

«Cerca almeno di non riempire tutto di briciole! Qui ci devo dormire!» esclama Liz un attimo dopo, dandomi uno spintone quando alcune briciole di crostata cadono sul materasso.

«E credi che spingermi sarà d'aiuto?» ribatto dopo aver mandato giù il boccone.

«Non lo so, ma è divertente» ridacchia lei, spingendomi ancora. Stavolta, però, il movimento mi fa perdere la presa sulla fetta di crostata, che cade sulle coperte sporcandole di marmellata alla ciliegia.

«Wow, sei davvero un cazzo di genio!» commento, scuotendo la testa mentre Liz fissa con un'espressione sbigottita il risultato di quello che ha appena fatto.

«Ora, se non ti dispiace» aggiungo subito dopo, recuperando la fetta, «io continuerei a mangiare».

Liz, che evidentemente non riesce a farsi venire in mente una risposta, si limita a rimanere in silenzio per un po'. Ho quasi finito di mangiare quando, finalmente, apre bocca: «Allora, ci siamo. Prima ti ho lasciato in pace perchè c'erano i nostri genitori, ma ora siamo solo noi. Sputa il rospo».

«Eh...?» biascico, colto alla sprovvista, mentre mando giù l'ultimo boccone.

«Non fare il finto tonto, sai benissimo a cosa mi riferisco. Dove sei stato ieri?» chiede Liz subito dopo, sporgendosi leggermente in avanti.

«Ah, già» annuisco, «però...beh, promettimi che non darai di matto».

«Non è proprio una bella premessa» commenta lei, riducendo gli occhi a due fessure. Quando mi limito a scrollare le spalle, aggiunge: «Ci posso provare, dipende da quanto è stupido quello che stai per dirmi».

«Beh, dipende da come definisci "stupido"...» faccio per dire, ma Liz mi interrompe.

«Oh, cielo! Senti, quando mai ho giudicato quello che facevi? Stai tranquillo, dimmi tutto» sussurra, stringendomi una mano e rivolgendomi un sorriso incoraggiante.

«Ok» annuisco, poi rimango qualche secondo in silenzio prima di inspirare profondamente e dire: «Sono uscito con Leah».

«Oh...» mormora Liz, sbalordita, lasciando andare la mia mano e fissandomi a bocca aperta per un po', prima di ricomporsi e commentare: «Questa sì che è una cosa stupida».

Un attimo dopo, prima che io possa dire qualunque altra cosa, chiede: «In che senso, sei uscito con...Williams? Tipo...un appuntamento, o...?».

«No» mi affretto a rispondere, «nessun appuntamento, sei matta? No, è che...me l'ha chiesto lei, un po' di tempo fa».

«E tu le hai detto di sì» aggiunge Liz con voce neutra, nonostante la sua espressione abbia tradito per un attimo il sollievo che ha provato quando ho detto che non si trattava di un appuntamento.

«Già» faccio spallucce, «dopo quello che è successo al cimitero ero...curioso, credo. Volevo capirci qualcosa, e...non lo so, volevo provare a vedere come sarebbe stata una serata con lei».

«E come è andata?» domanda Liz, ancora impassibile.

«Bene, credo. Hai presente quel locale di cui ci ha parlato Chris, il Minerva?Siamo stati lì, abbiamo preso una cioccolata, parlato un po' e...mi ha portato a fare un giro in macchina» racconto, riassumendo brevemente la serata. Dubito che a Liz interessino i dettagli delle mie conversazioni con Leah.

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