Un urto sul banco mi fa sobbalzare. Apro gli occhi e sollevo la testa di scatto, togliendomi gli auricolari più velocemente che posso quando mi accorgo che un uomo sulla cinquantina, basso e robusto, mi fissa attraverso dei grossi occhiali da vista. Già, sono a scuola, me ne ero quasi dimenticato. E non ricordo neanche come si chiami il professore, dato che è nuovo.
«Sei comodo, Ray?» mi chiede, sarcastico. Beh, lo ero finchè non mi ha disturbato, grazie tante! Quella cosa che è successa con la pietra mi ha messo addosso una stanchezza che è rimasta anche dopo essere andato via da Ardarion, così cercavo di riposare; ma a quanto pare la cosa non gli va a genio.
Il mio sguardo saetta tra Liz, Matt, Chris che, seduti nella mia stessa fila, mi guardano divertiti, e una ventina di altri volti che sembrano davvero curiosi di vedere che risposta tirerò fuori. Beh, perchè deluderli con qualcosa di banale?
«In effetti il banco è un po' duro, ma non si sta male. Vuole provare?» chiedo, esibendo l'espressione più innocente che riesco ad ottenere. Un coro di risate esplode istantaneamente nell'aula, ma quasi non ci faccio caso: mi basta vedere Ashley ridere di gusto una fila di banchi più avanti, è una ricompensa più che sufficiente per la ramanzina che immagino stia per arrivare.
«Silenzio!» urla l'insegnante. Eccolo, ora comincia!
Appena le risate si placano, sono costretto a sorbirmi un discorso interminabile sul fatto che a scuola non si viene per dormire e sul rispetto; tralasciando il fatto che, tecnicamente, non stavo dormendo, riesco a sopportare questo strazio grazie a due cose: i commenti di Liz, Matt e Chris, che più di una volta rischiano di farmi scoppiare a ridere in faccia al professore, e gli sguardi che io ed Ashley continuiamo inspiegabilmente a scambiarci. Per tutto il tempo è come se entrambi facessimo fatica a guardare da un'altra parte.
«Informerò i tuoi genitori!» esclama l'insegnante.
Oh, ha finito? Sembra di sì. Allora posso parlare.
«Guardi, se vuole glielo dico io e facciamo prima» rispondo, mantenendo un tono pacato. Non capisco perchè la stia facendo così lunga: non è mica colpa mia se ha lo stesso senso dell'umorismo di una forchetta!
Lo squillo della campana interrompe la sua risposta, così mi alzo e approfitto della confusione per infilarmi nella massa di persone che escono dall'aula e si riversano nel corridoio. Matt e Chris scoppiano a ridere appena siamo fuori, complimentandosi per l'inventiva e spintonandomi con le spalle mentre ci dirigiamo verso la porta vetrata dell'ingresso.
Una leggera brezza mi investe il viso e i raggi del sole pomeridiano mi costringono a chiudere gli occhi mentre esco nel cortile: un sorriso mi affiora spontaneamente sulle labbra quando mi accorgo che la settimana è finita e ho davanti un intero week-end.
«Ciao, Blake! A più tardi!» mi salutano Matt e Chris, allontanandosi in fretta.
Dopo aver risposto con un cenno della mano, mi rivolgo a Liz: «Tu che fai? Vieni, stasera?».
«Non lo so, sono un po' stanca» risponde lei, iniziando a incamminarsi al mio fianco.
«Piuttosto» aggiunge poi, «lunedì hai da fare? I miei genitori hanno detto che devono uscire insieme ai tuoi e poi cenare fuori, o qualcosa del genere, così pensavo di stare a casa mia, se ti va».
«Veramente...lunedì devo andare da Ashley. Ma posso venire da te appena mi libero» rispondo. Liz si limita ad annuire.
«Che c'è, Barrett? Gelosa?» cinguetta una voce alle nostre spalle. Alzo gli occhi al cielo appena mi accorgo di chi si tratta, e la reazione di Liz non è da meno: inspira profondamente e a denti stretti prima di voltarsi. Odia quando la chiamano per cognome.
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Il Sogno di Ardarion
FantasyBlake è un ragazzo di diciassette anni, uno come tanti altri: frequenta la scuola, ha i suoi amici, e conduce una vita tutto sommato tranquilla nella piccola cittadina di Uxton. Questo fino all'ultimo giorno delle vacanze estive, quando in sogno gli...