3) Dolce zuccherino

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Mi fiondo in doccia,  restando in piedi con l'acqua che mi scorre addosso. Guardo l'orario dell'orologio sul mio telefono, punta le sei e poco più. Non so bene l'ora in cui si cena ad Hogwarts, quindi credo sia meglio sbrigarmi.  Lascio che un po' di buona musica risuoni nella bagno, facendomi compagnia. L'odore della schiuma insaponata mi invade le narici, profumando di Lavanda fresca.

La mia pelle riprende lo stesso odore del sapone, rendendola liscia. Trovo che l'acqua calda sia qualcosa di maginifico quando ti accarezza, quando il dolce solletico delle gocce ti colpiscono il corpo. Chiudo gli occhi, socchiudendo la bocca con un piccolo buco per l'aria. Le mia ciglia gocciolano, lasciando cadere l'acqua che si rompe non appena tocca il marmo nella doccia.Lascio che l'asciugamano mi avvolga in un abbraccio alquanto caldo, stringendolo con le dita attorcigliate ad esso. Lo specchio appannato di fronte ai miei occhi rende la mia immagine di poco sfocata, costringendomi a farci passare una mano sopra. Il mascara è colato lungo le mie guance, quel grigio svanito del cosmetico che tocca la punta delle mie labbra. L'aria calda del phon fa scomparire i brividi del freddo, scaldando fortunatamente la mia pelle.

Il distacco della temperatura si fa sentire non appena esco dal bagno, restando nell'altra parte della stanza. Indosso l'intimo, mi è sempre piaciuto indossare dei perfetti slip di pizzo, che sfumano la mia pelle bianca. Lascio che dei caldi vestiti mi coprano la pelle per scendere.
"Rebecca!"Sento gridare fuori dalla porta, bussando ripetutamente.

Tom è passato a prendermi come aveva promesso. Osservo l'ora, sono le otto passate: lo terrò a mente per i prossimi giorni.
'Come mai tanto profumo?' Pronuncia avvicinando il suo naso al mio collo. Faccio spallucce, osservando le sue scarpe lucide e nere.
Afferra il mio braccio, tirandomi con sé fuori dalla porta.
'Tom cazzo, riesci ad essere un po' più delicato?' sbraito avvicinandomi a lui, sperando che allenti la presa.
I corridoi di Hogwarts sono splendidamente incantevoli la sera, tutto è accurato con massimo livello.
Rimango incantata ad osservare la sala principale, dove tutti si accomodano per cenare.
Candele accese fluttuano nell'aria, illuminando ogni cosa sotto. I tavoli sono apparecchiati con talmente tanta cura da apparire meravigliosi.
Mi incanto ad osservare il soffitto della stanza che segna un cielo rigorosamente stellato, un'intera galassia illuminata.

'Beky!' La voce di Tom mi rimette al mondo. Schiocca le dita di fronte ai miei occhi, tirandomi verso di sé.

Ci accomodiamo in un tavolo apparte, con tutti gli studenti più popolari della scuola. Mi affianco a Tom, si siede alla mia destra e un altro ragazzo si accomoda alla mia sinistra.
'Adrian Pucey miss Riddle' Sibila questo ragazzo porgendo la sua mano sotto ai miei occhioni celesti. Accenno un sorrisetto ai lati della bocca, per poi voltarmi quasi subito.
'Rebecca sta calma, Adrian è un mio caro amico' la soave voce di Tom mi tranquillizza, afferro la sua giacca e la stringo con le dita. Intravedo Edward dal mio posto, che cena accanto ai suoi compagni. Posa lo sguardo su di me e ridacchia, io faccio lo stesso.
'Ti sei trovato una bella puttanella Riddle' Una delle voci maschili attira la nostra attenzione.
Tom appoggia di botto le posate sul piatto e serra i suoi pugni.
'Proprio una bella puttanella vero?' sibila Tom, accarezzando i miei capelli.
'Rammenta a questo ragazzo il tuo nome piccola' pronuncia lui.
'R-rebecca Riddle' balbetto.
Tom sorride, continuando a mangiare in tranquillità. L'espressione del ragazzo è indecifrabile, è terrorizzato.
Mio fratello afferra il suo cellulare, digitando i messaggi: '00:45, stanza di Tiger' incide il messaggio. Infila subito il telefono nella sua tasca dentro la suite, come se nulla fosse.
Due secondi dopo un telefono suona: È quello di Adrian.
'Mangia' ribatte Tom osservando il mio piatto ancora pieno. Ignoro completamente le sue parole e torno ad osservare il volto di Edward, che non riesce a staccarmi gli occhi da dosso.

Gli studenti si alzano di scatto e dopo poco Adrian e Tom fanno lo stesso. Mi sollevo dalla panchina e mi affianco a loro, camminando sui miei passi. Le camere cominciano a riempirsi, nella maggior parte entrano più di tre persone alla volta.
'Preferisci che dorma con te questa notte?' sibila Tom afferrando il mio viso. Oh Cristo quanto vorrei che dormisse con me, quanto vorrei che mi abbracciasse.
Rimango in silenzio, girando lo sguardo da un'altra parte.
'Capito' taglia corto.
Avanza nella stanza

Chiudo la porta alle mie spalle e mi cambio in tenuta più comoda. Il lungo maglione copre le mie cosce, scaldando in un certo senso la mia pelle. Mi infilo sotto le coperte e poco dopo Tom fa lo stesso. Il buio perde il sopravvento nella stanza, lasciando solo un piccolo punto luce sulla parete.

'Tom' bisbiglio sottovoce.
'Si?'
'Non credo di essere adatta a questa scuola, sembra tutto così difficile per me' taglio corto.
'ma certo sorellina, vieni qui'. Mi avvicina al suo corpo davvero caldo e mi stringe un po' a sé. Accarezza i miei capelli biondi e stringe i miei fianchi, rassicurando il mio corpo. 

Può sembrare stupido, infantile, assurdo ma mi era mancato il suo tocco. Il tocco del proprio fratellone sulla pelle, quel leggero modo di stringermi a sé facendomi sentire quanto voglia rassicurarmi. Continua ad accarezzare i miei capelli, appoggiando il suo naso sul mio.
'Chiudi i tuoi meravigliosi occhioni' sussurra di nuovo. Appoggio la testa sul cuscino, rilassando i muscoli.
Mi addormento.

LA MATTINA:
"Beky svegliati" sibila una voce scuotendo il mio corpo. Apro un occhio, il quale viene trafitto dalla luce del sole, che splende dalle tapparelle. Tom è già vestito, attendendo che mi prepari.  Strofino gli occhi, passando una mano fredda su di essi.
Guido il mio corpo in bagno, lavando il viso per svegliarmi.
Le mie ciglia diventano nere, ricoprendosi di mascara e le mie labbra diventano quasi rosse, per il burro di cacao alla profumata ciliegia.

Fianco a fianco, ci incamminiamo lungo i corridoi. Mi tira per il braccio, senza perderci per la scuola.
Scontro la mia spalla contro qualcuno, cadendo tra le sue braccia. Un profumo alquanto familiare mi tormenta il cervello.
'S-scusami' balbetto. Il suo sguardo arrabbiato diventa quasi docile, non appena incrocia i miei occhi.

'E chi sarebbe questo dolce zuccherino?' sibila passando un pollice sullo sbaffo del mio rossetto. 'Rebecca' farfuglio. Prima che possa controbattere Tom si avvicina, arrabbiato.

'Qualche problema con mia sorella Zabini?' ringhia a denti stretti. La mia bocca socchiusa fa intravedere i miei denti bianchi, attirando l'attenzione del ragazzo di fronte a me. 'Tua sorella? questo dolce zuccherino è tua sorella?' pronuncia sottolineando un sorriso sul volto.

'A quanto pare' taglia corto Tom . I ragazzi sembrano sfidarsi con gli occhi, usando me come allaccio di litigio.
'Presentati alla festa questa sera, ci divertiremo' sussurra il ragazzo passandomi accanto. Tom afferra la mia mano e mi tira a sé. 
'Stasera non andrai alla festa, lo sai vero?' ribatte  fissandomi.
'In realtà avevo proprio intenzione di farlo' sibilo.  Il suo sguardo diviene fin troppo ardente, fin troppo meschino. Resta in silenzio per un po', e poi prende parola.
'A una condizione, ti starò appiccicato' . Senza aggiungere una virgola, si allontana.


#Prossimo aggiornamento: giovedì💚

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