5) competizioni

2.6K 90 26
                                    

TOM:
Sono così fottutamente arrabbiato con lei che vorrei prenderla a pugni. La detesto quando fa come cazzo le pare, non ascoltando quello che le dico. Voglio essere sempre molto chiaro con lei, facendole capire quello che deve fare ma per la maggior parte delle volte è complicato. Non riesco a farle capire le cose se non con le cattive maniere, facendola strisciare per i corridoi a forza.

L'appoggio dolcemente sul suo letto, cominciando a spogliarla. Sfilo il suo vestito in velluto verde, lasciando il suo intimo visibile per un po'. Tolgo la mia camicia e l'allaccio al suo petto, abbottonandola per metà. Non mi ero mai soffermato ad osservare quanto fosse perfetta, quanto il suo corpo fosse così armonioso e splendente.

'Ti odio così tanto quando non ascolti ciò che dico' sibilo al suo orecchio, accarezzando i suoi ricci biondi.
'Eppure, ogni cazzo di volta non riesco ad arrabbiarmi con i tuoi occhioni azzurri'. Sono cosciente che non mi ascolta, probabilmente è già nel mondo dei sogni.
Il suo mondo incantato dove il principe azzurro viene a prenderla, quel principe che vuole strapparla dalle mie grinte. Dio quanto ho odiato quel principe, che doveva farla innamorare con gli occhioni da cerbiatto e il cazzo di cavallo bianco.

Merda, devo calmarmi.

Un odore nauseante colpisce le mie narici, evocando il senso di vomito nel mio stomaco. Avvicino la bocca al suo collo e annuso l'odore che porta. L'essenza forte sul suo collo odora di erba. Quell'odore vomitevole dell'erba che ha sicuramente fumato alla festa. che cazzo.
'Domani io e te faremo i conti' ribatto.
Sapevo che sarebbe andata così, sapevo che qualcuno le avrebbe fatto del male e non lo concedo.
Lei è la mia piccola Rebecca, la bambina ancora piccolina che ha bisogno di aiuto dal suo fratellone...eppure non è così.
Posso giurare su mio padre che farò una bella chiaccherata con colui che le ha permesso di fumare quella merda, uccidendolo.
Merda, parola mia.
Dovrei andarmene,lasciarla sola ma rimango ad accarezzarla ancora un pochino. Passo una mano sui suoi capelli biondi e bacio le sue guance rosse.
È così Angelica quando dorme, come se fosse divinata da Dio stesso.
Vorrei brillare di luce come lei, forse è per questo che la tengo così appiccicata a me: per avere la mia luce brillante sulla strada.
Tom deve dormire, lasciala dormire: rammenta la mia memoria, convincendosi ad alzarsi da quel letto e lasciarla libera.

Lascio un bacio sulle sue labbra e invano, mi allontano dalla sua stanza.

REBECCA:
Un fascio di luce colpisce i miei occhi bruscamente. Tutto intorno a me ruota per qualche secondo di fila. Sono stanca, esausta. Sento l'odore forte di Tom addosso a me, solo poco dopo mi rendo conto di avere la sua camicia. Affondo un piede sul morbido tappeto bianco, sentendo il pelo solleticarmi il tallone. Mi afferro la testa, sentendo il dolore prevalere nelle mie tempie. Cammino per la stanza, cercando di riprendere mobilità nelle gambe che sembrano distrutte.

Mi reco in bagno e osservo il mio volto disordinato, il mascara è completamente colato lungo i miei zigomi. La manica della camicia di Tom è sporca di rossetto rosso, strusciato ad essa leggermente. Questi capelli sono completamente sporchi, sudati e umidicci per stanotte.Mi fiondo in doccia, sistemando il disastro.

Ecco l'odore che volevo sentire, l'odore profumato della lavanda sulla mia pelle bianca. Lascio che le mie dita strusciano sulle mie ciglia, riducendo l'eccesso del mascara che rimane sotto i miei occhi. La schiuma scorre accompagnata dall'acqua lungo il mio seno, facendomi il solletico. La nausea mi accompagna poco dopo, l'odore di lavanda sembra trasformarsi in un odore cauto, fastidioso. Il punto della questione è questo; che cazzo ho combinato ieri sera?

Esco dal bagno, asciutta completamente. Il completo intimo richiama le mie forme, rendendole visibili al massimo. Sembra tutto disordinato, il letto è completamente sfatto e degli abiti sono posati sul pavimento. La porta della mia stanza richiama la mia attenzione: è accostata, qualcuno è sicuramente entrato. Vago per la camera, con le gambe e le mani che tremano.

𝓞 𝓹 𝓹 𝓻 𝓮 𝓼 𝓼 𝓲 𝓿 𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora