44) Arresa?🔴

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Sento i brividi sulle braccia, il freddo che mi accarezza la punta delle dita dei piedi. Sento le mani tremare, probabilmente l'ansia e l'angoscia.
I palmi delle mie mani mi coprono gli occhi, mentre Mattheo mi osserva davanti, pietrificato.
-'Non andremo da nessuna parte se continuiamo così' sibila sollevandosi di colpo.
Sul volto ha quella sua solita espressione, spenta, con gli occhi pieni di rabbia e dolore.
-'Alzati!' ribatte con voce roca, è tornato se stesso di prima, quello solitario, quello che non mostra altra parte di se a nessuno.
-'Non mi va' taglio corto, tornando con gli occhi fissi su un punto.
-'Sei sorda? ti ho detto di alzarti!' sbraita afferrandomi un braccio. Mi solleva, osservandomi negli occhi.
Sono morti, spenti.
-'Devi imparare a difenderti Riddle, altrimenti non avremo neanche un po' di vantaggio' mi passa una bacchetta riposta in una tasca della sua giacca.
-'Adesso tu mi punti la bacchetta e pronunci l'expelliarmus, io ti farò vedere come schivarlo. va bene ?' pronuncia, mentre mi solleva il gomito.
Resto impassibile, non riesco più a sentire niente dentro di me. Una sconfitta.
-'Sei pronta?' solleva la sua bacchetta.
I miei occhi restano bassi, mezzi chiusi, mentre lui entusiasto le tenta tutte per darmi il giusto spirito.

Io rimango lì, pietrificata.

-'Porca puttana Rebecca, devi reagire!'
sbraita esausto dei suoi inutili sforzi.
-'Vuoi che lui ti prenda? che sia finita?' grida come un pazzo. Non riesco neanche a tapparmi le orecchie, neanche mi interessa.
Il chiaro di luna ci riflette contro i vetri dell'infermeria.
La notte è stellata, il vento oscilla tra le foglie degli alberi, permettendoci di sentire il fruscio.
I suoi occhi si illuminano, così smeraldo, così limpidi...
-'Avanti...riproviamoci. Sei pronta? uno, due e...'
si blocca.
Lancia la bacchetta per terra, sapendo che tutto quello che sta tentando di fare è completamente inutile.
L'unico che potrebbe salvarmi è...Draco. Non riesco a sentirmi lucida, non riesco a vedere i fatti per come sono realmente.
-'Appena pensi di tornare in te fammi un cazzo di fischio, buonanotte' ribatte innervosito.
Esce dalla stanza, io con i piedi puntati rimango lì per un po'.
Mi sento così...persa. Avrei allo bisogno di altro tempo che non ho. Il tempo cazzo, il fottuto tempo mi serve.

Riesco a sentirlo, sentire la sua presenza dentro la mia mente, come se lui sapesse ciò che penso in ogni momento.
Chiudo gli occhi, concentrandomi.
Lo vedo.
È davanti al camino, con il fuoco che arde davanti a sé.
Le sue mani sfiorano il marmo del camino, mentre una veste nera come il cielo gli copre la carne.
Ha un sorrisino sul volto, come se avesse già programmato tutto e fosse realizzato.
Un'intera schierata di Mangiamorte riscaldano il perimetro del castello, schierati alla perfezione.
Sembra tutto pronto, per portarmi a se con tanta facilità.

Apro gli occhi, sospirando.

MATTHEO RIDDLE-
Mi appoggio alla colonna fuori dall'infermeria, non me ne sono andato. Non posso lasciarla sola adesso che so i piani del signore oscuro. Accendo una sigaretta, infilandomi l'accendino in tasca. Prendo una boccata d'aria, respirando dell'aria invasa dalla disperazione.
È finita davvero? si è arresa? a quanto pare si.
Avrebbe bisogno di qualcun'altro, non di me. Io non dovevo neanche starci qua. Io dovevo continuare il mio destino di vita, da sola,
Senza nessuno.
Dovevo respingere ogni forma di emozione, dovevo convivere con l'infelicità.

Poi è arrivata lei, così fragile, pura. Ha un'aria così Angelica, come se l'avesse creata un'angelo. Non puoi guardarla senza prestare attenzione ai suoi occhi,quelli sono delle trappole.
Gli guardi, pensando di porne uscire, ma ti acchiappano e ti stringono a se, con tutta la forza che hanno.
La paura ti sale e ti domandi:
Uscirò da quei pozzi profondi? oppure resterò loro prigioniero?
Non so cosa abbia fatto ai miei di occhi, che adesso la osservano in un modo orribilmente meraviglioso. Sento di doverle dare tutto me stesso, ogni piccolo pezzo del mio corpo per salvarla. Io non ho speranza, lei ha il paradiso che l'aspetta. Non il purgatorio, non l'inferno, il paradiso.
Anche se poi fallissimo, avrei sulla coscienza il suo riconoscimento verso di me, sapendo che pur di salvarla, avrei dato la mia di vita.
Sarà, l'unica gioia, l'unica azione buona che ho fatto da quando ho visto il mondo per la prima volta, ma il vero mondo l'ho visto nei suoi occhi, pieni di speranza e positività.

𝓞 𝓹 𝓹 𝓻 𝓮 𝓼 𝓼 𝓲 𝓿 𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora