Capitolo XXV - La Dea Ecate

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Anno VII - Parte I

Un volantino caduto per terra. Ingiallito dalla pioggia di qualche giorno, ma per niente sbiadito, viene calpestato da uomini e donne che, incuranti, passeggiano tra le vie di Diagon Alley. Poi, due scarpe eleganti si fermarono davanti ad esso. Una mano lo raccolse. Poco distante una piccola folla di passanti si stava radunando davanti alla banca Gringott attirata da una voce. L'uomo guardò il volantino tra le mani e si diresse anche lui verso la Banca. Era una giornata grigia con il cielo coperto di nuvole, nuvole che non promettevano niente di buono. Era l'inizio di settembre e Diagon Alley doveva essere piena di studenti e famiglie in cerca del necessario per l'inizio delle lezioni. Invece, era stranamente deserta. Pochi negozi erano rimasti aperti. Le vetrine  stracolme di libri erano sparite, coperte da lastre di legno scuro o teli neri. La maggior parte dei cupi annunzi erano ingrandimenti delle istruzioni del Ministero della Magia su cosa fare in caso di perdita della Magia. Ricorreva sempre uno stesso numero e indirizzo, a cui dichiarare la propria salute magica. Alcune vetrine erano sprangate, comprese quelle della gelateria di Florean Fortescue. Ed, ai lati della strada, si potevano incontrare alcuni venditori abusivi piuttosto loschi che vendevano strani amuleti o pozioni che millantavano grandi cure. Un piccolo mago dell'aria sciatta agitava verso i passanti manciate di simboli d'argento e runici appesi a catene. Accanto a lui una pila di giornali della Gazzetta del Profeta riportava in prima pagina la notizia dell'evasione dei Mangiamorte da Azkaban, ed accanto la foto da ricercata di una ragazza dallo sguardo fiero ma spaventato.

"Giustizia per Andromeda! Giustizia per Andromeda!" - gridavano delle voci in coro, agitando dei cartelli in aria. Su uno di essi c'era scritto: C.S.I.S.A.N., Comitato Studentesco in Sostegno di Andromeda Nott. L'uomo alzò leggermente la falda del cappello per vedere meglio da chi provenisse la protesta. Un nutrito gruppo di studenti di Hogwarts si era riunito davanti alla Gringott per fare un vero e proprio sit-in. Albus Severus Potter con i capelli arruffati e la barba leggermente cresciuta era in piedi su una panchina, stringendo tra le mani una manciata di volantini, e parlando a voce alta ai passanti e coloro che si erano radunati davanti: "In nome degli studenti di Hogwarts chiediamo giustizia per una studentessa innocente, la nostra compagna rinchiusa ad Azkaban. Il Mistero l'ha condannata ingiustamente, ma non dovremmo essere tutti uguali davanti alla Legge a prescindere dal nostro cognome? Noi siamo qua per dirlo forte e chiaro. Noi ci opponiamo e ci opporremo...fino al suo rilascio!". Ci fu uno scroscio di applausi da parte di alcuni studenti.

"Siete sordi? È morta nell'evasione" - urlò un passante che stava tendando di entrare in banca.

"Non ci crediamo. È una copertura! È quello che vogliono farci credere. Lei è viva e ritornerà" - rispose Eleanor Beans che afferrò l'uomo per il braccio per porgergli il volantino. Lui scosse la testa, si aggiustò la giacca e proseguì oltre.

"Firmate per lei e il Ministero ci ascolterà!" - disse a voce alta Albus alla folla, dopo aver assistito alla scena.

"Non lo farà. Ha altre cose a cui pensare" - ripose l'uomo che stringeva tra le mani il volantino preso da terra. Albus lo guardò negli occhi serio. "E allora continueremo a protestare, tutti i giorni, a tutte le ore" - disse. L'uomo sorrise di rimando ed annuì. Albus scese dalla panchina e si diresse verso di lui, lasciando alcuni suoi compagni a portare avanti la protesta al suo posto.

"Non pensavo avessi la stoffa di un politico, Al" - disse l'uomo togliendosi il cappello. Poi, i due si abbracciarono come due vecchi amici.

"Teddy, cosa ci fai qui?" - domandò curioso Albus.

"Ho letto della protesta nella Gazzetta. Hai sue notizie?". Albus scosse la testa. Il suo sguardo era triste e preoccupato. "E mio padre non mi dice niente" - aggiunse seccato.

Bloodline - A Harry Potter storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora