Capitolo X - La Professoressa Skye

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Anno III - Parte II 

Il terzo anno ad Hogwarts non era certo cominciato nel modo migliore. Almeno non per Scorpius. La morte della madre lo aveva davvero reso più cupo del solito. Da quando aveva messo piede ad Hogwarts aveva a stento parlato con qualcuno e nemmeno i dolcetti della signora del treno erano riusciti a tirarlo su di morale. Albus e Andromeda avevano cercato in ogni modo di stargli vicino, ma Scorpius continuava a rimanere chiuso in se stesso. Nella Sala Grande, intanto, stavano venendo smistati i ragazzi del primo anno. Il Cappello Parlante decise che sia la sorellina minore di Albus, Lily Luna Potter, sia suo cugino Hugo Weasley venissero smistati in Grifondoro. E del resto c'era da aspettarselo. Albus diceva in continuazione che sua sorella minore era uguale alla madre. Andromeda sorrise a Tiberius quando fu il suo turno. Il piccolo di casa Nott era alquanto preoccupato dello Smistamento, ma anche su di lui il Cappello non ebbe dubbi. Serpeverde lo accolse, e Tiberius si andò a sedere accanto al fratello Brutus salutando con il lieve cenno del capo Andromeda. Era pur sempre un Nott. La McGranitt fece il suo discorso inaugurale e poi diede il via al banchetto. Scorpius mangiò a malapena un cucchiaio di budino al cioccolato. Albus, seduto davanti a lui nella parte opposta del tavolo, non potè far a meno di notare che nel tavolo dei Grifondoro Rose continuava a guardare verso di loro. O meglio verso Scorpius. "Scorpius" - fece cenno Albus di voltarsi - qualcuno non ti toglie gli occhi di dosso". Scorpius si voltò dando una rapida occhiata a Rose, che subito gli fece un sorriso sistemandosi una ciocca di capelli rossi dietro all'orecchio. Lui le diede le spalle senza rispondere al saluto. 

"Non la saluti?" - chiese Albus sorpreso. Scorpius alzò le spalle non curante. 

"Mi ha scritto per tutta l'estate, ecco perché mi guarda" - disse Scorpius. 

"E...? Non sei contento?" - chiese Albus.

"Non le ho mai risposto. Avevo altro a cui pensare" - disse laconico Malfoy. A quell'affermazione Andromeda smise di mangiare la sua fetta di torta. Ovvio che Scorpius aveva altro per la testa che scrivere ad una che l'aveva solo sfruttato l'anno prima.

"Pensavo fosse quello che volevi...Vabbè, basta che poi non viene a rompere a me. In ogni caso potresti sempre salutarla, sai...per gentilezza" - disse Albus. Andromeda si alzò di botto e disse: "Scorpius farà ciò che si sente. Non c'è bisogno che glielo dica tu, Al".

Albus si alzò anche lui: "E nemmeno tu". Ecco, quello era il segno che l'anno era proprio cominciato. Il rapporto di odio-amore tra Albus e Andromeda era rimasto lo stesso nonostante l'estate. "Neanche una lettera, Al. Nemmeno una. Pensavo fossimo amici, pensavo che avessimo chiarito" - disse Andromeda.

"Cosa stai dicendo? Ti ho scritto tre lettere. E non ho mai ricevuto una risposta da te. Non sono pazzo da continuare a scriverti se tu non ti degni di rispondermi" - disse Albus. I loro visi erano vicini. Sembrava fossero pronti per fare a botte. Erano gli unici in piedi durante il banchetto e avevano attirato lo sguardo di tutta la scuola.

"Non ho ricevuto nessuna lettera!" - replicò la ragazza.

"Ma io ti ho scritto!" - sbottò Albus. Scorpius si guardò attorno e disse: "Ora basta. Sedetevi. State dando spettacolo". I due si sedettero. "Al, i Nott filtrano le lettere di Andromeda. Non prendertela se il tuo cognome ti rende persona sgradita. E tu, - disse riferendosi ad Andromeda - non c'è bisogno che mi dica cosa fare. So badare a me stesso". Parlò così, con coraggio, da lasciarli senza parole. Si alzò e se ne andò, senza degnare di uno sguardo i Grifondoro. "È cambiato" - disse Albus rompendo il silenzio tra i due amici. "La morte di tua madre non ti cambierebbe?" - disse Andromeda.

Bloodline - A Harry Potter storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora