Anno I - parte II
Andromeda Nott. 11 anni. Strega. Questo era tutto ciò che sapeva. Era poco ma per ora le bastava. Era già qualcosa rispetto ad essere solo un'orfana.
Il giorno prima l'avevano portata in quel posto che chiamavano Diagon Alley, un mercato molto particolare. Andromeda non aveva mai visto niente del genere e Pansy Nott l'aveva più volte rimproverata perché aveva costantemente la bocca aperta dallo stupore. Le signorine per bene evitano di far vedere le tonsille agli altri, le aveva detto prima di dedicarsi completamente al figlio, viziandolo e acquistando il meglio del meglio sul mercato. I soldi non erano un problema, questo lo aveva capito da sola. Così come aveva capito che quando passavano tra la gente alcune persone storcevano il naso o li guardavano male. Non le era ancora chiaro chi fossero questi Nott nel mondo magico: forse persone importanti che mettevano paura. Forse.
Avevano preso i libri, il calderone, l'uniforme e la bacchetta. Già qualcuno le aveva detto che una bacchetta l'aveva scelta. Il sig.Olivander era simpatico ma estremamente enigmatico. Era entrata da sola nel negozio, Pansy era presa nell'accompagnare Brutus a scegliere le ultime cose, mentre Theodore Nott si era recato in un negozio a Nocturne Alley per sbrigare alcune faccende.
"E tu chi sei? Sei sola?" - le aveva chiesto Olivander appena era entrata nel suo negozio di bacchette. Andromeda annuì. "Ah. E dove sono i tuoi genitori?" - chiese. "Non ho genitori" - disse lei guardando le scatole delle bacchette impilate sugli scaffali fino al soffitto. Olivander si sporse per guardarla meglio. "Hai degli occhi che ho già visto..." - disse il vecchio signore, poi avvertì un brivido lungo la schiena. "Beh, ora pensiamo alla sua bacchetta. Magari ci dirà qualcosa in più su di lei" - continuò. Dopo averle misurato il braccio, la spalla e averle fatto provare alcune bacchette, finalmente Andromeda sentì un calore caldo scorrere lungo il braccio che impugnava la bacchetta. La agitò sopra la testa e l'abbassò sferzando l'aria polverosa del vecchio negozio.
"Bene, bene signorina" - disse Olivander - "ci siamo. Legno di tasso, il suo nucleo è un capello di Veela, 13 cm, rigida. Come immaginavo...una strana combinazione. Davvero strana, ma come dico sempre...è la bacchetta a scegliere il mago".
"Perché é strano?" - chiese Andromeda, mentre Olivander gli incartava la bacchetta.
"Perché ho venduto bacchette con nucleo di Veela solo a discendenti di Veela" - disse, ma guardando Andromeda capì che non aveva idea di cosa stesse parlando. "Le Veela sono creature magiche femminili, si dice siano originarie della Bulgaria. Creature di grande fascino sì, ma estremamente pericolose" - disse guardandola dritto negli occhi. C'era qualcosa di strano in quella bambina, ma non sapeva cosa. Aveva avuto brividi lungo la schiena in poche occasioni, e non avevano portato a niente di buono.
"Muoviti Andromeda, non abbiamo tutto il pomeriggio" - sentì chiamare dietro di sé. Era Pansy, già spazientita, appena entrata nel negozio.
"Signora Parkinson. Salve." - disse Olivander, salutando con un cenno della testa.
"Signora Nott ora. Brutus, mio figlio, ha bisogno di una bacchetta" - disse senza dar corda ad Andromeda. Olivander annuì, guardando sottecchi Andromeda e poi la Signora Nott. Non erano parenti, nemmeno alla lontana, questo era sicuro.
"Buon inizio scuola, Andromeda" - disse Olivander dandole la sua bacchetta, prima di dedicarsi al primogenito Nott.
"Sbrigatevi o perderete il treno!" - gridò Theodore. Andromeda aprì gli occhi, li aveva chiusi quando Brutus l'aveva lanciata contro un muro. Scoprì di non essersi fatta male, a parte la spallata che ricevette subito dopo dal suo antipatico fratellastro. La superò sorridendo con l'espressione di qualcuno pronto a conquistare il mondo.

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Bloodline - A Harry Potter story
FanfictionÈ arrivata la Harry Potter next generation! "Si dice che in tempi di pace il male non esista. Si sbagliano. Il male è sempre stato lì, nascosto, in attesa del suo risveglio". Andromeda Nott non sa chi sia veramente. Cresciuta in Bulgaria in un'orfan...